Si è concluso stamattina il Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto legge con la sospensione della rata di giugno 2013 dell’IMU. A darne notizia è lo stesso Presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante la conferenza stampa che si è da poco conclusa.
Sospensione IMU per la prima casa, ma non per gli immobili di lusso
Il decreto approvato dall’Esecutivo prevede una riforma complessiva della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare. Saranno previste forme di deducibilità fiscale per l’IMU sui fabbricati produttivi delle imprese: capannoni e strutture industriali.
All’interno della riforma sarà compresa anche una nuova disciplina della TARES.
Ad usufruire della sospensione di giugno dell’IMU saranno i proprietari di prime case ma non solo. A non pagare l’IMU saranno anche le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari, nonché alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) o dagli enti di edilizia residenziale pubblica, comunque denominati, aventi le stesse finalità degli IACP, i terreni e i fabbricati rurali.
Non beneficeranno della sospensione i proprietari di beni immobili di lusso come le abitazioni di tipo signorile, i palazzi di pregio storico e artistico, le ville e i castelli.
La clausola di salvaguardia
La riforma dovrà essere attuata nel rispetto degli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza 2013 come risultante dalle relative risoluzioni parlamentari e, in ogni caso, in coerenza con gli impegni assunti dall’Italia in ambito europeo, entro la data del 31 agosto 2013.
Nel malaugurato caso che il Governo non riesca a rispettare i tempi che si è dato, i contribuenti dovranno mettere mano al portafogli a settembre 2013 per pagare la rata di giugno sospesa.
Il Consiglio dei Ministri, infine, ha dato mandato al Ministro dell’economia e delle finanze di illustrare alla Commissione europea le misure adottate dall’Italia per assicurare il pieno rispetto degli obiettivi programmatici contenuti nel Documento di economia e finanza approvato dal Parlamento.
Di Mauro Ferrarini
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