Il risveglio della riforma del catasto? Non è il titolo di un b-movie dimenticabile, bensì una seria possibilità di ripartenza per l’importante riforma della materia catastale contenuta nella delega fiscale (legge 23/2014). Il Def varato la prima settimana di aprile dal Consiglio dei ministri menziona infatti in maniera esplicita “la revisione dei valori catastali”, avvertendo tuttavia che l’operazione “sarà oggetto di interventi più generali e organici” da effettuare “al termine di complesse operazioni di allineamento delle basi dati”.
Riforma catasto: cosa accade adesso?
All’interno della sezione dedicata al cronoprogramma delle riforme, il Def fa infatti il punto della situazione sulla delega al cui interno è contenuto il nucleo della riforma del catasto. Ma cosa emerge dal documento? Ciò che si evince è che il Governo rimane convinto della necessità di riformare un catasto ormai vecchio di decenni, ma è anche consapevole della delicatezza della revisione. L’allineamento delle banche dati è necessaria per “valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti”. Ciò significa che con la riforma alcuni proprietari vedranno crescere parecchio il valore catastale della propria casa, e pagheranno più imposte. Si legge inoltre che “la revisione dei valori catastali sarà oggetto di interventi più generali ed organici, al termine di complesse operazioni di allineamento delle basi dati”.
A livello locale il Comune di Roma ha varato negli scorsi mesi un piano di rivalutazione catastale: come sta andando? Scoprilo sul nostro portale verticale Geometri.cc.
I principi direttivi
Ma quali sono i principi direttivi che governano la delega per la riforma fiscale (originata dalla legge 23/2014)? Principi che, lo ricordiamo, non si sono persi nel nulla con la provvisoria entrata in quiescenza del progetto riformistico delle Entrate. Elenchiamoli in maniera sintetica:
1. Invarianza di gettito.
2. Passaggio dai vani catastali ai metri quadrati;
3. Coinvolgimento dei Comuni;
4. Uso di funzioni statistiche al fine di determinare il valore patrimoniale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria (case, uffici, box auto);
5. Stima diretta per le unità a destinazione speciale;
6. Trasparenza, con l’introduzione di forme di tutela precontenziosa per i proprietari.
Leggi qui il punto di vista dell’ANCE sul percorso della riforma del catasto.
Il percorso fino a questo momento
Una parte rilevante della riforma del catasto è già stata effettuata: da ormai 2 anni è in vigore il testo (d.lgs. 198/2014) che determina e disciplina la composizione e le attribuzioni delle commissioni censuarie locali e centrale. Tali commissioni hanno il compito di validare le funzioni statistiche per il calcolo dei valori patrimoniali delle unità a destinazione ordinaria. Un primo step importante, tuttavia reso per ora inutile dall’arresto del resto dell’iter di riforma. In questo periodo di quiescenza è stata inoltre elaborata dall’Agenzia delle Entrate una bozza di decreto con i metodi di calcolo e le procedure da seguire per la revisione degli estimi, fino a giungere alle nuove categorie catastali dei gruppi O (unità ordinarie) ed S (speciali).
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