Stop agli incentivi per le caldaie a gas: il futuro dell’Ecobonus

Con due emendamenti si chiede che l’Ecobonus 2025 non venga più riconosciuto per le caldaie a gas, così come previsto dalla direttiva Case Green. Gli emendamenti saranno all’esame della Commissione bilancio nei prossimi giorni

Lisa De Simone 20/11/24
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Ecobonus e caldaie a gas, la maggioranza prova a correggere il Governo. Con due emendamenti firmati da deputati di Forza Italia e di Fratelli d’Italia si chiede infatti che l’Ecobonus 2025 non venga più riconosciuto per le caldaie a gas, così come previsto dalla direttiva Case Green. Stesso proposta presentata anche dal M5S. Gli emendamenti saranno all’esame della Commissione bilancio nei prossimi giorni.

Niente da fare, invece, per altri emendamenti con la quale gli stessi deputati di maggioranza chiedevano che l’Ecobonus restasse al 65% anche per il 2025. In questo le proposte di modifica sono state bocciate per mancanza di fondi.

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FORMATO CARTACEO

Impianti termici negli edifici residenziali ad elevate prestazioni energetiche

L’efficienza energetica in edilizia è un tema molto sentito in Italia soprattutto dopo l’uscita dei decreti di attuazione delle direttive europee sul risparmio energetico a partiredai primi anni del 2000. Tuttavia sono scarsi i testi che affrontano gli aspetti impiantistici ed in particolare le relazioni tra i nuovi edifici e gli impianti termici. La presente opera esamina, anche alla luce degli interventi di progettazione realizzati dall’Autore, dettagli e problemi di natura tecnica e pratica che non sono adeguatamente affrontati in altre pubblicazioni o nei corsi di formazione specialistica. Dopo l’introduzione ad alcuni protocolli volontari di certificazione energetica presenti in Italia, sono analizzati i parametri fisico-edili degli edifici ad elevate prestazioni e come questi influenzano le scelte impiantistiche da adottare. Attraverso un vasto repertorio di fotografie di cantiere viene affrontata anche la tematica della tenuta all’aria degli impianti. È poi presente un capitolo dedicato al calcolo termotecnico, all’analisi delle normative vigenti ed alla loro applicazione al fine del corretto dimensionamento degli impianti termici, con alcuni suggerimenti legati all’ottimizzazione dei consumi. Il capitolo centrale si concentra su alcuni dettagli, spesso sottovalutati, degli impianti di ventilazione meccanica, sia per il ricambio dell’aria sia per l’utilizzo nella climatizzazione. È poi presente una analisi sui sistemi radianti per l’individuazione di quelli che meglio si adattano ad essere utilizzati negli edifici ad elevata efficienza.  In appendice sono illustrati tre progetti di fabbricati residenziali realizzati nel nord Italia, progettati e certificati secondo protocolli di efficienza energetica volontaria di cui l’autore ha curato la progettazione termotecnica, l’ottimizzazione dei costi di installazione, gestione e del sistema edificio-impianto.   Paolo SavoiaIngegnere specializzato con pluriennale esperienza nella progettazione di impianti e involucri ad alta efficienza energetica e acustica per il comfort in edilizia. È inoltre tecnico competente in acustica ambientale e tecnico certificato di prove non distruttive di II livello. Esegue indagini strumentali finalizzate sia all’efficienza energetica in edilizia che alla diagnosi di patologie edilizie.

Paolo Savoia | Maggioli Editore 2020

Indice

Come cambia il Bonus sul risparmio energetico

Per l’Ecobonus il testo della manovra prevede una riduzione drastica, dall’attuale 65% al 50% solo sulla prima casa e solo per il 2025. Per le seconde case, invece, già dal prossimo anno scende al 36%. Per il 2026 e il 2027 previsto il 36% per la prima casa e il 30% per le altre. Si tratta in pratica della stessa scaletta prevista per il Bonus Casa.

Sovrapponibili anche la gran parte degli interventi che possono accedere alle detrazioni fiscali, comprese quelle sugli impianti di riscaldamento. E proprio qui sta il problema.

