Da sempre si è tentato di riprodurre sulle superfici piane degli edifici dei giardini il più possibile simili a quelli tradizionali su terra. Ora, oltre ai terrazzi, si vogliono inverdire con meravigliosi giardini pensili anche le coperture piane, se accessibili e fruibili. Soprattutto da quando c’è il Bonus Verde, una delle agevolazioni più passate in sordina rispetto alle altre, ma comunque in vigore e valida.
L’applicazione del tetto verde, anche se non ancora molto diffusa, trova di fatto applicazione sia sugli edifici residenziali sia quale copertura di volumi accessori come garage e box. Per il rinterro delle coperture delle autorimesse, ad esempio, si utilizza materiale di riporto che viene distribuito sulla copertura piana impermeabilizzata, ma spesso in assenza di idonea protezione contro l’azione meccanica dei vegetali in grado di attaccare le strutture stesse. In questo caso si rischiano infiltrazioni negli ambienti.
Anche nel caso di inverdimento di coperture di ambienti accessori e non abitabili, si consiglia la realizzazione della stratigrafia completa per evitare danni alle strutture, come ampiamente descritto da Laura Fogliani e Giovanna Mottura in Coperture verdi dove sono illustrati anche 12 casi pratici.
In questo articolo vediamo in dettaglio come realizzare al meglio una copertura a giardino pensile che sia in grado di durare nel tempo, quale stratigrafia adottare, consigli utili per la progettazione e come usufruire del Bonus Verde. Tutto in 8 punti utili!!
Le 8 regole per il Giardino pensile. Bonus Verde per coperture e terrazze
Giardino pensile in 8 punti
1. Per fare un giardino pensile devi prima di tutto verificare con un tecnico i carichi che il solaio può sopportare, evitando di sovraccaricarlo con pesi eccessivi. Considera che 1 kg di terriccio bagnato (il terriccio andrà a ricoprire la soletta del tetto) raddoppia il suo peso normale.
2. Prima di iniziare i lavori devi anche far verificare da esperti le modalità di diffusione del vapore acqueo.
3. Entriamo adesso nel vivo. Per assicurare la tenuta stagna devi stendere un telo di poliestere per poi ricoprirlo con una guaina in PVC a protezione dall’attacco delle radici, tenendoti abbondanti di 5-10 cm lungo i bordi.
4. Sulla guaina devi posizionare uno strato drenante costituito da ghiaia e ciottoli, oppure da argilla espansa, piccoli blocchi di gomma e polistirolo.
5. Sopra stendi un telo di tessuto non tessuto che permetta il filtraggio dell’acqua.
6. Infine, puoi stendere lo strato di terriccio che dovrà ricoprire la soletta del tetto o del terrazzo per accogliere piante, arbusti e piccoli alberi. Dunque il giardino non sarà assolutamente realizzato con vasi.
7. Taglia tutti gli strati di materiale lasciando libere le grondaie così da lasciar defluire l’acqua in eccesso.
8. Piantuma le piante perenni (15 ogni metro quadrato): premile con forza, per coprire i pani delle piante con un po’ di substrato.
Per i giardini pensili esistono terricci dal peso contenuto, ricchi di sostanze organiche e minerali. Un’altra caratteristica è la grande capacità di accumulo idrico.
Sul tema: Pergola, Bonus Verde e chiusura parziale, a quali condizioni
Manutenzione dei giardini pensili
Nei primi due mesi prenditi molta cura del tuo tetto verde. Successivamente basteranno due interventi all’anno. Per non aumentare il peso che grava sulla soletta è necessario irrigare il giardino poco ogni volta, ma con frequenza. Subito dopo la piantumazione annaffia 2-3 volte alla settimana. Annaffia a sufficienza: le singole piante potrebbero non crescere bene e creare zone brulle.
Controllare il drenaggio e l’impermeabilizzazione del giardino pensile.
Per riempire i buchi che si sono creati nel verde, taglia alcuni getti dalle piante che si sono sviluppate meglio di altre, distribuiscili facendo attenzione che siano coperti dal substrato.
Dai alle piante sufficienti sostanze nutritive. In caso di carenze, riconcima una volta all’anno con un concime a lunga durata. Le quantita? Circa 30 g di concime per ogni metro quadrato. Il periodo migliore per riconcimare è la primavera.
