Nel 2023 si è registrata una riduzione complessiva delle denunce di infortunio rispetto all’anno precedente. Le denunce sono state oltre 590 mila, con un calo del 16,1% rispetto alle circa 704 mila del 2022. Gli infortuni mortali sono scesi a 1.147 casi, segnando una diminuzione del 9,5%. Tra gli infortuni accertati, 375.578 sono stati riconosciuti sul lavoro, con il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”. Le malattie professionali denunciate sono aumentate del 19,8%, raggiungendo oltre 72 mila casi, dopo un calo durante la pandemia da COVID-19.
I dati riportati sono contenuti nella Relazione annuale dell’INAIL 2023 all’interno della quale viene presentata una panoramica del 2023, circa l’andamento del fenomeno infortunistico, ma anche le politiche di bilancio, assicurative, prestazionali, prevenzionali e di ricerca.
Come anticipato ad inizio articolo, si sono avuti nel 2023 importanti progressi nella riduzione degli infortuni sul lavoro, ma al contempo sono da segnalare le criticità legate all’aumento delle malattie professionali e alle disparità territoriali. Analizziamo di seguito alcuni dei dati riportati nel report.
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Indice
Disparità territoriali negli infortuni mortali
Nel 2023, si è avuto un calo significativo degli infortuni sul lavoro rispetto all’anno precedente. Le denunce di infortuni complessive sono state oltre 590 mila, segnando una riduzione del 16,1% rispetto alle circa 704 mila del 2022. Anche i casi di infortuni mortali hanno subito una diminuzione, passando da 1.268 del 2022 a 1.147 nel 2023, con un calo del 9,5%.
Tuttavia, nonostante il miglioramento complessivo, permane una disparità significativa tra le diverse aree del Paese. Le disparità territoriali rappresentano uno degli aspetti più critici della relazione INAIL 2023. Se da un lato il Nord Italia concentra il 61% degli infortuni complessivi, è il Sud a registrare un incremento delle morti sul lavoro, con un aumento del 6,3% rispetto all’anno precedente. Al contrario, le regioni del Nord hanno visto una riduzione degli infortuni mortali, con il Nord-Ovest che ha segnato un calo del 13,6% e il Nord-Est dell’11,3%. Il divario tra Nord e Sud continua a rappresentare una sfida, evidenziando la necessità di interventi specifici nelle aree più colpite.
Aumento delle malattie professionali
Nonostante la riduzione degli infortuni, nel 2023 le denunce di malattie professionali hanno registrato un aumento significativo. Sono stati segnalati oltre 72 mila casi, con un incremento del 19,8% rispetto all’anno precedente. Le patologie più comuni continuano a essere le malattie muscolo-scheletriche, che rappresentano quasi il 71% delle denunce, seguite dai disturbi del sistema nervoso e dall’ipoacusia. Questo aumento è parzialmente legato al miglioramento delle condizioni di rilevazione, ma anche a problematiche strutturali che necessitano di interventi mirati.
Anche per quanto riguarda le malattie professionali, la distribuzione geografica mostra notevoli disparità. Il Centro Italia ha il maggior numero di denunce (36,8% del totale), seguito dal Sud e dal Nord-Est. Le regioni più colpite sono la Toscana, con oltre 11 mila casi, le Marche e la Puglia, con circa 6.700 denunce ciascuna. Questo trend indica che alcune regioni, soprattutto quelle caratterizzate da settori industriali specifici, sono maggiormente esposte al rischio di malattie legate al lavoro.
Costruzioni: il settore con il più alto indice di gravità
L’Inail elabora un indicatore di rischio fondato sul rapporto tra le conseguenze degli infortuni indennizzati e il numero degli esposti. Le tipologie di conseguenze sono espresse in giornate perdute per addetto.
Tali indicatori, definiti indici di gravità, escludono i casi di infortunio in itinere.
L’analisi del rischio, dell’ultimo triennio consolidato (2019-2021), per settore di attività economica evidenzia al primo posto della graduatoria il settore delle costruzioni, con un indice di gravità pari a 3,48 giornate perse per addetto, più del doppio di quello rilevato per l’Industria e servizi (1,48), seguito da quello della gestione dei rifiuti e reti fognarie (3,06).
Bilancio e risultati di gestione INAIL
Inoltre nel report vengono presentati i dati di bilancio e gestione dell’INAIL. Le entrate hanno raggiunto 12 miliardi e 440 milioni di euro, con un incremento del 6% rispetto al 2022, derivanti principalmente dalle entrate contributive, che sono aumentate del 7%.
L’Inail ha investito in ricerca scientifica per migliorare la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Sono stati gestiti 70 progetti BRiC (Bando Ricerche in Collaborazione), con focus su tecnologie innovative, intelligenza artificiale, e robotica collaborativa.
È stata rinnovata la partnership con l’Istituto Italiano di Tecnologia, concentrata sullo sviluppo di dispositivi per la prevenzione dei rischi lavorativi e della robotica per la riabilitazione.
L’Inail ha proseguito con investimenti immobiliari e mobiliari mirati a progetti di utilità sociale, inclusi la costruzione di edifici scolastici innovativi e poli per l’infanzia. Gli investimenti patrimoniali hanno raggiunto 220 milioni di euro in competenza e 300 milioni di euro in cassa.
l’Inail ha completato la digitalizzazione di 53 processi e servizi nell’ambito del PNRR, migliorando l’interazione digitale con cittadini e imprese. È stato inoltre potenziato l’uso dell’intelligenza artificiale per l’assistenza agli utenti e la raccolta automatizzata di dati. L’infrastruttura del Digital Workplace è stata completata, permettendo un accesso facilitato agli applicativi digitali da parte del personale.
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