Formazione e mobilità CTU. Un DDL per rivedere le modalità di incarico

L’obiettivo è quello di riformare le norme che regolano la professione del CTU e dare la possibilità al giudice di conferire l’incarico agli iscritti nell’albo di altro tribunale o a coloro non iscritti

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Novità in vista per i professionisti che svolgono la funzione di CTU.

Il disegno di legge delega per l’efficienza del processo civile e la revisione degli strumenti di risoluzione alternative alle controversie, approvato dal Senato, contiene indicazioni per la formazione continua e la mobilità dei CTU.

Inoltre, il nuovo testo prevede, che “le funzioni di consulente presso le sezioni specializzate dei tribunali con competenza distrettuale possono essere affidate ai consulenti iscritti negli albi dei tribunali del distretto”.

L’obiettivo è quello di riformare le norme che regolano la professione di consulente tecnico di ufficio e garantire la scelta del CTU in tempi rapidi, snellendo così le procedure legate alle controversie. Un obiettivo che rientra tra quelli stabiliti dal piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR per procedere con gli investimenti attraverso le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e ridurre il contenzioso e le tempistiche in caso di controversia.

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Un DDL che è piaciuto sia ai tecnici, sia ai commercialisti.

Per Franco Fietta, presidente Fondazione Inarcassa, si tratta di un ottimo punto di partenza e chiede che il provvedimento sia approvato in tempi stretti e senza modifiche anche alla Camera. Fietta ha anche sottolineato che i CTU svolgono una funzione pubblica essenziale a supporto del sistema giudiziario.

ll presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, ha dichiarato che “questa novità è il frutto di un’incessante azione svolta dalla categoria in questi anni, con interlocuzioni costanti con la politica e le istituzioni, con cui abbiamo sostenuto le ragioni di un emendamento che andasse nella nuova direzione. La situazione e la prassi che è derivata in questi anni nell’ambito dell’attribuzione degli incarichi dei CTU nei tribunali delle imprese avvilisce l’intera categoria, operando una ingiustificata e inaccettabile distinzione tra professionisti aventi tutti pari dignità, a prescindere dal Tribunale di riferimento. Per questo siamo oggi particolarmente soddisfatti per il risultato ottenuto”.

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Vediamo nel dettaglio cosa prevede il nuovo Ddl.

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I principi alla base dei decreti

I nuovi decreti, che dovranno essere adottati entro un anno dall’entrata in vigore della legge delega, disciplineranno la professione di CTU, tenendo conto dei principi e criteri sotto elencati:

  1. rivedere il percorso di iscrizione per favorire l’accesso anche più giovani;
  2. distinguere le varie figure professionali, caratterizzate da percorsi formativi differenti anche per il tramite dell’unificazione o aggiornamento degli elenchi, favorendo la formazione di associazioni nazionali di riferimento;
  3. creazione di un albo nazionale unico al quale magistrati e avvocati possono accedere per ricercare le figure professionali più adeguati al singolo caso;
  4. favorire la mobilità dei professionisti tra le diverse corti d’appello, escludendo obblighi di cancellazione da un distretto all’altro;
  5. prevedere la formazione continua dei consulenti tecnici e periti;
  6. tutelare la salute, la gravidanza o le situazioni contingenti che possono verificarsi nel corso dell’anno lavorativo, prevedendo la possibilità di richiesta di sospensione volontaria come previsto in altri ambiti lavorativi;
  7. istituire presso le corti d’appello una commissione di verifica deputata al controllo della regolarità delle nomine.

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Cosa cambia per gli incarichi?

Fietta spiega che in questo modo si attuerebbe un meccanismo trasparente e meritocratico di reclutamento dei consulenti tecnici, garantirebbe un effettivo risparmio di denaro pubblico.

Rispetto all’attuale normativa, che prevede l’affidamento delle funzioni di CTU da parte del giudice ai soli iscritti nell’albo istituito presso il Tribunale in cui gli stessi hanno la propria sede, la riforma consentirebbe al giudice di conferire l’incarico a un consulente iscritto nell’albo di altro tribunale o a persona non iscritta in alcun albo (motivandone la scelta e consultando il presidente).

Ciò consentirebbe, l’affidamento degli incarichi attingendo agli elenchi degli iscritti dei tribunali dell’intero distretto e una selezione che diventa quindi su base regionale.

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Formazione e mobilità CTU. Un DDL per rivedere le modalità di incarico Screenshot 1465Altra novità interessa le sezioni dei tribunali delle imprese dei Tribunali di Milano, Roma e Napoli, dove risultano agevolati negli incarichi i professionisti iscritti agli albi tenuti dai Tribunali delle città in questione. Secondo previsto dal DDL sarà possibile affidare gli incarichi da parte del tribunale di Milano ai consulenti di tutto il Nord Italia, da quello di Roma ai consulenti del Centro e da quello di Napoli ai consulenti del Meridione.

Il Consigliere nazionale dei commercialisti delegato alle Funzioni giudiziarie, Giuseppe Tedesco ha commentato che “Grazie alla nostra azione sono stati finalmente individuati modalità e criteri di nomina del CTU maggiormente equi, con un intervento di modifica del testo normativo che farà definitivamente chiarezza sulla questione, snellendo le procedure di nomina e svincolandole da criteri interpretativi non più adeguati. Con la nuova disposizione tutti i quasi 120 mila commercialisti verranno considerati “uguali”. Si tratta di un obiettivo a lungo perseguito dal nostro Consiglio nazionale e a lungo inspiegabilmente bloccato, pur essendo, oltre che giusto e razionale, anche a costo zero per le casse dello Stato”.

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Ci sarà una revisione anche ai compensi?

Per Fietta, la riforma oltre ad interessare formazione e organizzazione professionale, non dovrà escludere il tema compensi.

“Occorre, infatti investire sull’aggiornamento professionale e la specializzazione dell’attività anche attraverso la costituzione di albi dinamici suddivisi per competenze, subordinandone iscrizione al possesso al possesso della partita Iva, RC professionale e regolarità contributiva aspetti che anche nel campo della giustizia non possono essere più dimenticati. Al contempo ci aspettiamo che a fronte di una sempre maggiore professionalizzazione di CTU si provvede all’aggiornamento dei loro onorari che oggi sono umilianti ed imbarazzanti ormai fermi al decreto del ministero della giustizia del 30 maggio 2002″.

Consigliamo

Il volume Prontuario del CTU di Paolo Frediani, edito da Maggioli Editore, che analizza le funzioni, gli ambiti processuali, le regole procedimentali, le responsabilità e le pratiche attività del consulente tecnico di ufficio nei diversi momenti dell’incarico.

L’analisi è arricchita con esempi, tabelle esemplificative “Osservare/Fare” (che indicano le condotte da tenere nelle diverse situazioni), FAQ, casi risolti e normative di riferimento. Completano il prontuario l’appendice con le principali formule per il consulente tecnico, un pratico glossario dei termini in uso e un utile indice analitico per reperire facilmente e velocemente le informazioni necessarie.

Foto:iStock.com/bizoo_n

Redazione Tecnica

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