I tetti verdi, o green roofs, rappresentano una delle soluzioni più efficaci per integrare natura e architettura. Si tratta di coperture vegetali installate su edifici, capaci di migliorare comfort abitativo, efficienza energetica e resilienza urbana. Diffusi in Germania dagli anni ’80, oggi sono considerati un pilastro della bioedilizia e delle strategie nature-based.
Vediamo quali tipologie di tetti verdi esistono, come sono strutturati, quali benefici portano e le principali criticità.
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Indice
Suggeriamo:
Progettare il comfort abitativo
Il comfort abitativo è il risultato di un equilibrio dinamico tra l’uomo e l’ambiente costruito, dove la qualità dell’aria, il controllo termoigrometrico, l’acustica e l’illuminazione si intrecciano con le risposte sensoriali e psicofisiche dell’individuo. Questo volume propone un approccio interdisciplinare alla progettazione degli spazi abitativi, connettendo i principi delle neuroscienze con le soluzioni tecniche per garantire il benessere indoor. Attraverso un’analisi comparata tra il funzionamento del corpo umano e le prestazioni dell’involucro edilizio, gli autori offrono una guida alla progettazione consapevole degli ambienti, mettendo in relazione sistemi impiantistici, materiali e tecnologie costruttive con le percezioni sensoriali di chi abita gli spazi. La trattazione è arricchita da numerosi esempi applicativi dedicati a residenze, scuole, hotel, luoghi di lavoro e cantine, con un’attenzione particolare alla gestione della salubrità, all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. Uno strumento indispensabile per architetti, ingegneri e progettisti impegnati nella definizione di spazi che migliorano la qualità della vita quotidiana. Mirko GiuntiniIngegnere, si occupa da anni di progetti di edifici ecosostenibili. È consulente energetico e docente dell’Agenzia CasaClima, Esperto in Edilizia Sostenibile (EES) ed Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). Svolge attività di docente in corsi di specializzazione e master su tematiche di sostenibilità ambientale e costruzioni sostenibili organizzati da ordini professionali, enti pubblici e privati, scuole e centri di formazione di importanza nazionale.Rosita RomeoGiornalista, Consulente CasaClima, Esperta di comfort abitativo, Sociologa con un diploma e relativa abilitazione di geometra. Se con le conoscenze tecniche progetta edifici secondo i parametri dei protocolli di CasaClima con quelle sociologiche si occupa degli effetti del discomfort abitativo sul cervello e conseguenzialmente sugli atteggiamenti e comportamenti individuali.
Mirko Giuntini, Rosita Romeo | Maggioli Editore 2025
32.30 €
Tipologie di tetto verde
I tetti verdi si distinguono principalmente in tre categorie, ciascuna con caratteristiche e requisiti specifici.
- Estensivi: sono le soluzioni più leggere e semplici da gestire. Il substrato di coltivazione è sottile e ospita specie vegetali particolarmente resistenti, come sedum e muschi, capaci di adattarsi a condizioni difficili e di richiedere pochissima manutenzione. Questi tetti sono ideali per chi desidera un rivestimento verde funzionale, senza impegni di cura costanti.
- Intensivi: al contrario, presentano uno spessore maggiore e un peso più consistente. Grazie alla profondità del substrato, possono accogliere arbusti e persino piccoli alberi, trasformandosi in veri e propri giardini pensili. Offrono un impatto estetico notevole e spazi fruibili, ma necessitano di irrigazione regolare e di una manutenzione attenta, simile a quella di un giardino tradizionale.
- Ibridi: rappresentano una via di mezzo tra le due soluzioni. Bilanciano peso e spessore con una varietà vegetale più ampia rispetto agli estensivi, ma meno impegnativa degli intensivi. Sono pensati per chi cerca un compromesso tra leggerezza, facilità di gestione e valore estetico.
Struttura tecnica dei tetti verdi
Un tetto verde è un sistema stratificato che integra natura e tecnologia. Alla base si trova la membrana impermeabilizzante, che protegge l’edificio dalle infiltrazioni. Sopra di essa viene collocata la barriera anti-radici, indispensabile per evitare che le radici penetrino e danneggino la copertura.
Il passo successivo è il sistema di drenaggio, progettato per regolare il deflusso delle acque piovane e prevenire ristagni. Su questo strato poggia il substrato di coltivazione, una miscela di materiali minerali e organici che garantisce leggerezza, stabilità e nutrimento alle piante. Infine, lo strato più visibile è quello della vegetazione, che varia in funzione della tipologia di tetto verde: dalle specie più resistenti e poco esigenti fino ad arbusti e piccoli alberi.

Un tetto verde può essere realizzato sia su coperture piane che su coperture inclinate, purché l’inclinazione sia almeno del 1,5–2% per consentire il corretto deflusso dell’acqua. Può inoltre essere calpestabile o non calpestabile, a seconda della destinazione d’uso: i tetti intensivi, ad esempio, possono trasformarsi in giardini pensili fruibili, mentre quelli estensivi restano generalmente non accessibili se non per manutenzione.
Per garantire durabilità e prestazioni si utilizzano materiali specifici come geotessili, argilla espansa e substrati minerali-organici. In molti casi, il sistema viene integrato con soluzioni per la raccolta e il riuso delle acque piovane, rendendo il tetto verde un dispositivo di gestione sostenibile delle risorse idriche oltre che un elemento estetico e funzionale.
Benefici tecnici ed energetici
I tetti verdi offrono vantaggi concreti dal punto di vista prestazionale. Il primo beneficio riguarda l’isolamento termico: la presenza di uno strato vegetale e di substrato riduce il flusso di calore attraverso la copertura, con valori che possono arrivare fino al 50%. Questo significa che gli ambienti sottostanti restano più freschi in estate e più caldi in inverno, contribuendo a un comfort abitativo costante.
