Cerchiature nelle strutture in tufo, tipologie e requisiti normativi

Il dovere di realizzarle secondo la regola d’arte e secondo la normativa spetta ai tecnici ed alle imprese esecutrici

Ho bisogno di aprire un vano in una muratura portante. Ho necessità di allargare l’apertura del vano esistente. Queste le classiche richieste dei clienti ad architetti e ingegneri durante i lavori di ristrutturazione di appartamenti in centri storici e non solo. Come possiamo accontentarli nel modo migliore utilizzando le cerchiature? Come sceglierle tra le diverse tipologie e qual è l’iter burocratico da seguire per il pieno rispetto della normativa urbanistica e delle costruzioni? Tutte le risposte di seguito con una breve descrizione dei materiali utilizzabili e delle normative da seguire.

Che cos’è una cerchiatura?

Quando si interviene su un muro portante di strutture in pietra o mattoni di una casa occorre prestare particolare attenzione a “conservare” la condizione iniziale di sicurezza e stabilità. Infatti, l’apertura di un vano in una parete portante comporta una diminuzione della rigidezza, della resistenza e della duttilità della parete stessa.

Per il ripristino, occorre realizzare una struttura ausiliaria attorno alla nuova apertura, detto cerchiatura.

Le tipologie di cerchiature

Le cerchiature possono essere realizzate con:

I materiali hanno diverse caratteristiche sia di resistenza che di duttilità. Inoltre anche la loro realizzazione e posa in opera è ben diversa. Nella figura 1, una classica cerchiatura realizzata in cemento armato con barre B450C e calcestruzzo C25/30.

Cerchiature nelle strutture in tufo, tipologie e requisiti normativi cerchiature 1
Figura 1 – Cerchiatura in cemento armato

La normativa di riferimento

Quali sono le norme da rispettare? Le normative da prendere in considerazione per la cerchiatura dei vani in muratura portante sono:

  • M. 14/1/2008 delle Norme Tecniche per le Costruzioni;
  • Circolare n. 617/2009 – Istruzioni di cui al DM 14/1/2008.

Cerchiature nelle strutture in tufo, tipologie e requisiti normativi cerchiature 2

Proprio le norme tecniche delle costruzioni individuano le cerchiature come:

  • interventi di riparazione o interventi locali: interventi che interessino singoli elementi strutturali e che, comunque, non riducano le condizioni di sicurezza preesistenti;

Le cerchiature rientrano tra gli interventi di riparazione o locali se riguardano singole parti e/o elementi della struttura. Pertanto non devono cambiare significativamente il comportamento globale della costruzione e sono volti a conseguire una o più delle seguenti finalità:

  • ripristinare, rispetto alla configurazione precedente al danno, le caratteristiche iniziali di elementi o parti danneggiate;
  • migliorare le caratteristiche di resistenza e/o di duttilità di elementi o parti, anche non danneggiati;
  • impedire meccanismi di collasso locale;
  • modificare un elemento o una porzione limitata della struttura.

Leggi anche Interventi locali: la normativa e gli strumenti per il progettista

Gli aspetti strutturali

L’intervento di apertura di vani in una parete in muratura, o di modifica dei vani esistenti, prevede la valutazione della variazione di rigidezza e di resistenza tra ante operam e post operam.

La cerchiatura si inquadra come intervento di rinforzo per ripristinare la rigidezza e la resistenza perdute con l’intervento, mediante l’inserimento di un telaio metallico o in cemento armato all’interno dei vani.

Rigidezza ante e post operam

Ma come si valuta la rigidezza ante opera e post operam?

La valutazione della variazione di rigidezza non è particolarmente complessa. Per calcolare la rigidezza ante operam e quella post operam si applicano le formule di scienza delle costruzioni a seconda se il nodo del telaio è possibile schematizzarlo come mensola o come incastro.

Cerchiature nelle strutture in tufo, tipologie e requisiti normativi cerchiature 3

Pertanto una volta valutata la rigidezza ante operam e post operam bisogna stare attenti a evitare una riduzione della resistenza.

Distanza dagli spigoli e dalle murature

Particolare attenzione in fase realizzativa dovrà essere posta sulla distanza dagli spigoli del fabbricato e dalle murature ortogonali. Infatti ai fini di una corretta realizzazione dell’intervento la distanza dell’apertura dal muro ortogonale deve essere maggiore di 50 cm. Tale limite non si applica se il muro oggetto dell’apertura prosegue oltre il muro ortogonale.