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Come progettare (anche i cordoli)
Nel caso di inverdimento di coperture praticabili e realizzazione di un giardino pensile su tetti piani, si consiglia di ricorrere al sistema a verde intensivo leggero che ha spessori e pesi abbastanza contenuti: 22 cm per 210 kg/mq in media.
Giardino intensivo leggero
In pratica è un sistema di inverdimento con pesi e costi sia di impianto sia di manutenzione contenuti, idoneo anche nel caso di edifici esistenti previa verifica statica delle strutture portanti.
I giardini verdi pensili leggeri possono avere sia zone a prato, sia zone pavimentate per favorirne la fruibilità, sia zone piantumate con specie di media grandezza e cespugliose.
Al contrario del verde estensivo, il giardino pensile richiede una regolare manutenzione e irrigazione al pari di un giardino tradizionale. Inoltre, per la realizzazione di un verde pensile intensivo leggero si possono utilizzare diverse specie vegetali che diano buoni risultati estetici.
Per evitare onerosi compiti di manutenzione, se si considera una copertura piana accessibile si può ipotizzare una fascia perimetrale, in prossimità delle strutture portanti dell’edificio, rinverdita con un sistema di verde estensivo leggero utilizzando arbusti ed essenze di piccole dimensioni, mentre la zona centrale della copertura può essere inverdita con verde estensivo movimentato da percorsi pedonali, zone prato ecc.
Le aree a verde intensivo e quelle a prato necessitano di un apposito substrato e di un impianto di irrigazione mentre la maggior superficie a verde estensivo necessita di minori spessori di substrato e non ha bisogno di impianto di irrigazione, se il substrato è stato studiato accuratamente.
Naturalmente le varie zone andranno attentamente progettate e separate con l’uso di cordoli che contengano, anche, i diversi spessori.
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ESEMPIO STRATIGRAFIA TETTO FREDDO
La stratigrafia più comune, per uno spessore complessivo di 24 cm ed un peso di circa 220 kg/mq.:
– solaio;
– massetto delle pendenze;
– manto impermeabile;
– riserva d’acqua;
– strato di drenaggio da 6 cm;
– strato geotessile;
– substrato da 15 cm;
– strato coltivato da 3 cm.
L’ultimo strato di 3 cm di terriccio fine è funzionale alla semina del prato. Si realizza sempre un drenaggio, oltre che sottostante anche laterale in maniera da poter risvoltare la guaina impermeabilizzante sulle pareti perimetrali della copertura piana e tenerla separata dal substrato.
Per separare il terriccio dal muro si pu. anche utilizzare un cordolo in tufo che impedisce la formazione di vegetazione a ridosso del muro e facilita le operazioni di sfalcio del prato.
Anche le zone a prato e quelle arbustive vanno separate a causa degli spessori di terriccio differenti che richiedono le diverse essenze; anche in questo caso si può utilizzare un cordolo in tufo che separa le due quote dei terreni senza dover stendere terriccio pi. del necessario e aumentare inutilmente i carichi. Anche in questo caso il cordolo facilita le operazioni di sfalcio impedendo al prato di diffondersi anche nella zona arbustiva.
Come per il verde estensivo, va previsto e studiato nel dettaglio uno o più punti di scarico, realizzati in PVC, su cui è facile risvoltare lo strato di geotessile e circondarlo con materiale drenante per separare il terriccio dallo scarico, causa frequente di ostruzioni.
Anche le zone pavimentate, che richiedono una stratigrafia differente rispetto a quelle a verde, necessitano di un opportuno cordolo di separazione mentre il pannello drenante può essere continuo sia sotto le zone pavimentate sia sotto quelle a verde.
Leggi anche: Bonus ristrutturazioni per pavimenti esterni: ecco quando
Alternativa: copertura vegetalizzata senza terra
Esistono anche coperture vegetali senza terra. Sul mercato è disponibile un sistema modulare di facile installazione sia sul balcone di casa sia su intere coperture piane. La facilità di applicazione e l’assenza di lavori e rinforzi strutturali preliminari rende il prodotto assai versatile e di facile diffusione.
