Come individuare le sette principali cause di umidità in eccesso e prevenire le muffe

Ciascuna forma di umidità ha effetti diversi sulle muffe. Con un po’ di pratica è possibile osservare le manifestazioni delle muffe, e individuare quali, fra le cause citate, siano presenti e quali invece siano da escludere. Ecco una breve guida

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L’unico sistema efficace per impedire alle spore di germinare, e di conseguenza alle muffe di insediarsi, è quello di tenere sotto controllo l’umidità.

Le sette cause di umidità in eccesso, che possono essere presenti nell’edificio, sono: meteorica, apporti accidentali, condensativa, igroscopica, dal terreno, da risalita, residuale.

Ciascuna di queste forme di umidità ha degli effetti diversi sulle muffe. Con un po’ di pratica è possibile osservare le manifestazioni delle muffe, e individuare quali, fra le cause citate, siano presenti e quali invece siano da escludere.

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In questo articolo estratto dal volume Muffe e condense negli edifici di Marco Argiolas, edito da Maggioli Editore, analizziamo nel dettaglio come individuare le sette cause di umidità in eccesso e prevenire le muffe.

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1 – Umidità di origine meteorica

L’umidità di origine meteorica è quasi sempre acqua piovana, che penetra nell’edificio per infiltrazione. È all’incirca acqua pura come quella distillata, ma ha un pH acido, che varia fra 3,5 e 5,3 a causa del contatto con l’anidride carbonica e con altri gas presenti in atmosfera.

Le infiltrazioni di umidità meteorica sono molto spesso una rilevante fonte di umidità, capace di alimentare abbondantemente un gran numero di specie diverse di muffe, prevalentemente idrofile.

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2 – Umidità da apporto accidentale

Se l’apporto accidentale è di natura continua, come ad esempio un tubo d’acqua con minime perdite idriche, gli effetti sono simili a quelli infiltrativi descritti precedentemente. Nel caso in cui si verifichi un evento episodico, anche di entità rilevante, come un allagamento, se si riesce ad asciugare l’edificio in tempi brevi, le muffe non avranno la possibilità di germinare, né tantomeno di colonizzare.

Eventuali formazioni di muffa, di minore entità, che dovessero aver attecchito durante il processo di asciugatura si arresteranno spontaneamente non appena l’umidità scende sotto i valori di rischio.

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3 – Umidità condensativa

L’umidità condensativa è quella che crea la maggior parte dei problemi dovuti alle muffe, per una serie di motivi. Innanzitutto perché durante la condensazione si forma dell’acqua quasi pura e leggermente acida, quindi ideale per le muffe. Poi perché la condensa si deposita generalmente sulle superfici, che contengono sempre delle minime quantità di nutrienti, sufficienti per innescare la germinazione delle spore.

Un aspetto poco conosciuto riguarda la composizione delle pitture e degli intonaci. Molto spesso questi prodotti contengono quantità variabili di metilcellulosa, che viene impiegata come addensante, e che successivamente diventa un ottimo terreno di coltura per le muffe, poiché queste si nutrono di cellulosa.

Anche le resine acriliche, comunemente utilizzate per la produzione delle pitture lavabili, costituiscono un ottimo terreno di coltura per alcune specie di muffe.

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4 – Umidità di natura igroscopica

L’umidità di natura igroscopica incide molto poco, e solo occasionalmente, sulla formazione delle muffe. Un motivo è dovuto alla percentuale di umidità, che spesso è sufficiente per creare fenomeni igroscopici, ma non abbastanza da alimentare la formazione di muffe. E questo avviene fino all’UR dell’80%.

Ma principalmente dipende dal fatto che le formazioni igroscopiche avvengono all’interno della massa porosa dei muri o fibrosa nei materiali isolanti, dove generalmente non sono presenti nutrienti in quantità adeguata, o dove il pH è troppo alto.

Occorre prestare attenzione agli isolanti naturali, come la cellulosa, le fibre di legno, o la lana di pecora, che in occasione di formazioni di umidità igroscopica possono dar luogo (anche se raramente) allo sviluppo interstiziale di muffe o di insetti infestanti.

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5 – Umidità proveniente dal terreno

L’umidità proveniente dal terreno può causare lo sviluppo di muffe, anche se normalmente ciò avviene in quantità modesta, a causa della grande quantità di sali che vengono disciolti dall’acqua e trasportati sulle superfici.

Generalmente i sali presenti nel terreno rallentano o addirittura impediscono la formazione di muffe. I nitrati sono una categoria di sali che frequentemente si trovano sui terreni e sui muri, e vengono impiegati come conservanti nei salumi, proprio perché inibiscono le formazioni biologiche.

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6 – Umidità di risalita

L’umidità di risalita, contrariamente a ciò che si crede, di solito non consente la formazione di muffe, perché le macchie umide dovute a questo fenomeno sono una soluzione satura di acqua contenente numerosi sali. Questo ambiente non consente la proliferazione delle muffe.

È vero però che, se in conseguenza della risalita, le murature apportano quantità rilevanti di umidità ai locali, cioè all’aria interna, l’aumento dell’UR derivante da tale immissione può creare le condizioni per la formazione di condensa su altre superfici dello stesso locale.

In linea di massima, se su una superficie sono presenti delle muffe, è quasi certo che la stessa superficie non è interessata da fenomeni di risalita. Tuttavia è vero che la risalita può generare muffa su altre superfici dello stesso ambiente, a causa del già citato apporto di umidità all’aria interna.

