Tetti verdi: tipologie, struttura tecnica, benefici e criticità per la progettazione

Tra sistemi estensivi, intensivi e ibridi, vediamo struttura, prestazioni e criticità dei tetti verdi: vantaggi energetici e microclimatici, gestione delle acque, carichi e manutenzione.

Alida Ferreri 03/12/25
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I tetti verdi, o green roofs, rappresentano una delle soluzioni più efficaci per integrare natura e architettura. Si tratta di coperture vegetali installate su edifici, capaci di migliorare comfort abitativo, efficienza energetica e resilienza urbana. Diffusi in Germania dagli anni ’80, oggi sono considerati un pilastro della bioedilizia e delle strategie nature-based.

Vediamo quali tipologie di tetti verdi esistono, come sono strutturati, quali benefici portano e le principali criticità.

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Indice

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VOLUME

Progettare il comfort abitativo

Il comfort abitativo è il risultato di un equilibrio dinamico tra l’uomo e l’ambiente costruito, dove la qualità dell’aria, il controllo termoigrometrico, l’acustica e l’illuminazione si intrecciano con le risposte sensoriali e psicofisiche dell’individuo. Questo volume propone un approccio interdisciplinare alla progettazione degli spazi abitativi, connettendo i principi delle neuroscienze con le soluzioni tecniche per garantire il benessere indoor. Attraverso un’analisi comparata tra il funzionamento del corpo umano e le prestazioni dell’involucro edilizio, gli autori offrono una guida alla progettazione consapevole degli ambienti, mettendo in relazione sistemi impiantistici, materiali e tecnologie costruttive con le percezioni sensoriali di chi abita gli spazi. La trattazione è arricchita da numerosi esempi applicativi dedicati a residenze, scuole, hotel, luoghi di lavoro e cantine, con un’attenzione particolare alla gestione della salubrità, all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. Uno strumento indispensabile per architetti, ingegneri e progettisti impegnati nella definizione di spazi che migliorano la qualità della vita quotidiana. Mirko GiuntiniIngegnere, si occupa da anni di progetti di edifici ecosostenibili. È consulente energetico e docente dell’Agenzia CasaClima, Esperto in Edilizia Sostenibile (EES) ed Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). Svolge attività di docente in corsi di specializzazione e master su tematiche di sostenibilità ambientale e costruzioni sostenibili organizzati da ordini professionali, enti pubblici e privati, scuole e centri di formazione di importanza nazionale.Rosita RomeoGiornalista, Consulente CasaClima, Esperta di comfort abitativo, Sociologa con un diploma e relativa abilitazione di geometra. Se con le conoscenze tecniche progetta edifici secondo i parametri dei protocolli di CasaClima con quelle sociologiche si occupa degli effetti del discomfort abitativo sul cervello e conseguenzialmente sugli atteggiamenti e comportamenti individuali.

 

Mirko Giuntini, Rosita Romeo | Maggioli Editore 2025

Tipologie di tetto verde

I tetti verdi si distinguono principalmente in tre categorie, ciascuna con caratteristiche e requisiti specifici.

  • Estensivi: sono le soluzioni più leggere e semplici da gestire. Il substrato di coltivazione è sottile e ospita specie vegetali particolarmente resistenti, come sedum e muschi, capaci di adattarsi a condizioni difficili e di richiedere pochissima manutenzione. Questi tetti sono ideali per chi desidera un rivestimento verde funzionale, senza impegni di cura costanti.
  • Intensivi: al contrario, presentano uno spessore maggiore e un peso più consistente. Grazie alla profondità del substrato, possono accogliere arbusti e persino piccoli alberi, trasformandosi in veri e propri giardini pensili. Offrono un impatto estetico notevole e spazi fruibili, ma necessitano di irrigazione regolare e di una manutenzione attenta, simile a quella di un giardino tradizionale.
  • Ibridi: rappresentano una via di mezzo tra le due soluzioni. Bilanciano peso e spessore con una varietà vegetale più ampia rispetto agli estensivi, ma meno impegnativa degli intensivi. Sono pensati per chi cerca un compromesso tra leggerezza, facilità di gestione e valore estetico.

