Contributo a fondo perduto fino al 40% per impianti fotovoltaici: opportunità per PMI fino a marzo 2025

Le PMI situate in comuni con meno di 5000 abitanti possono accedere a un contributo a fondo perduto che copre fino al 40% delle spese per installare impianti fotovoltaici, a patto di aderire a una Comunità Energetica Rinnovabile. I dettagli

Fino a marzo 2025, le Piccole e Medie Imprese situate in comuni con meno di 5000 abitanti possono usufruire di un contributo a fondo perduto che copre fino al 40% delle spese per l’installazione di impianti fotovoltaici. Questo incentivo rappresenta un’occasione imperdibile per le PMI che vogliono migliorare la propria efficienza energetica, ridurre i costi e contribuire alla sostenibilità ambientale.

Per ottenere il massimo da questa opportunità, è fondamentale affidarsi ad aziende specializzate che possano guidare le aziende nella progettazione dell’impianto e nella gestione della procedura di richiesta, nel rispetto di tutti i requisiti. Ma prima di tutto vediamo nel dettaglio come funziona e come accedervi.

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Indice

Contributo a fondo perduto PMI: di cosa si tratta?

Il contributo a fondo perduto è un’agevolazione economica prevista dal PNRR per supportare chi vuole investire nelle energie rinnovabili ed entrare in una Comunità Energetica Rinnovabile. Per richiederlo, un’azienda deve prima di tutto rispettare questi requisiti:

  • Essere una Piccola o Media Impresa, ossia avere meno di 250 dipendenti e un fatturato inferiore a 50 milioni di euro;
  • Non progettare di installare un impianto con potenza superiore a 1 MW;
  • Accedere a una Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Infatti, il contributo ha l’obiettivo di incentivare il più possibile la creazione di CER nel territorio nazionale.

Nel caso si rispettino questi requisiti, si può richiedere un contributo a fondo perduto il cui ammontare varia a seconda della potenza dell’impianto fotovoltaico che si decide di installare. Ecco i massimali:

Potenza dell’impiantoMassimale (euro/kW)
Fino a 20 kW1500
Da 20 a 200 kW1200
Da 200 a 600 kW1100
Da 600 kW a 1 MW1050

I vantaggi delle Comunità Energetiche Rinnovabili per le aziende

Come abbiamo spiegato, per accedere al contributo a fondo perduto è fondamentale entrare a far parte di una CER. Come sappiamo, si tratta di associazioni di privati cittadini, PMI ed enti pubblici che si uniscono per condividere l’energia rinnovabile prodotta localmente. Nella CER, infatti, sono presenti i produttori, ossia coloro che decidono di installare un impianto e di mettere la loro energia prodotta in surplus virtualmente a disposizione del resto della Comunità, e i consumatori, che non hanno un impianto fotovoltaico e utilizzano l’energia condivisa.

Stanno nascendo sempre più Comunità Energetiche Rinnovabili in tutta Italia, ognuna delle quali ha un Regolamento e un’estensione territoriale differenti, ma tutte permettono di accedere al contributo a fondo perduto e a una tariffa premio incentivante sull’energia condivisa.

Le aziende che decidono di parte di una CER come produttori possono beneficiare di diversi vantaggi, come:

  • La tariffa premio sull’energia condivisa: chiunque faccia parte di una Comunità Energetica Rinnovabile ha diritto a una tariffa premio sull’energia condivisa, che viene erogata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Nel caso in cui si ottenga il contributo a fondo perduto, la tariffa premio risulta dimezzata, ma viene comunque percepita;
  • Se ubicate in un comune con meno di 5000 abitanti, la possibilità di ottenere un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici: il contributo, che copre fino al 40% delle spese, permette di ridurre sensibilmente i costi iniziali legati all’investimento;
  • Ottenere un ritorno sull’investimento più rapido: grazie al risparmio in bolletta, alla vendita dell’energia prodotta in eccesso con il Ritiro Dedicato, alla tariffa premio e alla spesa iniziale inferiore diventa più semplice il rientro sull’investimento.

A questo si aggiungono naturalmente anche gli altri vantaggi legati al fotovoltaico, ossia un notevole risparmio sui costi energetici e la riduzione del proprio impatto ambientale.

Come accedere al contributo a fondo perduto

L’accesso al contributo richiede tempistiche precise e una pianificazione accurata. Le aziende interessate devono:

  • Richiedere una consulenza a esperti del settore fotovoltaico per valutare le proprie esigenze energetiche e arrivare a progettare un impianto fotovoltaico su misura e che rispetti i requisiti tecnici richiesti per accedere all’agevolazione;
  • Ottenere un preventivo personalizzato, che sarà la base per la richiesta del contributo;
  • Individuare e aderire a una Comunità Energetica Rinnovabile che copra la propria cabina primaria. È possibile rivolgersi al proprio Comune e proporre l’istituzione di una nuova CER o entrare a far parte di realtà già esistenti che coprono zone più ampie, come la CER Svea Solar Nord1 ETS, un’associazione riconosciuta del terzo settore a disposizione di cittadini, imprese ed enti stanziati nel Nord Italia e a cui si può aderire a titolo gratuito
  • Presentare la domanda di accesso al contributo entro il 31 marzo 2025. Il GSE valuta le richieste nei successivi 90 giorni. Attenzione: durante questo periodo, non è consentito avviare i lavori di installazione dell’impianto.

Come è evidente, il contributo a fondo perduto è un’opportunità imperdibile per le PMI che vogliono investire nel fotovoltaico. Per approfittarne, però, è importante non perdere tempo. Per questo, se la vostra azienda è interessata a passare al fotovoltaico, vi consigliamo di rivolgervi al più presto a esperti del fotovoltaico e di individuare una CER attiva nella vostra zona. 

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Svea Solar è un’azienda leader nel settore dell’energia solare e nel passaggio alle energie rinnovabili in Europa.

Redazione Tecnica

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