Contratti d’appalto in ambito condominiale: il committente può effettuare una modifica del progetto in corso d’opera?
In tema di varianti a progetto nell’esecuzione di un appalto d’opere, l’art. 1661 c.c. prevede che il committente possa richiedere all’appaltatore l’esecuzione di tali varianti nei limiti del sesto del prezzo originario e l’appaltatore sia obbligato ad eseguirle con diritto al compenso per i maggiori lavori eseguiti, salvo che esse comportino notevoli modificazioni della natura dell’opera. Da ciò consegue che, nella specifica ipotesi di notevoli varianti dell’opera, non trova applicazione l’art. 1661 c.c., ma viene in discussione la sussistenza stessa del diritto del committente di richiedere dette varianti. Tuttavia, una volta che le opere richieste siano eseguite dall’appaltatore, quest’ultimo ha diritto a richiedere il riconoscimento di corrispettivi ulteriori rispetto al prezzo di appalto originariamente concordato. È la Cassazione a tracciare tale orientamento (sentenza del 4 maggio 2011, n. 9796).
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Quando, nel corso dell’esecuzione del contratto d’appalto, il committente abbia richiesto all’appaltatore notevoli ed importanti variazioni del progetto, il termine di consegna e la penale per il ritardo, pattuiti nel contratto, vengono meno per effetto del mutamento dell’originario piano dei lavori. Affinché la penale conservi efficacia, occorre che le parti di comune accordo fissino un nuovo termine. In mancanza, incombe al committente, che persegua il risarcimento del danno da ritardata consegna dell’opera, l’onere di fornire la prova della colpa dell’appaltatore.
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Ogni tematica viene affrontata muovendo dalla sintetica e ragionata esposizione della principale casistica frutto dell’esperienza emersa in ambito giudiziale ed extragiudiziale e riassumendo le risposte fornite nel corso degli anni principalmente dalla giurisprudenza di legittimità alla luce del dettato normativo vigente nella stessa materia considerata.
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