Un secondo aspetto è l’isolamento acustico. La massa vegetale e il substrato agiscono come barriera naturale contro i rumori esterni, con una capacità di attenuazione che può raggiungere i 10 dB. Tale caratteristica è particolarmente rilevante in contesti urbani ad alta densità, dove il rumore rappresenta una delle principali fonti di stress.
Grazie a queste proprietà, si ottiene un significativo risparmio energetico: la riduzione della necessità di climatizzazione comporta minori consumi e, di conseguenza, un abbattimento dei costi annuali di gestione.
A ciò si aggiunge la gestione idrica: un tetto verde è in grado di trattenere fino al 90% delle precipitazioni, rilasciando l’acqua gradualmente e riducendo il carico sulle reti fognarie. Questo contribuisce a prevenire allagamenti e a migliorare la resilienza urbana in caso di piogge intense.
Benefici ambientali e sociali
Oltre agli aspetti tecnici, i tetti verdi hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Uno dei principali vantaggi è la mitigazione dell’isola di calore urbana: le superfici vegetali abbassano la temperatura locale, contrastando l’accumulo di calore tipico delle città.
La vegetazione contribuisce anche al miglioramento della qualità dell’aria, grazie alla capacità di assorbire polveri sottili e sostanze inquinanti. Parallelamente, favorisce l’incremento della biodiversità urbana, creando habitat per insetti, uccelli e altre specie che altrimenti troverebbero poche risorse in contesti artificiali.
Infine, i tetti verdi possono trasformarsi in spazi fruibili e di valore estetico, offrendo luoghi di relax e socialità, oltre a migliorare l’immagine architettonica degli edifici.
Criticità
Nonostante i numerosi benefici, esistono alcune criticità da considerare. I costi iniziali di realizzazione sono generalmente superiori rispetto a una copertura tradizionale, poiché richiedono materiali specifici e una progettazione accurata. Inoltre, è fondamentale verificare la portata strutturale dell’edificio, per assicurarsi che la copertura possa sostenere il peso aggiuntivo del substrato e della vegetazione.
La manutenzione varia in base alla tipologia: nei tetti estensivi è minima, limitata a controlli periodici, mentre nei tetti intensivi è regolare e più impegnativa, simile a quella di un giardino tradizionale.
Tabella: benefici e criticità dei tetti verdi
| Categoria | Aspetti | Descrizione tecnica e argomentata |
| Benefici tecnici ed energetici | Isolamento termico | Riduce il flusso di calore fino al 50%, migliorando comfort abitativo e stabilità climatica interna. |
| Isolamento acustico | Attenua i rumori esterni fino a 10 dB, particolarmente utile in contesti urbani ad alta densità. | |
| Risparmio energetico | Minore uso di climatizzazione, con risparmi annuali significativi sui costi di gestione. | |
| Gestione idrica | Trattiene fino al 90% delle precipitazioni, riducendo il carico sulle fognature e prevenendo allagamenti. | |
| Benefici ambientali e sociali | Mitigazione isola di calore | Abbassa la temperatura locale, contrastando l’accumulo di calore tipico delle città. |
| Qualità dell’aria | Le piante assorbono polveri sottili e inquinanti, migliorando la salubrità dell’ambiente urbano. | |
| Biodiversità urbana | Favorisce habitat per insetti, uccelli e altre specie, aumentando la resilienza ecologica. | |
| Spazi fruibili ed estetici | Può trasformarsi in giardino pensile, offrendo luoghi di relax e valore architettonico. | |
| Criticità | Costi iniziali | Superiori rispetto a coperture tradizionali, per materiali e progettazione specializzata. |
| Portata strutturale | Necessità di verificare la capacità dell’edificio di sostenere il peso aggiuntivo. | |
| Manutenzione | Minima nei tetti estensivi, regolare e più impegnativa nei tetti intensivi. |
Normative e incentivi
La realizzazione di un tetto verde o di un giardino pensile non è soltanto una scelta estetica o funzionale, ma comporta anche il rispetto di precise norme tecniche. In questo ambito, un riferimento fondamentale è la DIN 4095, normativa tedesca che disciplina la progettazione e l’esecuzione dei sistemi di drenaggio per le costruzioni. Questa norma stabilisce i criteri per garantire che l’acqua piovana venga correttamente raccolta e smaltita, evitando ristagni e infiltrazioni che potrebbero compromettere la durabilità della copertura e la sicurezza dell’edificio. La DIN 4095, infatti, definisce requisiti specifici per i materiali utilizzati, per la stratigrafia dei sistemi drenanti e per le modalità di posa, assicurando che ogni componente sia idoneo a resistere nel tempo e a svolgere la propria funzione.
Per questo motivo, quando si progettano o si realizzano tetti verdi e giardini a terrazze, è indispensabile verificare che i materiali impiegati siano conformi alla normativa vigente. Membrane impermeabilizzanti, barriere anti-radici, sistemi di drenaggio e substrati devono rispettare standard di qualità e prestazioni, così da garantire non solo l’efficienza del tetto verde, ma anche la sicurezza dell’intero edificio.
In Italia, i tetti verdi rientrano nei bonus edilizi e negli incentivi per l’efficienza energetica. Molti Comuni li promuovono come strumenti di resilienza climatica e gestione sostenibile delle acque. I tetti verdi non sono solo un elemento estetico, ma una tecnologia strategica per città più sostenibili. Offrono comfort, risparmio energetico e un contributo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico.
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