Utilizzare le tabelle parametriche previste nel decreto del ministro della Giustizia di prossima emanazione. Questa in sintesi l’opinione del Cnaapc sulla delibera 49 dell’Autorità di Vigilanza in merito ai servizi di progettazione.
“Apprezziamo il prezioso lavoro svolto dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici nella consapevolezza che la deliberazione n°49, coprendo un vuoto legislativo, individua un metodo per calcolare gli importi da porre a base d’asta e per scegliere le procedure da adottare per gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria. Tuttavia, riteniamo che, a regime, possano essere più razionalmente utilizzate le tabelle parametriche di cui al Decreto che sarà presto emanato dal Ministro della Giustizia, in adempimento all’art.9 comma 2 del Decreto sulle liberalizzazioni (DL 1/2012, convertito con legge 27/2012). Queste tabelle parametriche proprio perché concepite quale strumento a servizio del giudice nei contenziosi, possono costituire un valido punto di riferimento anche per le Amministrazioni Pubbliche, scongiurando il rischio di alimentare un’eccessiva discrezionalità delle stazioni appaltanti che non si coniugherebbe con il principio della trasparenza a cui si ispirano le direttive europee e il codice dei contratti”.
Parola di Rino La Mendola, vicecepresidente del Consiglio Nazionale Architetti, con delega ai Lavori pubblici. Lo ha dichiarato dopo la riunione del Tavolo tecnico presso l’Autorità di Vigilanza che ha affrontato le tematiche relative all’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, dopo l’abrogazione delle tariffe, sancita dall’art.9 del Decreto sulle liberalizzazioni dello scorso 24 Gennaio, convertito nella Legge n° 27 del 24 marzo 2012.
Nel corso dell’incontro, l’Autorità di Vigilanza ha illustrato i contenuti della deliberazione n. 49 del 3 maggio, con la quale, in assenza di ogni riferimento tariffario e nelle more di un approfondimento della materia, sono stati stabiliti i criteri per calcolare l’importo da porre base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria.
Le stazioni appaltanti, calcolando l’importo dei corrispettivi da porre a base di gara, dovranno dimostrare di avere seguito un percorso analitico, garantendo la congruità dell’importo, al fine di salvaguardare l’interesse pubblico, poiché “una carente progettazione, oltre a determinare la realizzazione di opere di minor pregio, è la fonte principale di maggiori costi e tempi di realizzazione, nonché di riserve e ricorsi giursdizionali”.
I responsabili dei procedimenti fino all’emanazione di nuove direttive potranno riferirsi alla media dei costi sostenuti (al netto di ribasso), negli ultimi anni dalla loro amministrazione o da altre stazioni appaltanti, per servizi tecnici simili a quelli da affidare. Il rapporto tra i costi sostenuti e l’importo delle opere realizzate, incrementato dalla media dei ribassi, costituirà la percentuale da applicare all’importo dei lavori da realizzare.
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