Inoltre la distanza di porte o finestre nelle pareti perimetrali esterne deve essere maggiore di 1 m dall’angolo, compreso lo spessore del muro trasversale.

Dovrebbe ora risultarti chiaro quali requisiti deve rispettare l’intervento di apertura di un vano in una muratura. Te li sintetizzo di seguito:

  • La rigidezza della parete non deve variare significativamente fra stato ante-operam e post-operam (variazione contenuta entro il 15%);
  • La resistenza della parete non deve variare significativamente fra stato ante-operam e post-operam;
  • La capacità di deformazione della parete non deve variare significativamente fra stato ante-operam e post-operam.

Quali autorizzazioni servono?

La realizzazione di una cerchiatura è un’operazione rientrante nelle opere di manutenzione straordinaria. Pertanto, ai sensi dell’articolo 22 DPR 380/2001, può essere realizzata attraverso la Segnalazione Certificata di Inizio Attività SCIA, che deve rispettare prescrizioni di tipo sismico e strutturale. Oltre alla SCIA, occorre depositare presso il genio civile la pratica strutturale.

Abbiamo visto le diverse tipologie di cerchiature realizzate con i diversi materiali, le modalità di calcolo delle rigidezze e resistenze derivanti dalla teoria di scienza delle costruzioni e le autorizzazioni necessarie per realizzarle. Le cerchiature diventano opere indispensabili per strutture storiche in muratura portante. Pertanto il dovere di realizzarle secondo la regola d’arte spetta ai tecnici ed alle imprese esecutrici.

A proposito degli interventi locali sugli edifici esistenti ti potrebbe interessare:

Interventi locali su edifici esistenti

Questo manuale tecnico-pratico aiuta il progettista (architettonico, impiantista e strutturale) che si accinge a effettuare un intervento di tipo “locale” su un fabbricato esistente. Frutto dell’esperienza pluriennale degli Autori nell’ambito della progettazione sul costruito esistente, l’opera, lungi dall’essere un mero elenco di istruzioni pratiche da seguire pedissequamente, tratta il tema degli interventi locali con taglio operativo sempre tenendo in considerazione che questa tipologia di interventi deve agire sul fabbricato senza snaturarne il funzionamento originario, a garanzia della sicurezza di persone e cose. Nel manuale si individuano le opere che rientrano nella categoria “intervento locale” in accordo con le NTC 2018, meglio esplicitate dalla Circolare applicativa n. 7/2019. Sono proposte anche alcune tipologie di intervento che possono perseguire le finalità indicate dal Legislatore. L’opera tratta anche gli interventi tipologici catalogati in funzione della tipologia strutturale dell’edificio esistente (costruzioni sismo-resistenti in muratura, calcestruzzo armato o acciaio), fornendo indicazioni sulla scelta dell’intervento ottimale in base al sistema costruttivo. Completano la trattazione preziosi consigli operativi sulle accortezze da avere nella preparazione dei dettagli costruttivi. I capitoli finali affrontano la progettazione degli interventi locali con la redazione dei modelli di calcolo globale e offrono una rassegna di interventi “a prima vista” locali ma che in realtà comportano effetti peggiorativi sulla costruzione, il tutto corredato da spunti quantitativi e analitici; infine sono proposti due casi studio di interventi locali su un fabbricato in c.a. prefabbricato e su una porzione di casolare in muratura con l’applicazione delle detrazioni previste dal Sismabonus. Francesco CortesiIngegnere, libero professionista nell’ambito della progettazione e direzione dei lavori strutturali di nuovi fabbricati e di interventi sugli edifici esistenti. Attualmente si occupa di interventi di recupero su edifici danneggiati dal sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016. Laura LudovisiIngegnere, svolge l’attività di libero professionista, come progettista strutturale, direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza, interessandosi in modo particolare del consolidamento e recupero di edifici esistenti. Tra i lavori svolti si annoverano progetti di miglioramento sismico di edifici danneggiati dal sisma (Umbria 1997, L’Aquila 2009, Emilia-Romagna 2012, Centro Italia 2016). VOLUMI COLLEGATI:La progettazione strutturale su edifici esistenti, F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, I ed. 2018Metodi pratici per il rinforzo di elementi strutturali, S. Ferretti, I ed. 2018

Francesco Cortesi, Laura Ludovisi | 2019 Maggioli Editore

29.00 €  27.55 €

Pietro Salomone

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento