L’Italia non attingerà ai fondi europei non spesi che la Commissione europea vuol far confluire in un fondo di garanzia per il completamento di grandi infrastrutture: il Parlamento europeo ha bocciato (con 14 voti contrari e 11 a favore) l’emendamento per far accedere il Paese ai benefici.
L’emendamento era stato presentato su sollecitazione dal deputato Crescenzio Rivellini, per fare entrare l’Italia nel gruppo di paesi (attualmente: Grecia, Portogallo, Irlanda, Ungheria) che ne beneficeranno. Rivellini ha denunciato il fatto al ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera, durante un incontro con gli europarlamentari.
Il parlamentare italiano è relatore della modifica, proposta dalla Commissione europea, del regolamento 1083/2006 che intende creare un fondo di garanzia in cui far confluire (anziché restituirle agli stati membri) le risorse comunitarie non utilizzate entro l’anno allo scopo di finanziare, con un fattore moltiplicatore fino a 63, il completamento di grandi infrastrutture.
Rivellini ha informato del caso, “nelle ultime settimane”, il premier Monti, il ministro Moavero, i colleghi italiani di tutti i partiti.
Tra le altre infrastrutture italiane che si sarebbero potute finanziare, Rivellini indica:
– riconversione di Napoli Est e Bagnoli Futura;
– infrastrutture nel campo dei rifiuti in Campania;
– gli aeroporti di Catania e Lamezia Terme;
– le autovie e la Pedemontana veneta;
– la tangenziale est di Milano;
– l’Acquedotto Pugliese;
– i sistemi di trasporto sostenibile di Catanzaro e Cosenza;
– il porto di Gioia Tauro.
Ora il dossier andrà in aula con parere della commissione sfavorevole all’Italia.
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