Biennale: il futuro degli architetti tra tecnologia e big data

Alla Biennale di Venezia svettano incontrastati “Gli elementi dell’architettura”: è questo uno dei temi che gli esperti del settore radunati nella cornice veneziana dei Giardini e dell’Arsenale stanno affrontando.

La Mostra Internazionale di Architettura, curata da Rem Koolhaas, sarà aperta al pubblico fino a domenica 23 novembre ma in questi giorni sono tanti gli incontri, i workshop e i dibattiti che si stanno addensando nell’atmosfera veneziana: in questa sede ci soffermiamo su un luogo in particolare. Tra oggi e domani presso il Padiglione americano, infatti, sarà Autodesk a tenere un’esclusiva tavola rotonda (al centro di una serie di altri interessanti eventi collaterali) durante la quale si analizzerà come gli strumenti digitali siano capaci di influenzare le norme per la pratica dell’architetto.

Phil Bernstein, Vice President for Strategic Industry Relations di Autodesk e membro della facoltà della Yale School of Architecture, sarà il protagonista del “panel” dentro al quale si cercherà di dare risposta alle domande sul lavoro dell’architetto nell’era digitale: le aspirazioni sociali, economiche, architettoniche e tecnologiche possono essere codificate in indici e processi per la progettazione? I sistemi misurabili per la progettazione possono migliorare la sostenibilità della società e la situazione delle persone che creano, utilizzano e mantengono l’ambiente fisico? In che modo questi cambiamenti influenzano il lavoro dell’architetto?

“Tools and Standards Panel: Opportunity and Access to the Profession”: questo il nome dell’evento che si terrà nella giornata di oggi presso il Padiglione americano dell’esposizione veneziana, nella splendida cornice dei Giardini. All’evento parteciperanno noti intellettuali esperti del futuro digitale tra cui Patrick MacLeamy di HOK e Mario Carpo dell’University College London.

Il composito e multiforme evento proseguirà anche nella giornata di domani (dopo l’apertura di ieri sera con Bernstein a spiegare “La visione del futuro dell’AEC”) con la discussione/workshop inerente al tentativo di identificazione degli strumenti e delle norme necessarie per il lavoro dell’architetto nell’era digitale e i percorsi e gli approcci per il futuro.

“Il lavoro dell’architetto è attualmente oggetto di una profonda trasformazione a fronte ad esempio dell’avvento del BIM (Building Information Modeling) – spiega Phil Bernstein -, oggi il building information modeling permette agli architetti di applicare modelli per l’ottimizzazione delle progettazione degli edifici. Domani potremo contare su un’infinita potenza di calcolo e sull’accesso al cloud. Nella prossima epoca dei big data e della contestualizzazione, sono convinto che saremo in grado di produrre simulazioni sempre più complete e elaborate di progetti, edifici, città e sistemi di trasporto”.

Autodesk spinge lo sguardo verso il futuro di una professione, quella dell’architetto, fondamentale all’interno del tessuto sociale, produttivo e creativo del nostro tempo (e non soltanto). Guardare al futuro per comprendere meglio come affrontare il presente: la sfida di Autodesk è lanciata.

Redazione Tecnica

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