Il catasto si configura come un inventario della proprietà immobiliare nel nostro paese e come tale è in grado di individuare e catalogare gli immobili con lo scopo di rilevare caratteri essenziali come dati tecnici descrittivi, elementi reddituali, dati anagrafici dei soggetti intestati e natura e quota del diritto di ciascun soggetto.
Sono vari e differenti i ruoli che il catasto ha assunto nel corso degli anni: quella fiscale è infatti solo la finalità originaria dell’inventario della proprietà immobiliare. Ecco una breve panoramica in merito alle varie “nature” che caratterizzano il sistema catastale.
– Natura civilistica: per tutto quello che concerne il sistema di pubblicità immobiliare ed anche come strumento di supporto per la progettazione, realizzazione e manutenzione di opere pubbliche (oltre che per la progettazione urbanistica, la pubblica sicurezza e la tutela del patrimonio ambientale).
– Natura economica: per quanto riguarda la conoscenza del patrimonio immobiliare e delle connesse potenzialità produttive.
– Natura sociale: per tutto ciò che inerisce ad analisi e elaborazioni finalizzate al riconoscimento di agevolazioni fiscali settoriali.
Sono questi gli aspetti che informano le finalità del sistema catastale nel nostro paese: sistema che ha subito una profonda rivisitazione nel corso degli ultimi 20 anni e che sta attraversando proprio ora un processo di revisione di non secondaria importanza. Tramite la stesura della legge delega n. 23/2014, infatti, ci si propone la finalità principale di correggere le sperequazioni determinate dall’attuale sistema di attribuzione delle rendite, le quali risultano spesso essere disomogenee fra loro in relazione ad immobili della medesima categoria catastale.
Ma a che punto è situato il processo di revisione? La scorsa settimana la bozza del primo decreto legislativo sul catasto (quello dedicato alle commissioni censuarie), che ha recepito buona parte delle osservazioni contenute nel primo parere parlamentare, è tornata all’attenzione del preconsiglio dei ministri. Il decreto nella sua nuova formulazione, che nel suo impianto era stato comunque approvato, ha dovuto tener conto di un’importante e non secondaria condizione posta dalle commissioni Finanze e Tesoro del Senato e Finanze della Camera: almeno un membro delle commissioni censuarie locali (che hanno un ruolo chiave nella nascita del nuovo catasto) dovrà provenire obbligatoriamente da quelli indicati dalle associazioni di categoria del settore immobiliare. Nella versione precedente della bozza, la scelta avrebbe potuto anche non cadere su un candidato delle associazioni.
Per approfondire la questione leggi l’articolo Riforma Catasto tra luci e ombre: intervista all’Ing. Antonio Iovine.
Inoltre, un membro “esperto qualificato”, sempre candidato dalle associazioni e designato dall’Economia, ci sarà anche in ciascuna delle tre sezioni della commissione censuaria centrale. Il processo di riforma è pertanto ancora in fieri: nuove modifiche potrebbero ulteriormente incorrere.
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