Sono stati inaugurati il 7 novembre scorso, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, il nuovo ‘Water Terminal’ (darsena per imbarcazioni) e il ‘Moving Walkway’ (tappeto mobile) dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, infrastrutture necessarie per collegare lo scalo alla laguna. L’intervento, dal costo complessivo di 33 milioni di euro, rientra tra le opere previste nel Piano di investimenti dell’aeroporto per il periodo 2012-2021.
Si tratta di due infrastrutture che accrescono il livello dei servizi offerti ai passeggeri dallo scalo aeroportuale attraverso soluzioni architettoniche funzionali, che coniugano tradizione edilizia veneziana con le più moderne tecnologie, in coerenza stilistica con gli altri edifici dell’aeroporto e in particolare con il terminal passeggeri.
L’idea alla base del progetto
Il progetto dell’intervento all’Aeroporto Marco Polo di Venezia ha l’obiettivo di rispondere a due esigenze funzionali degli utenti dell’aeroporto:
- migliorare il comfort e il livello di servizio per l’utenza aeroportuale che arriva e lascia lo scalo dalla darsena utilizzando i mezzi acquei;
- consentire il trasferimento dei passeggeri dalla darsena all’aerostazione e viceversa, adeguando il servizio aeroportuale agli standard degli aeroporti internazionali analoghi per tipologia di traffico.
Tali obbiettivi si sono concretizzati con la costruzione di un edificio sulla darsena, una grande porta d’acqua che accoglie i mezzi acquei da e per Venezia e la realizzazione del Moving Walkway, un edificio lungo circa 365 metri che contiene dei tappeti mobili che collegano l’aerostazione con la darsena.
Moving Walkway
Il percorso pedonale sopraelevato funge da collegamento tra l’aerostazione e la darsena ed è costituito da una galleria chiusa e climatizzata, appoggiata su pilotis che ne sopraelevano l’impalcato di base fino a collocare il piano di calpestio a quota +8.95 m dal piano campagna.
Il tracciato parte dall’innesto con l’aerostazione in corrispondenza del primo ponte di collegamento tra il terminal e l’edificio detto “doppia viabilità”, prosegue pressoché parallelo alla viabilità esistente a raso e in elevazione, per poi piegare e proseguire parallelo al fronte nord-nord ovest del parcheggio Marco Polo fino alla darsena dove si innesta nell’edificio che copre le cavane.
Tre collegamenti pedonali
Sono previsti tre collegamenti pedonali con il terzo livello del parcheggio “Marco Polo”, in prossimità dei vani scale esistenti.
All’interno della galleria trovano posto, allineandosi lungo tutto il percorso, 5 tratti di coppie di tappeti mobili affiancati da due percorsi pedonali, entrambi a senso alterno.
Il percorso pedonale, sia assistito che libero, è stato organizzato in modo asimmetrico: aperto alla vista mediante una parete completamente vetrata verso nord-nord ovest e chiuso mediante una parete opaca nella direzione del massimo soleggiamento così da garantire protezione dall’eccessivo apporto solare estivo e contemporaneamente consentire illuminazione naturale e la veduta sul paesaggio.
L’interno si articola in tre porzioni in corrispondenza dei due marciapiedi laterali e dei tappeti centrali. I tre ambiti spaziali sono definiti da diverse altezze in base all’articolazione del soffitto: un ribassamento fino a 3 metri di altezza libera interna in corrispondenza dei tappeti mobili e fino a 3.50 metri di altezza libera interna sui due lati dove i passeggeri possono camminare verso l’aerostazione o verso la darsena.
Il progetto propone di disegnare un percorso sopraelevato nel verde, traslare verso l’alto un percorso che oggi si trova a livello terra. L’obiettivo principale del design interno è il comfort del passeggero in transito, l’obiettivo principale dell’immagine esterna è l’adeguatezza al contesto e alla funzione.
La parete vetrata verso nord-nord ovest ha andamento a zig-zag per rompere la monotonia del lungo rettilineo dilatando e riducendo lo spazio secondo un ritmo regolare; ogni 20-25 metri un affaccio verso il paesaggio circostante, una sorta di bow-window, suggerisce un momento di sosta. I serramenti della vetrata verso nord saranno in ottone al fine di ridurre al minimo lo spessore del telaio ed esaltare la trasparenza del vetro.
Al piano di campagna, sotto il tracciato, viene sistemata la viabilità e sono ricavati piccoli giardini ovali disegnati all’interno di rettangoli di ghiaia colorata sciolta che garantisce permeabilità del suolo, limita gli interventi di manutenzione e mantiene ordinato lo spazio non utilizzato.
Edificio sulla darsena (porta d’acqua dell’aeroporto)
L’edificio presso la darsena si configura come uno spazio aperto coperto rettangolare, dell’estensione complessiva di 5.000 mq, posto lungo la costa nord-est della darsena. L’edificio è lungo 133 m, largo 36.40 m in corrispondenza delle darsene e 41.30m in corrispondenza dei moli e si eleva fino a +13.28m slmm(+11,58m dal p.c.). Per poco più di metà della sua larghezza si erge sopra lo specchio acqueo.
Dal punto di vista distributivo il fabbricato si configura come un pettine che raccoglie il flusso di passeggeri provenienti via acqua mediante moli di attracco, ortogonali alla riva, per i motoscafi-taxi o i traghetti e lo accompagna lungo la riva fino all’innesto della linea dei tappeti mobili posta all’estremità sud-occidentale.
