Le casse di previdenza dei liberi professionisti lanciano l’allarme: con l’incremento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%, stabilita dal decreto IRPEF, i fondi pensione subiranno un extra costo di almeno un centinaio di milioni di euro.
La conseguenza? Secondo Andrea Camporese, numero uno dell’Adepp, l’Associazione che riunisce gli enti previdenziali privati, il rischio è che le prestazioni pensionistiche degli iscritti ricevano una diminuzione percentuale nell’ordine del 12%.
“Le casse previdenziali dei professionisti“, è il ragionamento di Camporese, “vengono considerate alla stregua dei grandi fondi speculativi“.
A oggi, con la tassazione delle rendite finanziarie al 20%, i costi a carico della previdenza privata ammontano a circa 450 milioni di euro. L’incremento di altri 6 punti percentuali innescherà inevitabilmente un meccanismo che andrà a riverberarsi sulla futura pensione dei liberi professionisti.
“Con la tassazione al 26% anche per le Casse“, continua Camporese, “si mette in atto una grave lesione del diritto, per gli iscritti, a essere considerati uguali agli altri cittadini italiani ed europei”.
Il motivo è presto detto: chi versa i propri contributi pensionistici all’INPS non è soggetto ad alcuna tassazione, mentre chi è iscritto a una cassa di previdenza privata ha una tassazione compresa tra lo 0 e il 3%.
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