Prorogato il termine per la presentazione delle domande di contributi CER. La nuova scadenza è stata spostata al 30 novembre 2025.
Ricordiamo che il Decreto CACER (DM 7 dicembre 2023, n. 414) ha introdotto un’importante misura di sostegno per la promozione delle fonti rinnovabili in Italia, in particolare nei piccoli comuni sotto i 5 mila abitanti.
La misura prevede la concessione di contributi a fondo perduto per l’installazione e realizzazione di impianti FER (fonti di energia rinnovabile) per comunità energetiche rinnovabili (CER), gruppi di autoconsumatori e autoconsumatori individuali a distanza.
Questi incentivi si inseriscono nell’ambito della Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 del PNRR, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica, l’autosufficienza energetica locale e la partecipazione attiva dei cittadini nella produzione e condivisione dell’energia.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), sulla base dell’art. 8, comma 2, del DM 414/2023, ha aperto uno sportello per la raccolta delle istanze, inizialmente con scadenza prevista per il 31 marzo 2025, salvo esaurimento anticipato delle risorse.
Tuttavia, le richieste ricevute non hanno ancora esaurito le somme stanziate, rendendo necessario un adeguamento dei termini per facilitare un accesso più ampio e garantire il raggiungimento degli obiettivi europei.
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La proroga al 30 novembre 2025: motivazioni e contenuto del decreto
Con il DM 28 febbraio 2025, n. 59 (scaricabile a fine articolo), pubblicato il 24 marzo 2025 sul portale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), è stato ufficialmente prorogato il termine per la presentazione delle richieste di partecipazione al Decreto CACER.
La nuova scadenza è fissata al 30 novembre 2025. Il provvedimento nasce dalla necessità di assicurare il conseguimento del target M2C2-47 del PNRR, che prevede l’installazione di almeno 1.730 MW di nuova capacità da fonti rinnovabili entro il 30 giugno 2026, con particolare attenzione alle comunità e agli autoconsumatori ubicati nei piccoli comuni.
La proroga tiene conto di tre fattori principali: il numero ancora limitato di istanze presentate, il mancato esaurimento delle risorse disponibili e l’imminente scadenza del termine precedentemente fissato.
Inoltre, il Ministero ha già avviato interlocuzioni con la Commissione europea per definire ulteriori misure di potenziamento della misura. In questo senso, la proroga rappresenta un primo passo concreto verso un rafforzamento complessivo dell’iniziativa.
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Implicazioni operative e prossimi sviluppo
Dal punto di vista operativo, la proroga al 30 novembre 2025 offre a Comuni, persone fisiche, enti del Terzo Settore e amministrazioni territoriali un’estensione temporale significativa per predisporre la documentazione necessaria e partecipare alla misura.
Il contributo in conto capitale previsto può coprire una parte dei costi di investimento, rendendo particolarmente attrattiva l’adesione, soprattutto per i piccoli comuni, spesso in difficoltà a livello finanziario e organizzativo.
Il decreto chiarisce nella premessa che il MASE si riserva di adottare ulteriori provvedimenti di potenziamento dell’iniziativa, anche in base agli esiti delle interlocuzioni con l’Unione europea.
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