Certificato di agibilità: quando il vicino può chiederne copia

 

Il proprietario dell’unità immobiliare sovrastante quella in cui è stato autorizzato il cambio di destinazione d’uso da garage ad ufficio, lì dove dai titoli di assentimento potrebbe derivare una lesione alle posizioni giuridiche soggettive vantate, è legittimato a richiedere la visione e la copia del certificato di agibilità: è quanto affermato dal Consiglio di Stato, sez. V, nella sent. n. 690 del 9 febbraio 2012.

Com’è noto, ai sensi delle disposizioni di cui all’art. 22 e ss. della Legge n. 241 del 1990, la richiesta di esercizio dell’accesso può avere ad oggetto i documenti amministrativi formati e detenuti da un soggetto della pubblica amministrazione e presuppone nel richiedente un situazione giuridicamente rilevante ad ottenere l’ostensione di detti documenti.

Secondo un più che consolidato indirizzo giurisprudenziale, la situazione sottesa alla domanda di accesso si configura come un vero e proprio diritto soggettivo meritevole di tutela le quante volte la conoscenza degli atti oggetto della formulata richiesta, fatta eccezione per gli atti normativamente sottratti all’accesso, è strumentale all’esercizio di difesa dei propri interessi in sede giurisdizionale e/o in altra sede e comunque si rivela rilevante ai fini del conseguimento da parte dell’interessato di un bene della vita (ex plurimis, Cons. Stato Sez. VI 27 ottobre 2006 n. 6440).

Il certificato di agibilità è espressamente previsto dall’art. 24 del Testo Unico sull’edilizia (DPR n. 380 del 6 giugno 2001) che assoggetta a tale certificazione ogni organismo edilizio destinato ad u utilizzo che comporta la permanenza dell’uomo nelle strutture edilizie autorizzate, al fine di attestare la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico.

Trattasi di una certificazione assolutamente necessaria ai fini dell’uso legittimo e conforme dei locali per i quali viene assentito la realizzazione e la trasformazione e della stessa è lecito e doveroso presumerne la esistenza.

Antonella Mafrica

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