Detrazioni in edilizia: comparti salvati e universi paralleli

Marco Brezza 19/05/15

Chiamateli universi paralleli, dimensioni alternative, smagliature nello spazio-tempo: il CRESME ha calcolato a quanto ammonterebbe la perdita di investimenti e di posti di lavoro se gli sgravi fiscali (Bonus Ristrutturazioni 50% ed Ecobonus 65%) cessassero o venissero notevolmente ridimensionati. In pratica delineando con chiarezza quanti avrebbero rinunciato ad effettuare l’investimento in assenza di incentivi sui lavori in casa.

Il risultato? Solamente nel 2014 gli investimenti che si sarebbero persi senza incentivi sarebbero stati pari a 15,9 miliardi di euro su un totale di 28,4 miliardi mentre la perdita in termini di occupazione diretta sarebbe ammontata alla cifra-monstre di 158.591 posti di lavoro. Il comparto è di fatto sopravvissuto alla più grande crisi degli ultimi 70 anni grazie a tali misure. Le stime del CRESME hanno incrociato i dati sugli investimenti generati dai due bonus con un sondaggio campionario orientato a comprendere quanti di quelli che hanno investito negli ultimi anni non lo avrebbero fatto senza gli sgravi.

Consulta la Pagina speciale di Ediltecnico dedicata all’Ecobonus riqualificazione energetica.

Di fatto, i bonus edilizi avrebbero salvato (nel vero senso del predicato verbale) il comparto dell’edilizia, impedendone la totale destrutturazione e contribuendo a spostare in modo massiccio investimenti dalle nuove costruzioni al mercato del recupero edilizio e di quello emergente dell’efficientamento energetico. Ad affermarlo in maniera palese è il direttore del CRESME, Lorenzo Bellicini. Gli sgravi IRPEF sono stati praticamente il salvagente del settore edilizio (che pure ha pagato il prezzo del 96% della perdita di posti di lavoro nella crisi dell’economia 2011-2014) ma al tempo stesso hanno indicato una rotta per il futuro: efficienza energetica e mercato del recupero, con investimenti tecnologici crescenti, sono i business del futuro in sintonia con le tendenze del mercato.

 

Detrazioni in edilizia: cosa accade l’anno prossimo

È chiaro comunque che i numeri emessi dal CRESME (i quali verranno presentati in forma completa il 23 giugno a Roma in un’iniziativa congiunta con Cna e Assistal) fungono da “trailer” convincente alla vera e propria discussione politica che prenderà piede da oggi fino al caldo autunno della Legge di Stabilità (la cui emanazione è come sempre collocata nel mese di ottobre).

A fine anno, infatti, gli incentivi basati sugli sgravi IRPEF scadranno nella misura in cui li abbiamo conosciuti negli ultimi due anni: 50% per il recupero edilizio e 65% per il risparmio energetico. Secondo le norme attuali, il livello degli sgravi per entrambi gli incentivi dovrebbe tornare al 36%,un calo rilevante. La scorsa settimana il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha rilanciato con forza il tema con riferimento soprattutto al bonus energetico e al tema più vasto dell’efficientamento energetico dell’edilizia, anche nel settore degli edifici pubblici oggi esclusi: leggi in proposito l’articolo Premi di cubatura tra i nuovi incentivi dell’Ecobonus che verrà.

Anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e i parlamentari di tutti gli schieramenti sono convinti che la via degli incentivi sia quella da seguire per sorreggere la “ripresina” dell’edilizia e spingere verso l’innovazione e l’efficienza energetica: sono numerose in questo senso le mozioni parlamentari che nell’ultimo periodo puntano a disciplinare positivamente la stabilizzazione e l’estensione dei benefici fiscali ad aree fino ad ora escluse dagli incentivi.

 

Numeri ed opinioni

I numeri relativi agli incentivi parlano da soli: ammontano nel complesso a 3,3 milioni le domande di agevolazione nel biennio 2013-14, con gli investimenti che hanno raggiunto 56 miliardi nel medesimo intervallo di tempo. Con l’evidente forza di aver reso economicamente vantaggioso il mercato legale rispetto a quello “nero” (che in questo campo è storicamente piuttosto vasto).

Leggi in proposito l’articolo Le 6 cose da sapere assolutamente sul Bonus ristrutturazioni 2015.

Ma quali sono le prospettive per l’immediato futuro? Come affermato da Walter Santilli sul Sole24Ore di sabato risulta necessario “ancora una volta i bonus fiscali potranno incrociare la domanda degli italiani perché si diffonde sempre più l’idea di un’edilizia rispettosa dell’ambiente. La politica oggi deve stabilizzare il bonus energetico, ma deve anche allargarne la base per dargli la possibilità di tenersi in piedi da solo. Per irrobustire la domanda di innovazione (e al tempo stesso garantire l’interesse generale di un consistente risparmio di energia) si deve promuovere una grande operazione che favorisca il recupero energetico anche nel patrimonio edilizio pubblico e in quello delle imprese. Ma anche su porzioni di città perché bisogna aumentare la scala e superare la fase fatta esclusivamente di microperazioni. Usando in modo organico fondi europei e risorse nazionali inutilizzate, si può dar vita a una politica che dia realmente solidità alla crescita”.

 

…intanto in Parlamento

Sul piano pratico proprio questa settimana i deputati del Movimento Cinque Stelle si apprestano a presentare al Senato una mozione che chiede la stabilizzazione al 2020 e l’estensione degli sgravi fiscali del 65% per l’efficientamento energetico senza trascurare il ruolo importante del bonus del 50% per l’edilizia. Senza dimenticare, in questo senso, la sostanziale coesione dimostrata da Camera e Senato in materia di incentivi sui lavori in casa all’interno delle risoluzioni relative al Def (con la richiesta congiunta di “maggiori risorse” da destinare all’efficientamento energetico) e la mozione Realacci, l’operazione che ha precorso nel 2013 la strada della stabilizzazione dell’importante strumento incentivante.

Marco Brezza

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