Caro energia e ritardi nei pagamenti: l’appello di Federcostruzioni per salvare il settore

Il costo dell’energia elettrica ha raggiunto livelli critici. Federcostruzioni evidenzia il serio rischio di sopravvivenza delle imprese energivore italiane

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Il settore delle costruzioni ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia italiana, rappresentando un pilastro essenziale per la crescita economica e lo sviluppo del territorio.

In un recente comunicato stampa rilasciato da Federcostruzioni, viene evidenziata l’urgenza di un intervento del governo a sostegno dell’intera filiera, con un progetto industriale di lungo periodo. La preoccupazione principale è legata alle imminenti decisioni che saranno prese nella manovra di bilancio.

Federcostruzioni sottolinea come sia necessario un piano industriale chiaro e stabile per raggiungere gli obiettivi energetici imposti dall’Unione Europea. Senza un progetto adeguato, sarà difficile realizzare la riqualificazione del patrimonio immobiliare richiesta, soprattutto considerando che il 63% delle abitazioni italiane rientra nelle classi energetiche F e G, tra le più basse.

Il confronto con altri paesi europei evidenzia un netto divario: in Germania, ad esempio, questa quota scende al 45%, in Spagna al 25% e in Francia al 21%. Il comunicato di Federcostruzioni richiama l’attenzione sui target stabiliti dalla direttiva Green europea, che prevede una riduzione dei consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

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La sfida energetica e il Green Deal

Federcostruzioni sottolinea come il Green Deal europeo non si limiti alla sola riqualificazione energetica degli edifici, ma abbia anche un impatto sul mercato energetico nel suo complesso, liberando risorse per l’industria. Secondo i dati contenuti nel comunicato, il patrimonio immobiliare italiano è costituito da circa 12,2 milioni di edifici residenziali, di cui il 73% è classificato nelle classi energetiche E, F e G.
 
Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni, ha dichiarato nel comunicato stampa che è fondamentale predisporre le risorse pubbliche necessarie per supportare gli investimenti richiesti, anche attraverso i fondi europei. Questa fase critica rappresenta inoltre un’opportunità per ripensare il tessuto urbano italiano, adottando una visione integrata e interdisciplinare. Innovazione, digitalizzazione, rigenerazione urbana e riduzione dei costi energetici sono, secondo Marone, gli obiettivi chiave da perseguire.

I problemi strutturali: caro energia e ritardi nei pagamenti

Il comunicato stampa di Federcostruzioni evidenzia i principali problemi strutturali che affliggono il settore delle costruzioni. Tra questi figurano la stretta sui bonus edilizi, il rallentamento dell’avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), i ritardi nei pagamenti alle imprese e il costo dell’energia molto più elevato rispetto ad altri Paesi europei. Questi fattori stanno influenzando negativamente l’occupazione e la produzione.
 
Nel comunicato, viene riportato un caso emblematico, quello dell’acciaieria Ast Terni, che ha fermato la produzione per una settimana a causa degli insostenibili costi energetici. In Italia, il costo dell’energia elettrica ha raggiunto livelli critici: lo stabilimento di Terni ha pagato 97 euro per megawattora tra gennaio e luglio 2024, rispetto ai 21 euro della Francia e ai 32 euro della Germania. Federcostruzioni sottolinea che questa disparità mette a serio rischio la sopravvivenza delle imprese energivore italiane.

Il futuro del settore e l’attuazione del PNRR

Federcostruzioni, come evidenziato nel suo comunicato, prevede un calo della produzione nel 2024 di oltre il 4%, a fronte del valore della produzione del 2023 che ha superato i 600 miliardi di euro. Anche le aziende associate hanno segnalato preoccupanti segnali di rallentamento.
 
Nel comunicato stampa, viene anche indicato che la realizzazione del Pnrr rappresenta un obiettivo strategico per il futuro del settore. A giugno 2024, la spesa complessiva ammontava a 51,4 miliardi di euro, pari al 26% delle risorse disponibili e al 45% delle rate incassate. Tuttavia, Federcostruzioni evidenzia come l’apertura dei cantieri del Pnrr proceda in modo differenziato tra le diverse regioni italiane. L’analisi di Ance, basata sui dati Cnce_Edilconnect, indica che solo il 38% dei cantieri risulta aperto o concluso, con notevoli differenze territoriali: nel Mezzogiorno solo il 33% dei cantieri è stato avviato, rispetto al 42% del Nord e al 40% del Centro.
 
Secondo Federcostruzioni, queste difficoltà sono legate anche alla presenza di nuovi grandi progetti infrastrutturali nel Sud Italia, che richiedono tempi più lunghi per l’avvio effettivo dei lavori.

Federcostruzioni lancia un chiaro allarme: senza un piano industriale a lungo termine e interventi urgenti per ridurre i costi energetici, il settore delle costruzioni rischia di affrontare gravi difficoltà nei prossimi anni. Le politiche industriali devono essere mirate e supportate da risorse adeguate per affrontare le sfide poste dal Green Deal europeo e rilanciare la filiera delle costruzioni, garantendo così una crescita economica sostenibile per l’Italia.

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