Certificati bianchi per gli immobili residenziali: nuova alternativa ad Ecobonus e Superbonus?

Parrebbe essere questa la soluzione che si va delineando in vista della messa a punto della manovra per il 2025. Ecco quali sono le prime indicazioni

Lisa De Simone 03/10/24
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Ecobonus in forma di contributo per i redditi bassi e certificati bianchi al posto della detrazione per i redditi più elevati, le case di lusso e le seconde case.

Parrebbe essere questa la soluzione che si va delineando in vista della messa a punto della manovra per il 2025.

A indicare la via dei certificati bianchi è il Piano strutturale di bilancio di medio termine, il documento richiesto da quest’anno dall’Unione europea. Il Piano contiene la programmazione della spesa pubblica e del bilancio, integrata con il piano di riforme e di investimenti pubblici. Nel testo anche le indicazioni sugli interventi che saranno oggetto della manovra per il prossimo anno.

Nel un paragrafo dedicato alle misure per ridurre i consumi di energia primaria nel settore immobiliare residenziale le prime indicazioni.

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Indice

Obiettivo riduzione consumi particolarmente sfidante per l’Italia

La Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (cd. Case Green) fissa un obiettivo vincolante per la riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale, ovvero un risparmio di almeno il 16 per cento rispetto al 2020 entro il 2030, di cui il 55 per cento da conseguire nel 43 per cento degli edifici con prestazioni peggiori.

Nel documento del governo si sottolinea che questo obiettivo risulta particolarmente sfidante per l’Italia, il cui parco immobiliare è costituito per il 70 per cento da abitazioni con la peggiore prestazione energetica e per il 60 per cento da fabbricati realizzati prima dell’approvazione della legge sul risparmio energetico degli edifici (legge 373/1976).

Nel corso degli anni comunque i consumi energetici sono migliorati: come sottolinea lo stesso documento, infatti, sulla base della media degli Attestati di Prestazione Energetica, sono diminuiti del 6,2 per cento tra il 2020 e il 2024.

Da detrazione a titoli negoziabili

In questa direzione, il governo punta dunque ad adottare una serie di interventi a costo zero per la finanza pubblica innescando meccanismi virtuosi per gli investimenti privati.

Ribadito quindi l’intento di superare, almeno in specifiche situazioni, il sistema delle detrazioni fiscali, la soluzione messa nero su bianco è quella di creare un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti.

Non si tratta di una novità in quanto sono da tempo sono previsti per le imprese. Le regole sono dettate dal GSE.

Come funziona il mercato dei certificati bianchi

Il meccanismo dei certificati bianchi, entrato in vigore nel 2005, è il principale strumento di promozione dell’efficienza energetica nel settore industriale, delle infrastrutture a rete, dei servizi e dei trasporti, ma riguardano anche interventi realizzati nel settore civile.

I certificati sono titoli negoziabili che attestano il raggiungimento di risparmi negli usi finali di energia. Un certificato equivale al risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP). Il GSE riconosce un certificato per ogni TEP di risparmio conseguito grazie alla realizzazione dell’intervento di efficienza energetica.

Su indicazione del GSE, i certificati vengono poi emessi dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) su appositi conti. Tutti i soggetti ammessi al meccanismo sono inseriti nel Registro Elettronico dei Titoli di Efficienza Energetica del GME. I titoli possono poi essere scambiati e valorizzati sulla piattaforma di mercato gestita dal GME o attraverso contrattazioni bilaterali. Il valore economico dei titoli è definito nelle sessioni di scambio sul mercato.

I soggetti obbligati al risparmio

Il sistema prevede obblighi di risparmio di energia primaria per i distributori di energia elettrica e gas naturale con più di 50.000 clienti finali (i “Soggetti obbligati”) e attribuisce, per ogni anno, obiettivi da raggiungere.

I soggetti obbligati possono adempiere alla quota d’obbligo di risparmio in due modi:

  • realizzando direttamente i progetti di efficienza energetica ammessi al meccanismo;
  • acquistando i titoli dagli altri soggetti ammessi al meccanismo.

Oltre ai distributori di energia, possono partecipare al meccanismo anche altri soggetti volontari, tipicamente le società di servizi energetici (ESCO) o le società che abbiano nominato un esperto in gestione dell’energia (EGE) certificato.

Un meccanismo da riadattare ai privati

Fin qui le regole per le imprese e per i soggetti obbligati. Chiaramente affinché il sistema funzioni anche per i privati occorrerà necessariamente rivedere i meccanismi anche in riferimento al valore dei certificati in materia di riduzione dei consumi.

Non è detto, perciò, che si possa attivare già dal prossimo anno un mercato “al dettaglio” per i proprietari di case che hanno immobili di lusso, seconde case o comunque redditi che risultano al di sopra di quelli previsti dal governo per gli incentivi in forma di contributo. Probabilmente sarà un processo graduale, e ancora per un po’ detrazioni fiscali, anche se ridotte per i redditi più elevati, e altre forme di incentivo sono destinati a coesistere, come peraltro annunciato dal MITE nei giorni scorsi.

Novità in vista per i condomini

Il governo comunque per spingere sul fronte degli interventi di risparmio energetico e la riduzione dei consumi a livello di fabbricato giocherà anche un’altra carta. Già preannunciata infatti la possibilità di rendere ancora più semplice l’approvazione di questi interventi mediante modifiche ai regolamenti condominiali. Via libera, quindi, a minoranze super ridotte come già previsto per gli interventi di Superbonus.

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