Nuovo Codice Appalti: le criticità sollevate dagli Architetti

Con il testo ormai definitivo del Codice dei contratti, secondo il presidente CNAPPC Miceli, “non si assicura la qualità delle Opere”

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori CNAPPC torna a esprimersi sul nuovo Codice degli Appalti, dopo le osservazioni espresse nel febbraio scorso, ora che il Consiglio dei Ministri ha, come abbiamo visto, approvato il testo definitivo.

Il Presidente Francesco Miceli ribadisce le criticità del nuovo testo in particolare su concorsi di progettazione e appalto integrato, sottolineando come la qualità delle opere non sia assicurata e come si possano creare molte criticità per il raggiungimento degli obiettivi legati al PNRR.

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Ecco le sue parole: “Il nuovo Codice dei contratti non è in grado di consentire il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Sottovalutando il concorso di progettazione e compiendo, in questo modo, un passo indietro rispetto alla normativa precedente, si preclude la possibilità di realizzare opere pubbliche di qualità. Le criticità, sollevate dal mondo delle professioni tecniche, riguardo a pianificazione, programmazione e progettazione ci allontanano dal raggiungimento degli obiettivi posti dall’Europa. Rispetto, poi, al suo impianto generale stride la mancata coerenza tra i principi espressi nella prima parte del Codice – sicuramente condivisibili – ed i contenuti degli articoli successivi”.

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E aggiunge: “Forte elemento di criticità è rappresentato poi dalla possibilità di un utilizzo estensivo dell’appalto integrato, il cui ricorso andrebbe indicato esclusivamente per progetti in cui sia prevalente l’aspetto tecnologico dove, sul fronte dell’innovazione, il contributo dell’impresa può essere utile, altrimenti, sacrificando la progettazione, si sacrifica la qualità dell’opera. Eppure bastava far riferimento alle passate esperienze per verificare come l’appalto integrato abbia prodotto, nella gran parte dei casi, enormi conteziosi tra imprese e stazioni appaltanti, opere incompiute e risultati del tutto deludenti”.

“È chiaro – conclude Miceli – che questo nuovo Codice risente del mancato recepimento di proposte avanzate dai professionisti che quotidianamente operano sul campo. Ascoltarli avrebbe sicuramente suggerito, tra l’altro, che i risultati non si misurano solo sulla quantità, ma sulla qualità delle Opere pubbliche: purtroppo, non sarà così”.

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Continua a leggere invece per le dichiarazioni espresse dal CNAPPC nel febbraio scorso…

*** 1 febbraio 2023: In questi giorni stiamo assistendo a un moltiplicarsi di opinioni sul Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, il cui testo è stato recentemente approvato dal Governo (>> in questo articolo abbiamo visto le criticità messe in luce da ANAC, mentre in questo articolo abbiamo visto le riflessioni del nostro esperto Arch. Marco Agliata). E il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – CNAPPC cosa ne pensa?

Nei giorni 30 e 31 gennaio, il Presidente del CNAPPC Francesco Miceli ha avuto due audizioni presso le Commissioni Ambiente della Camera e del Senato, durante le quali ha avuto modo di esprimere qualche preoccupazione sul nuovo testo.

Concorsi di progettazione

Il Presidente ha messo al centro delle audizioni la valorizzazione del concorso di progettazione come procedura fondamentale per garantire l’ottenimento di progetti di alta qualità e ben inseriti a livello funzionale, sociale e formale, nell’ambiente e nei territori. Sottolineando anche come il concorso offra anche ai giovani professionisti “la possibilità di partecipare ad una selezione meritocratica sui progetti e l’affidamento dell’incarico al vincitore”.

Miceli ha poi evidenziato che “gli emendamenti proposti al Codice dei contratti pubblici mirano alla semplificazione e allo snellimento della procedura attraverso la riorganizzazione dell’art. 46 sui Concorsi di progettazione e all’adozione del concorso non solo per le opere incluse nei Settori Ordinari, ma anche per quelle incluse nei Settori Speciali“.

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Subappalto progettazione, calcolo corrispettivi, appalto integrato

Miceli poi ha sottolineato come il testo del Codice riveli delle problematiche per quanto attiene al “ricorso al subappalto nella progettazione, l’introduzione dei requisiti tecnici ed economici a monte delle procedure di selezione del contraente che impedisce la partecipazione dei giovani professionisti, la mancanza di riferimenti alle modalità di calcolo dei corrispettivi relativi alla progettazione (Decreto Parametri ed equo compenso), la conservazione, seppur in forma diversa, della possibilità di accettare prestazioni gratuite”.

Secondo Miceli si tratta quindi di un “significativo passo indietro” rispetto a quanto contenuto nel dlgs 50/2016. “L’introduzione dell’appalto integrato in maniera estensiva – ha concluso Miceli – costituisce una chiara sottovalutazione della centralità e delle qualità del progetto“.

L’uso generalizzato dell’appalto integrato senza motivazioni è stato inserito tra le maggiori criticità del nuovo testo anche da ANAC, che ha infatti sottolineato che il rischio che si corre è quello di “penalizzare le piccole imprese e sacrificare la progettazione“, quindi “la fase in cui concretamente si individua cosa davvero serve all’amministrazione e ai cittadini” (>> ne abbiamo parlato qui).

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Foto:iStock/Kanizphoto

Redazione Tecnica

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