Nel capoluogo pugliese fa ancora discutere, a distanza di alcune settimane dalla sua pubblicazione, la “determina dirigenziale” con cui la Regione Puglia comunica “l’avvio del procedimento per la sottoposizione a vincolo di quattro quartieri del Centro (Bari vecchia, Murat, Libertà e Madonnella)”.
Il provvedimento stabilisce le linee guida con relativi divieti e prescrizioni per progettisti e costruttori nonché committenti pubblici e privati. L’intento è, infatti, quello di salvaguardare il patrimonio architettonico, con particolare pregio e valenza storica, da possibili manutenzioni o interventi di restauro poco coerenti con lo stile originario, danneggiandone quindi l’estetica.
A Barivecchia, per esempio, risultano “vietati gli infissi in metallo e quelli in plastica, mentre le protezioni dovranno essere costituite da persiane. Porte e accesso alle abitazioni in legno: no a porte e portoni in metallo con finitura dorata”.
Domenico De Bartolomeo, Presidente dell’Ance Bari, pur “comprendendo pienamente lo spirito delle linee guida”, e denunciando “un ulteriore elemento di aggravamento della ormai sempre più profonda crisi in cui versa il settore edile”, ritiene che chi abbia “redatto il provvedimento non si sia reso conto dei progressi degli ultimi due/tre decenni nel campo dei materiali per serramenti in acciaio, alluminio e pvc, nelle finiture, nelle sagome e nelle forme dei profili degli infissi”.
Non sappiamo, pertanto, e in conclusione, se e quali integrazioni potrebbero esserci a questo provvedimento, ma intanto sembra difficile conciliare le ragioni dell’estetica con quelle dell’edilizia.
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