La direttiva Case Green “dimenticata”

Il testo della legge di Bilancio presentato dal governo, infatti, non tiene conto delle restrizioni previste dalla direttiva Case Green per le caldaie alimentate a gas. Il divieto totale all’installazione degli impianti autonomi che utilizzano esclusivamente combustibili fossili scatta dal 2040, ma già dal gennaio del prossimo anno è previsto lo stop agli incentivi fiscali per questo tipo di caldaie, con l’obbiettivo di favorire la transizione verso il riscaldamento elettrico, ossia verso le pompe di calore.

Per rendere la transizione meno drastica la direttiva consente di mantenere gli incentivi, in via transitoria, esclusivamente per gli impianti ibridi, vale a dire per gli impianti assemblati in fabbrica costituiti da una caldaia abbinata con una pompa di calore. Un sistema che consente di ridurre al minimo l’uso del gas da riscaldamento, senza la necessità di intervenire sul sistema di distribuzione, ossia sui radiatori. Nel testo della legge di Bilancio 2025 presenta al Parlamento il governo non ha recepito le indicazioni della direttiva e quindi non ha introdotto nessuna limitazione per gli impianti che utilizzano solo il gas.

Gli emendamenti per lo stop al gas

Distrazione, dimenticanza? Non è dato sapere.

Comunque gli emendamenti presentati per “correggere” il testo del governo portano la firma dei deputati della maggioranza. Si tratta di Roberto Pella e Francesco Cannizzaro (FI) di Forza Italia, e di Lucrezia Mantovani (FdI). Un ulteriore emendamento con lo stesso contenuto è a firma di alcuni parlamentari M5S.

Secondo i testi si prevede la conferma dell’Ecobonus per i vari interventi oggi ammessi all’agevolazione “ad esclusione degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili”. Per caldaie uniche, come specificato nella direttiva UE, si intendono le caldaie autonome. Le stesse restrizioni sono previste per quanto riguarda il Bonus Casa. In sostanza a partire dal prossimo anno le caldaie a condensazione che utilizzano solo il gas potranno comunque essere installate, ma non potranno godere in nessun caso di agevolazioni fiscali. Neppure nel caso di installazione con le termovalvole abbinate, intervento che di qui a fine anno consente, invece, di avere l’ecobonus al 65%.

La UE e gli incentivi all’elettrico

D’altra parte secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) le pompe di calore potrebbero favorire una riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica pari ad almeno 500 milioni di tonnellate al 2030, l’equivalente delle emissioni annuali di CO2 dell’attuale parco automobilistico europeo. Invece nel caso di caldaie non a condensazione la sostituzione con tale tecnologia porta ad una riduzione di consumi ed emissioni inquinanti non superiori all’11%.

Per questo motivo nelle raccomandazioni emanate ad ottobre la Commissione UE ha tenuto a puntualizzare che gli incentivi alle caldaie ibride possono essere previsti solo in via transitoria, e che, peraltro, gli Stati dovrebbero prevedere un sistema che incentiva in misura maggiore l’uso della pompa di calore rispetto al bruciatore abbinato a gas. Si propone, in sostanza, un sistema modulare in modo da incentivare con la detrazione più elevata l’elettrico.

Niente soldi per la proroga dell’ecobonus

Le proposte della maggioranza per l’eliminazione degli incentivi al gas hanno tutte le premesse per essere accolte anche perché altrimenti l’Italia rischierebbe una procedura di infrazione. Secco no invece alla proroga dell’aliquota al 65% anche per un solo anno. Gli emendamenti presentati, anche dalla stessa maggioranza, sono stati infatti bocciati per mancanza di copertura.

In sostanza non ci sono i soldi per mantenere l’Ecobonus con l’aliquota più elevata e tutte le proposte di copertura presentate non sono state ritenute idonee per garantire il gettito necessario. Di l’inammissibilità delle proposte di modifica. Gli emendamenti saranno in votazione a breve. Non sono comunque escluse altre sorprese.

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