Piano nazionale d’azione per il radon PNAR: in Gazzetta il Decreto

Il Piano mira a ridurre la concentrazione di radon negli edifici e definisce gli obiettivi specifici da realizzarsi nei prossimi 10 anni

È in Gazzetta il Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri 11 gennaio 2024 recante “Adozione del piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032”.

Il Piano nazionale d’azione per il radon – PNAR contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Esso descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon, in conformità con le disposizioni normative nazionali e comunitarie.

Il radon (Rn) è un gas nobile radioattivo presente in natura, incolore, inodore, insapore, inerte, del quale normalmente non si avverte la presenza. È stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), nel gruppo 1 delle sostanze per le quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità, poiché rappresenta uno dei principali fattori di rischio di tumore ai polmoni, dopo il fumo [International Agency for Research on Cancer (1988). Man-made mineral fibres and radon. IARC Monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans, Vol. 43, IARC, Lyon].

La riuscita effettiva del Piano rimane subordinata alla volontà dei proprietari di abitazioni a intraprendere azioni di misurazione e alla disponibilità degli stessi a sostenere economicamente le eventuali conseguenti azioni di risanamento, sebbene Regioni e Province autonome possano facilitare le misurazioni e definire le aree prioritarie.

Vediamo nel dettaglio quali sono gli obiettivi del piano e quali sono le principali vie di ingresso del radon negli edifici.

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Indice

Gli obiettivi del piano nazionale d’azione per il radon

Il Piano nazionale d’azione per il radon si focalizza su tre principali aree strategiche, ciascuna con azioni dettagliate e attività specifiche. Obiettivo primario è la riduzione dei casi di tumore polmonare derivanti dall’esposizione al radon e ai suoi prodotti di decadimento. Identificare luoghi con elevate concentrazioni di radon e adottare misure preventive sono passi chiave.

La protezione dal radon è considerata fondamentale, per questo sono stabilite regole sull’edilizia e sui materiali da costruzione per i nuovi edifici e per le abitazioni e i luoghi di lavoro esistenti.

Il Piano mira a ridurre la concentrazione di radon negli edifici con concentrazione superiore ai 200 Bq/m3, dando la priorità a quelli che superano i 300 Bq/m3, ma agendo anche su concentrazioni minori.

Gli obiettivi specifici di riduzione dell’esposizione al radon da realizzarsi nei prossimi 10 anni di durata del Piano sono:

  • la riduzione della concentrazione di radon nei luoghi di lavoro con concentrazione di radon superiore ai 300 Bq/m3, nel rispetto delle previsioni normative;
  • la riduzione della concentrazione di radon almeno nel 50% delle abitazioni, ricadenti nelle aree prioritarie nelle quali sia stata riscontrata una concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3, dando priorità a quelle con concentrazione superiore a 300 Bq/m3;
  • la riduzione della concentrazione di radon almeno nel 50% delle abitazioni del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ricadenti nelle aree prioritarie, con concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3, dando priorità a quelle con concentrazione superiore a 300 Bq/m3;
  • la verifica che il livello di concentrazione di radon sia inferiore ai 200 Bq/m3 nelle abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

Da dove entra il radon negli edifici?

Nel PNAR viene ricordato che, poiché il suolo costituisce la principale sorgente di radon indoor, la maggior parte degli interventi di risanamento è indirizzata a limitare il suo ingresso dal suolo. Essendo l’interno degli edifici generalmente in depressione rispetto all’esterno, a causa della differenza di temperatura tra interno ed esterno, ciò fa sì che il radon diffonda verso l’interno degli edifici stessi. Tale fenomeno è detto effetto camino.

Le principali vie di ingresso del radon negli edifici sono:

  • fessure nei pavimenti;
  • giunzioni del pavimento e della parete;
  • passaggi degli impianti termici idraulici, delle utenze elettriche, del gas.

La concentrazione di radon indoor varia notevolmente durante il giorno e le stagioni. Tipicamente, si registra un aumento al mattino per mancanza di ricambio d’aria e differenza di temperatura. Le concentrazioni sono più elevate in inverno rispetto all’estate. Le misurazioni si estendono su un anno, considerando le fluttuazioni. Gli interventi di efficientamento energetico, come rivestimenti e infissi a tenuta stagna, possono ridurre le vie di fuga naturali del radon ed aumentare l’escursione termica tra interno ed esterno degli edifici, incrementando così la depressione nelle abitazioni e l’ingresso del radon dal sottosuolo.

Scarica il Piano nazionale d’azione per il radon PNAR.

Redazione Tecnica

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