Dieci Regioni italiane aprono le vele nella direzione di un ulteriore sviluppo del settore dell’edilizia residenziale sociale: Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte e Puglia, attraverso i rispettivi piani casa, hanno deciso di finalizzare i premi di volume o superficie (concessi per incentivare gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione degli edifici) per rilanciare il comparto ed aumentare il patrimonio degli alloggi di edilizia residenziale sociale, dando una risposta efficace ai bisogni abitativi delle famiglie che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico.
Le normative regionali conferiscono discreta importanza al settore dell’edilizia sociale, con differenze strategiche, disciplinari e di contenuto: il punto comune si colloca nel fatto che l’ampliamento degli alloggi previsto dai singoli piani casa diviene più conveniente qualora il costruttore riservi una quota all’affitto a canone moderato.
Osservando le discipline dei piani casa delle 10 Regioni sopracitate, si possono notare due schemi prevalenti per implementare le strategie: in alcune la realizzazione dell’edilizia sociale è condizione per ottenere il premio (Basilicata e Liguria) mentre in altre tale attività comporta un premio aggiuntivo rispetto a quello definito come “standard” (Puglia ad esempio, sistema a “doppia premialità”).
La Regione Lazio si è invece orientata su una combinazione tra premi di volumetria e trasformazioni delle destinazioni d’uso: attraverso interventi di ristrutturazione e sostituzione edilizia possono essere destinati a residenza gli edifici esistenti con una diversa destinazione a patto che una quota della nuova volumetria (tra il 30 e il 35%) sia destinata a progetti di edilizia residenziale sociale.
Tante idee per un unico fine: ovvero la tutela del diritto alla abitazione.
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