I dati mostrano un incremento delle asseverazioni rispetto al mese di marzo, ma dello 0,9%, la percentuale più bassa fino ad ora registrata considerando gli ultimi mesi.
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Il rallentamento del mese di aprile è oggetto dell’allarme lanciato da Federcepicostruzioni. Per il presidente Antonio Lombardi il motivo è da ricercarsi nella graduale ridefinizione (o forse eliminazione?) del Superbonus da parte del Governo.
Analizziamo nel dettaglio i dati registrati nel Report Enea del 30 aprile 2023 e riportiamo il commento ai dati da parte del presidente della Federazione Nazionale delle Costruzioni che con l’occasione sottolinea la necessità di politiche di sostegno per gli interventi di riqualificazione degli edifici, al fine di incentivare e sostenere la transizione ecologica e raggiungere gli obiettivi da cronoprogramma europeo.
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Superbonus: i dati Enea al 30 aprile 2023
I dati registrati sono:
- 407.396 – numero degli edifici;
- 75.895.452.596,79 euro – totale investimenti;
- 74.613.779.029,81 euro – totale investimenti ammessi a detrazione;
- 59.944.173.032,03 euro – totale investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione.
Federcepicostruzioni evidenzia un incremento delle asseverazioni di appena lo 0,9%, rispetto il +4,9% al 31 marzo e il +3,4% al 28 febbraio. Un rallentamento si registra anche per gli investimenti, aumentati di appena il 2,5%, contro il +8% registrato al 31 marzo, e il +5% al 28 febbraio.
Gli edifici unifamiliari sono quelli che subiscono il maggiore calo negli andamenti: le asseverazioni perdono 4,2 punti percentuali nella crescita, e gli investimenti 7,3 punti. Probabilmente la causa è da ricercarsi nella recente riformulazione delle scadenze.
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Il Superbonus e gli obiettivi europei
Il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi commenta così i dati: “È evidente che inizia il calo degli investimenti, che porterà di qui a poco all’azzeramento totale, dopo la frettolosa decisione di cancellare le detrazioni fiscali introdotte dal governo Conte. Le conseguenze per l’economia e per l’occupazione saranno molto pesanti. Ogni miliardo investito sul Superbonus, ha creato 15.132 posti di lavoro. 8.018 nel settore dell’edilizia, 3.641 nell’indotto diretto dei fornitori, 3.473 nell’indotto indiretto. Si tratta di professionalità che difficilmente le aziende avranno necessità di mantenere e che pertanto verranno espulse dal ciclo produttivo: eppure l’Italia ha da rispettare, con l’Unione europea, impegni precisi che si muovono proprio nella direzione della riqualificazione energetica degli edifici, del contenimento del consumo, dell’adeguamento e messa in sicurezza di immobili vetusti ed energivori”.
La riqualificazione energetica degli edifici è il filo conduttore tra il Superbonus e gli obiettivi europei. Per Lombardi “Occorre concordare, anche in sede europea, politiche di sostegno per questa tipologia di interventi per incentivare e sostenere la transizione ecologica e raggiungere gli obiettivi secondo il cronoprogramma europeo. Obiettivo oggi che non può non conciliarsi con interventi di adeguamento sismico. Non è immaginabile prescindere da concreti e tempestivi investimenti pubblici, ma anche da misure di incentivazione fiscale per smobilitare e attivare capitali privati”.
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Foto:iStock.com/andresr
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