A livello compositivo, la struttura edilizia si rifà alla tipologia strutturale archetipica del sistema trilitico, articolandosi in una successione di grandi pilastri – dell’altezza di 8,90 m ed allineati su campate di luce netta pari a 15,40 m su cui poggiano imponenti architravi dell’altezza complessiva di 2,5 m; gli architravi, a loro volta, forniscono l’appoggio alla travatura secondaria che sostiene il solaio di copertura, interrotto puntualmente per far filtrare la luce naturale in maniera controllata.
L’arrivo dei mezzi dalla laguna viene ospitato nella grande campata; il flusso dei passeggeri viene quindi raccolto dai pontili galleggianti innestati nello spessore dei grandi pilastri. I passeggeri vengono quindi condotti all’interno dell’unica campata sulla terraferma che attraverso la sequenzialità formale costituisce una direttrice prospettica verso il MovingWalkway, innestato sulla prima campata, verso il fronte Nord-Ovest dell’edificio.
L’ingresso alla linea dei tappeti mobili avviene dalla prima campata posta all’estremità sud-occidentale del fabbricato attraverso due scale mobili,e tre ascensori, ciascuno con una capacità di 26 passeggeri.
Vista dal fronte acqueo, la struttura dell’edificio si configura come una successione ritmica di pieni e vuoti, i primi rappresentati dai pilastri di appoggio in mattoni, i secondi dalle campate che li separano e che ospitano gli attracchi.
All’interno, l’edificio è percepito come una successione di spazi vuoti, resi sequenziali dall’attraversamento trasversale della linea dei pilastri portanti in mattoni; gli elementi orizzontali fondamentali per la connotazione dello spazio sono la copertura bianca e la superficie della darsena stessa, rivestita con un pavimento in calcestruzzo con inerti di ghiaino lavato. Questo sistema di componenti architettonici essenziali genera una fuga prospettica che individua la navata principale di percorrenza, che conduce i passeggeri dai pontili galleggianti verso il MovingWalkway.
Da 3.5 metri di altezza fino a raggiungere la copertura, le campate tra i pilastri sono delimitate da una cortina vetrata continua; i vetri sono serigrafati con un motivo verticale che in prospettiva ricorda una sorta di tendaggio.
Il percorso nella navata di saloni passanti è accompagnato da un giardino costruito con arbusti, piccoli alberi e tappezzanti a bassa manutenzione.
I mattoni SanMarco
Sono i mattoni SanMarco della colorazione Rosso Vivo (unitamente alla malta ed ai sistemi di ancoraggio che completano il pacchetto “parete-sicura” SanMarco) a caratterizzare l’intervento, che ha lo scopo di accogliere e accompagnare i passeggeri lungo il tragitto di collegamento tra terminal acqueo e aerostazione, garantendo loro un trasferimento più confortevole di quello attualmente possibile.
In alcune parti della realizzazione sono stati utilizzati anche i frangisole Terreal-SanMarco, moderna declinazione del laterizio più tradizionale.
“Il progetto propone di disegnare un percorso sopraelevato nel verde, traslare verso l’alto un percorso che normalmente si trova a livello terra. L’ambiguità tipica del carattere di luoghi come questo, che sono contemporaneamente interni ed esterni, spazi privati di uso pubblico, percorsi di tipo urbano ma anche nodo di interscambio, comunicazioni veloci e momento di decantazione nell’iter di un viaggio è il concetto ispiratore delle scelte progettuali.”Afferma l’architetto Ruben Verdi consulente alla progettazione ed alla direzione operativa.
”Il concept scaturisce dalla funzione del “passaggio” il quale suggerisce momenti di fuga e di sosta. L’obiettivo principale del design interno è il comfort del passeggero in transito, l’obiettivo principale dell’immagine esterna è l’adeguatezza al contesto e alla funzione.”
Lungo la banchina nord-est della darsena, un nuovo edificio di 5000 metri quadrati, anch’esso in mattoni rossi SanMarco copre la zona di attracco dei mezzi d’acqua (taxi, traghetti) per rendere più confortevole lo sbarco e l’imbarco dei passeggeri che utilizzano il collegamento navale con Venezia e le isole. Con la realizzazione dell’edificio in darsena si prevede anche la sistemazione dei 12 pontili e dei 24 approdi.
L’edificio presso la darsena si configura come uno spazio aperto coperto rettangolare, con una distribuzione a pettine che raccoglie il flusso di passeggeri provenienti via acqua mediante moli di attracco, ortogonali alla riva, per i motoscafi-taxi o i traghetti e lo accompagna lungo la riva fino all’innesto della linea dei tappeti mobili posta all’estremità sud-occidentale.
A livello compositivo, la struttura edilizia si rifà alla tipologia strutturale archetipica del sistema trilitico, articolandosi in una successione di grandi pilastri – dell’altezza di 8,90m ed allineati su campate di luce netta pari a 15,40m – su cui poggiano imponenti architravi dell’altezza complessiva di 2,5m; gli architravi, a loro volta, forniscono l’appoggio alla travatura secondaria che sostiene il solaio di copertura, interrotto puntualmente per far filtrare la luce naturale in maniera controllata.
Scheda progetto
Committente: Save S.p.A.
Progetto: Save Engineering S.r.l. -Ing. Gino Baldi
Consulente progettazione e direzioni operative: Pooleng S.r.l.- Arch. Ruben Verdi, Ing. Pier Fioravante Brugnera, Ing. Davio Buoro, Ing. Mauro Gallinaro, Ing. Domenico Amoruso
Apaltatore: E.MA.PRI.CE S.p.A.
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