È in discussione in questi giorni al Consiglio europeo la proposta di modifica della direttiva qualifiche 36/05 che prevede l’introduzione della tessera professionale europea per agevolare la mobilità dei professionisti.
Attualmente a livello comunitario non esistono strumenti che permettano di raccogliere tutte le informazioni relative alle qualifiche professionali al di fuori dal paese d’origine dello stesso profesisonista. Con questa modifica alla direttiva qualifiche 36/05 il Consiglio europeo intende rilanciare la mobilità del mercato del lavoro e la giusta valorizzazione del merito nell’Unione europea, offrendo maggiori possibilità di riconoscimento all’estero delle qualifiche, ma anche introducendo un sistema di vigilanza a garanzia della professionalità.
Per il Consiglio europeo la carta dovrà rappresentare una procedura alternativa rispetto a quella attualmente prevista dalla direttiva 2005/36/CE e saranno gli Stati membri a individuare le Autorità competenti deputate al rilascio.
In particolare la tessera professionale europea dovrà attestare l’esperienza accademica e professionale grazie al collegamento al sistema d’informazione del mercato interno. Prevista anche la possibilità di accedere con più facilità alle informazioni sul riconoscimento delle qualifiche.
Grazie a questa tessera verranno una volta per tutte eliminate le barriere all’ingresso e le pratiche burocratiche che attualmente ostacolano la piena mobilità per chi è alla ricerca di lavoro, agevolando i trasferimenti da uno Stato membro all’altro per motivi professionali.
Ricordiamo che in Italia è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio scorso il decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 sulla certificazione delle competenze, che entrerà in vigore il prossimo 2 marzo (leggi anche “Competenze professionali, in Gazzetta il decreto sulla certificazione“).
Con un sistema rigoroso e coordinato a livello nazionale di riconoscimento delle competenze acquisite, il decreto si propone di:
– promuovere la mobilità geografica e professionale;
– favorire l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro;
– accrescere la trasparenza degli apprendimenti e la spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo.
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