Era ora! Il provvedimento denominato Decreto Sisma, che contiene disposizioni urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici, è in vigore dal 24 dicembre (Legge 12 dicembre 2019, n. 156: leggila direttamente sulla Gazzetta Ufficiale n. 300).
Il Decreto aveva ricevuto via libera della Camera con 281 voti a favore, nessun voto contrario per poi passare all’esame del Senato.
Una delle novità del Decreto è la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato di emergenza nei territori dell’Italia centrali colpiti dal sisma del 2016 (in scadenza il 31 dicembre 2019), ma anche l’introduzione una serie di semplificazioni amministrative relative alla ricostruzione e allo smaltimento delle macerie.
Vengono inoltre estese ai Comuni del cosiddetto “cratere” le agevolazioni del pacchetto “Resto al Sud”, mentre le imprese agricole potranno accedere ai benefici finalizzati al ricambio generazionale previste dal Dlgs del 2000.
Decreto sisma e detrazioni fiscali, quali provvedimenti?
Prevista una riduzione del 60% degli importi da restituire in relazione alla cosiddetta “busta paga pesante”, ovvero il taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che avevano subito uno stop dall’agosto del 2016 a tutto il 2017. Questi, non dovranno più essere restituiti in toto ma al 40%.
Approfondisci con: Detrazione 50% Ristrutturazioni per tutto il 2020
Quali novità per la ricostruzione?
Sia per quella privata che pubblica, il Decreto reca una serie di modifiche puntuali volte alla semplificazione sia della disciplina, disponendo:
– la possibilità che la domanda di contributo possa essere presentata anche solo da uno dei proprietari o soggetti titolati nel caso in cui sul medesimo bene immobile insistano più aventi diritto;
– la definizione di nuove modalità per il calcolo delle superfici utili, ai fini della determinazione dei contributi per la ricostruzione privata;
– che per gli interventi sul patrimonio pubblico disposti dal Commissario straordinario del Governo, sia data priorità a quelli concernenti la ricostruzione di edifici scolastici e che qualora detti edifici siano ubicati nei centri storici, gli stessi sono ripristinati o ricostruiti nel medesimo sito, salvo che per ragioni oggettive la ricostruzione in situ non sia possibile, fermo restando che la destinazione urbanistica delle aree in questione deve rimanere ad uso pubblico o comunque di pubblica utilità.
>> Ti potrebbe interessare: Fondi per l’edilizia scolastica
Leggi anche: Demolizione e ricostruzione, detrazione anche con volumetria inferiore
E per l’iniziativa Resto al Sud?
Il decreto Sisma estende ai territori di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017 la possibilità di accedere ai benefici di Resto al sud.
Come ottenere gli incentivi di Resto al Sud per professionisti?
Già qualche giorno fa era stato dato il via libera alla presentazione di progetti d’impresa per i professionisti, autonomi o iscritti agli albi, con meno di 46 anni, che vogliono mettersi in proprio e abitano, o intendono trasferirsi, nelle regioni del Mezzogiorno.
Entrerà in vigore infatti il prossimo 9 dicembre il decreto che riconosce l’incentivo “Resto al Sud” anche ai professionisti. Per i progetti approvati è previsto un finanziamento per un terzo a fondo perduto e il resto a tasso zero.
Resto al Sud è un programma riservato ai residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o a coloro che vi si trasferiscono entro sessanta giorni (120 se residenti all’estero), dalla data di approvazione del progetto. Il finanziamento, per un massimo di 50.000 euro, copre le spese per:
– manutenzione e ristrutturazione degli immobili destinati all’attività;
– impianti e attrezzature;
– software gestionali (anche in cloud) e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione.
Prevista anche la copertura, fino al 20 per cento, delle spese “vive” legate all’avvio dell’attività quali materiali di consumo, utenze e canoni di locazione, garanzie assicurative, ecc.
Il 35% della somma riconosciuta è a fondo perduto, il resto è un prestito bancario senza interessi.
>> Scopri tutto sugli incentivi Resto al Sud per i Professionisti
Ti potrebbe interessare:
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento