Il ritardo dei pagamenti delle p.a. alle imprese resta un’emergenza da risolvere al più presto. Mentre resta in primo piano la difficile situazione politica, le imprese chiedono a gran voce di affrontare un problema che si trascina da troppo tempo e che rischia di peggiorare ulteriormente la situazione economica del nostro paese.
Paolo Buzzetti, presidente Ance, ha annunciato la firma di un appello comune da parte di tutte le associazioni datoriali della filiera dell’edilizia (Ance, Anaepa Confartigianato, Cna Costruzioni, Fiae – Casartigiani, C.L.A.A.I., Alleanza delle Cooperative italiane, Aniem e Federcostruzioni) per definire un piano di pagamento dei debiti pregressi della pa.
“L’Europa deve consentirci di pagare le imprese – ha dichiarato Buzzetti – . Questa è una delle emergenze che il nuovo governo, qualunque esso sia, dovrà affrontare”.
“Il flop che finora ha fatto registrare la certificazione dei crediti, solo 3 milioni di euro sbloccati in 8 mesi, dipende infatti dalla reale impossibilità da parte dello Stato italiano di pagare i debiti pendenti per non incidere sul pareggio di bilancio strutturale, come definito dal fiscal compact – aggiunge -.
Un problema che può essere rimosso solo con un accordo preventivo con l’Unione europea che inquadri il pagamento dei crediti come una misura una tantum, non strutturale, e quindi a zero impatto sulla stabilità del bilancio dello Stato. Lo dimostra il caso della Spagna che ha concordato in sede europea una misura straordinaria di indebitamento per poter pagare le imprese. Grazie a questo accordo preventivo il governo di Madrid ha potuto già saldare debiti per 27 miliardi in 5 mesi.
“Un confronto impietoso – conclude Buzzetti – che ci deve spingere a trovare quanto prima una soluzione per porre fine a un’autentica finzione contabile che porta a nascondere il debito per non gravare sul bilancio. Un artificio che sta facendo chiudere migliaia di imprese”.
Ricordiamo che, secondo i dati della Ragioneria dello Stato, al 31 gennaio sono state rilasciate solo 71 certificazioni, per un importo di 3 milioni di euro, le amministrazioni pubbliche accreditate sono 1.227, le imprese 289. Secondo la Ragioneria dello Stato non essendoci una procedura vincolante, e tanto meno sanzioni, gli enti locali non si sentono obbligati ad iscriversi (leggi anche “Pagamenti P.A., certificazione dei crediti troppo a rilento“).
D’altro canto sia le banche sia le imprese hanno segnalato alcune criticità del sistema di iscrizione: le banche hanno criticato la modalità di accesso alla piattaforma, le imprese hanno espresso contrarietà sull’eliminazione della possibilità di utilizzare, in via transitoria, la modalità cartacea.
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