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7 – Umidità residua di costruzione

L’umidità residua di costruzione, generalmente, non fa sviluppare le muffe, perché le masse porose costituite dai muri, dagli intonaci e dai massetti, immediatamente dopo l’ultimazione hanno ancora un pH molto alto, che impedisce le formazioni biologiche, ed i nutrienti presenti sono ancora molto pochi.

Durante il processo di asciugatura, l’umidità residua tenderà gradualmente a ridursi fino a scendere al di sotto del limite che consente alla muffa di crescere. Anche in questo caso occorre però considerare che l’evaporazione dell’umidità residua contenuta nei supporti porosi, all’interno degli spazi confinati, si va a sommare agli altri apporti di vapore già presenti negli ambienti.

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Evitare l’umidità per evitare la muffa

Dopo questa breve analisi, possiamo notare che le muffe prediligono acqua e umidità più pure, cioè condensative o infiltrative, e che non gradiscono quella proveniente dal terreno, perché è più ricca di sali. Occorre tuttavia precisare che se l’eventuale infiltrazione di acqua meteorica attraversa lo spessore di un muro o di un solaio, almeno inizialmente scioglierà una certa quantità di sali dal supporto, compresa la calce libera presente naturalmente nel calcestruzzo e negli intonaci, e aumenterà il suo pH, rendendosi non idonea allo sviluppo di muffe.

In ultima analisi, fra le sette cause di umidità in eccesso citate, solo due sono significative ai fini della proliferazione di muffe, cioè quella condensativa e quella infiltrativa di origine meteorica, con notevole prevalenza della prima rispetto alla seconda. È altrettanto vero, però, che qualsiasi causa di umidità tende ad aumentare l’UR dell’aria interna, creando indirettamente le condizioni per un incremento dei fenomeni condensativi.

Ad esempio, l’umidità residua da costruzione e quella di risalita non sono in grado di far proliferare le muffe ma rendono l’aria interna dei locali più umida, innescando fenomeni condensativi.

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Un altro aspetto importante riguarda la continuità. Se l’acqua e l’umidità si mantengono sulle superfici per un tempo abbastanza lungo, o peggio se sono presenti permanentemente, le muffe possono attecchire facilmente. Se invece si tratta solo di un singolo evento episodico di bagnatura o di umidità eccessiva, o di eventi che si susseguono solitamente in maniera sporadica, la muffa non ha modo di svilupparsi.

Occorre precisare che le spore devono restare a contatto con l’acqua (o con l’umidità in eccesso) per un certo tempo affinché possano iniziare a germinare. Le muffe più veloci hanno bisogno di circa 12 ore, mentre le più lente necessitano anche di alcuni giorni. Quindi se si bagna una superficie, e la si asciuga prima delle 12 ore, si può essere certi che le spore presenti non avranno la possibilità di generare muffa. Se invece l’umidità permane sulle superfici per tempi molto lunghi, o anche per più di qualche giorno, si corre il rischio di colonizzazione.

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Muffe e condense negli edifici

La nuova edizione del volume Muffe e condense negli edifici viene incontro alla crescente necessità di comprensione di queste fastidiose patologie degli edifici che stannodiventando man mano più subdole e pervasive.Sempre più spesso le persone accusano dei problemi di salute a causa dell’umidità eccessiva oppure per aver respirato a lungo le pericolose spore finemente disperse nell’aria.Non si contano poi le liti legali, anch’esse sempre più frequenti, a causa appunto di muffe e di condense che si sviluppano nelle abitazioni, purtroppo anche in quelle nuove appena acquistate.Rispetto all’edizione precedente, questo volume si presenta arricchito con numerose spiegazioni di fenomeni poco conosciuti e con degli ulteriori casi di studio reali dove il lettore ha la possibilità di interpretare correttamente la corrispondenza fra la teoria e la pratica.Sono stati inoltre spiegati i criteri di base che devono essere rispettati per la ventilazione meccanica degli ambienti confinati.La crescente necessità di rendere gli edifici ermetici, dovuta alle sempre più stringenti leggi sull’efficienza energetica, tende a esaltare il problema.Se vengono a mancare i ricambi naturali, dovuti agli spifferi o ad altre varie infiltrazioni d’aria, ben difficilmente la sola apertura delle finestre una volta al mattino, potrà bastare a contrastare la formazione di muffe e condense.Per contro, le infiltrazioni eccessive di aria fredda che penetrano negli edifici riscaldati, sono spesso causa di abbassamento localizzato delle temperature superficiali, con la conseguente formazione di fenomeni condensativi.Essendo difficile capire il fenomeno, diventa ancora più difficile correggerlo in maniera adeguata.Questo agile testo intende fare un po’ di chiarezza, descrivendo le situazioni più ricorrenti a partire dalla osservazione degli effetti, individuandone le cause e in ultimo suggerendo i necessari correttivi.Nella stesura del volume si è cercato il più possibile di utilizzare un linguaggio chiaro e comprensibile, mantenendolo però rigoroso nei concetti, negli esempi e nella terminologia impiegata.Marco ArgiolasTecnico esperto in danni e difetti delle costruzioni specializzato nell’umidità in qualsiasi manifestazione. Svolge attività di ricerca tecnica e scientifica per lo sviluppo di prodotti innovativi contro l’umidità nelle costruzioni. Ha una conoscenza approfondita dei materiali e delle tecniche costruttive, teoriche e pratiche, sia in ambito civile che industriale.

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Redazione Tecnica

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