È bufera sul nuovo regolamento per il riordino della materia sismica in Calabria. Ingegneri e Architetti degli Ordini provinciali della Regione abbandonano la partecipazione al tavolo tecnico e contestano i sistemi di controllo adottati dalla p.a. per la verifica delle procedure di calcolo redatte dai progettisti.
Con il recente intervento del CNI e del CNAPPC, si sposta su un piano nazionale la questione dell’abolizione dell’articolo 7 del Regolamento di attuazione della legge regionale n.35/2009, la meglio conosciuta legge antisismica.
Il punto che ha provocato l’interruzione della collaborazione e della partecipazione ai lavori del tavolo tecnico regionale da parte degli Ingegneri e degli Architetti è la procedura automatizzata (denominata SI-ERC), che verifica l’affidabilità e la rispondenza alla legge delle procedure di calcolo redatte dal progettista e depositate ai sensi del testo unico dell’edilizia (d.P.R. 380/2001).
Ma perché i progettisti calabresi sono così polemici nei confronti della pubblica amministrazione regionale?
“La procedura SI-ERC“, scrivono in un comunicato stampa congiunto gli Ingegneri e gli Architetti, “non semplifica il processo ma, anzi, lo appesantisce con azioni complesse ed oscure costringendo il progettista ad inserire dati che hanno una specificità ed un formato diverso da quello che ha utilizzato nel processo progettuale, determinando in questo modo una potenziale causa di errore che può portare alla bocciatura di un progetto che, invece, è corretto”.
Fondamentalmente, questa è la critica dei tecnici progettisti calabresi, che hanno incassato l’appoggio dei vertici nazionali del CNI e del CNAPPC, i codici del SI-ERC risultano “di fatto assolutamente oscuri al progettista strutturale, e non solo”.
Trasparenza, ma dove?
Sotto la lente dei progettisti vi è anche la questione della trasparenza che, nel caso del sistema SI-ERC del regolamento calabrese, lascia molto a desiderare.
In particolare, ricordano i progettisti, il capitolo 10 delle NTC 2008 contiene le indicazioni per la redazione dei progetti strutturali e per renderli “leggibili”. Insomma, la legge impone al tecnico di dare informazioni semplici e chiare e che non parlino un linguaggio per iniziati. Ma il principio di trasparenza deve essere rispettato da entrambe le parti: dal controllato (l’utenza, in questo caso il progettista) e dal controllore (la p.a.)
Per Ingegneri e Architetti, invece, “la scelta fatta dalla Regione Calabria in tema di procedure automatizzate di controllo, contraddicono, ed addirittura per certi versi violano, i principi di legge e del capitolo 10 delle NTC 2008“.
“L’impossibilità di entrare nel software utilizzato dalla p.a.”, rimarcano CNI e CNAPPC, “non rende il procedimento automatico trasparente perché, di fatto, non pone sullo stesso livello di conoscenza del sistema, la pubblica amministrazione e l’utenza”.
Gli Ordini nazionali di Ingegneri e Architetti ora chiedono un’audizione per “pervenire, nel più breve tempo possibile, alla eliminazione di ogni distorsione”. E in attesa di una risposta, i progettisti calabresi interrompono il confronto al tavolo tecnico con la p.a.
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