La tecnica innovativa utilizzata è la coltura fuori terra già applicata per giardini pensili, pareti e tetti verdi ma anche per la coltivazione non professionale di ortaggi e piante aromatiche. Il sistema si presenta sotto forma di cassette in acciaio inossidabile a forma di tronco di piramide che ospitano una grande varietà di specie vegetali, anche di medie e grandi dimensioni. Si ancorano direttamente sul piano della copertura o della terrazza.
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Bonus verde per giardini pensili e coperture
Il bonus verde consiste in una detrazione del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi:
– sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi,
– realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
Danno diritto all’agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi.
La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. Pertanto, la detrazione massima è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile.
Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità (>>> Come compilare il Bonifico parlante in 7 punti).
Sono agevolabili anche le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo.
In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
>>>>> Per una panoramica sulle detrazioni valide quest’anno: I Bonus Casa 2021: guida alle agevolazioni e alle detrazioni in edilizia
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Sistemi Fotovoltaici
Il volume è una guida completa i) alla progettazione degli impianti fotovoltaici grid-connected, anche dotati di sistemi di accumulo, ii) alla presentazione degli interventi di manutenzione per ottimizzarne le prestazioni, iii) alla trattazione delle tematiche inerenti agli ammodernamenti tecnologici eseguiti su impianti in esercizio (revamping e repowering), iv) alla generazione distribuita residenziale ed industriale e ai sistemi di potenza multimegawatt ed utility-scale. Il testo mostra l’architettura di un sistema fotovoltaico, fornendone gli elementi necessari per il corretto dimensionamento impiantistico, descrivendone approfonditamente l’ingegneria di sistema: dal gruppo di generazione fino al punto di connessione alla rete elettrica. Il volume è aggiornato alla normativa elettrica vigente, anche con particolare attenzione alle recenti disposizioni normative in tema di implementazione dei sistemi di accumulo all’interno del sistemo elettrico. Una parte del volume è dedicata all’esercizio in parallelo con la rete elettrica dei sistemi fotovoltaici, descrivendone le tipologie di connessione in bassa, media ed alta tensione, gli aspetti progettuali e l’iter TICA – dalla richiesta di connessione inoltrata al gestore di rete, fino alla realizzazione delle opere di rete. Il testo mostra le operazioni di manutenzione ordinaria standard, fino ad arrivare all’analisi termografica realizzata con droni. Sono illustrati casi di impianti fotovoltaici “under performing”, e mostrati nel dettaglio esempi di malfunzionamenti o guasti di moduli fotovoltaici ed altri componenti di impianto che comportano riduzione del performance ratio. Il testo mostra tutti gli adempimenti burocratici a cui occorre ottemperare al fine di evitare sanzioni economiche e garantire il mantenimento del diritto all’incentivo e alle convenzioni GSE per impianti incentivati e impianti fotovoltaici eserciti in grid/market parity. Di prezioso ausilio pratico risultano essere le 15 relazioni tecniche di impianti fotovoltaici, complete di schemi elettrici e calcoli progettuali – rilasciati nello spazio web a disposizione del lettore. Alessandro CaffarelliIngegnere aerospaziale, è CTU presso il Tribunale Ordinario di Roma. Ha progettato e diretto lavori per oltre 700 MW di impianti fotovoltaici ed eolici. È socio fondatore di Intellienergia ed attualmente Business Development Manager per EF Solare Italia.Giulio de SimoneIngegnere meccanico, Ph.D. in Ingegneria dell’Energia e Ambiente. È socio fondatore e CEO di Intellienergia. Ha progettato e diretto lavori per oltre 500 MW di impianti di produzione di energia rinnovabile.Angelo PignatelliIngegnere elettronico, Ph.D. in Ingegneria dei Sistemi, PMP presso il Project Management. Ha progettato e diretto lavori per oltre 200 MW di impianti di produzione di energia rinnovabile. Kostantino TsolakoglouIngegnere aerospaziale, MSc, si occupa di sviluppo, progettazione, asset management e O&M di impianti utility scale. È Head of Engineering presso una delle maggiori realtà europee in ambito fotovoltaico. Gli autori sono docenti per conto dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.
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