Struttura tecnica dei tetti verdi

Un tetto verde è un sistema stratificato che integra natura e tecnologia. Alla base si trova la membrana impermeabilizzante, che protegge l’edificio dalle infiltrazioni. Sopra di essa viene collocata la barriera anti-radici, indispensabile per evitare che le radici penetrino e danneggino la copertura.

Il passo successivo è il sistema di drenaggio, progettato per regolare il deflusso delle acque piovane e prevenire ristagni. Su questo strato poggia il substrato di coltivazione, una miscela di materiali minerali e organici che garantisce leggerezza, stabilità e nutrimento alle piante. Infine, lo strato più visibile è quello della vegetazione, che varia in funzione della tipologia di tetto verde: dalle specie più resistenti e poco esigenti fino ad arbusti e piccoli alberi.

Tetti verdi: tipologie, struttura tecnica, benefici e criticità per la progettazione stratificazione tipica tetto verde
Stratificazione tipica per un tetto verde (courtesy Alida Ferreri)

Un tetto verde può essere realizzato sia su coperture piane che su coperture inclinate, purché l’inclinazione sia almeno del 1,5–2% per consentire il corretto deflusso dell’acqua. Può inoltre essere calpestabile o non calpestabile, a seconda della destinazione d’uso: i tetti intensivi, ad esempio, possono trasformarsi in giardini pensili fruibili, mentre quelli estensivi restano generalmente non accessibili se non per manutenzione.

Per garantire durabilità e prestazioni si utilizzano materiali specifici come geotessili, argilla espansa e substrati minerali-organici. In molti casi, il sistema viene integrato con soluzioni per la raccolta e il riuso delle acque piovane, rendendo il tetto verde un dispositivo di gestione sostenibile delle risorse idriche oltre che un elemento estetico e funzionale.

Benefici tecnici ed energetici

I tetti verdi offrono vantaggi concreti dal punto di vista prestazionale. Il primo beneficio riguarda l’isolamento termico: la presenza di uno strato vegetale e di substrato riduce il flusso di calore attraverso la copertura, con valori che possono arrivare fino al 50%. Questo significa che gli ambienti sottostanti restano più freschi in estate e più caldi in inverno, contribuendo a un comfort abitativo costante.

Un secondo aspetto è l’isolamento acustico. La massa vegetale e il substrato agiscono come barriera naturale contro i rumori esterni, con una capacità di attenuazione che può raggiungere i 10 dB. Tale caratteristica è particolarmente rilevante in contesti urbani ad alta densità, dove il rumore rappresenta una delle principali fonti di stress.

Grazie a queste proprietà, si ottiene un significativo risparmio energetico: la riduzione della necessità di climatizzazione comporta minori consumi e, di conseguenza, un abbattimento dei costi annuali di gestione.

A ciò si aggiunge la gestione idrica: un tetto verde è in grado di trattenere fino al 90% delle precipitazioni, rilasciando l’acqua gradualmente e riducendo il carico sulle reti fognarie. Questo contribuisce a prevenire allagamenti e a migliorare la resilienza urbana in caso di piogge intense.

Benefici ambientali e sociali

Oltre agli aspetti tecnici, i tetti verdi hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Uno dei principali vantaggi è la mitigazione dell’isola di calore urbana: le superfici vegetali abbassano la temperatura locale, contrastando l’accumulo di calore tipico delle città.

La vegetazione contribuisce anche al miglioramento della qualità dell’aria, grazie alla capacità di assorbire polveri sottili e sostanze inquinanti. Parallelamente, favorisce l’incremento della biodiversità urbana, creando habitat per insetti, uccelli e altre specie che altrimenti troverebbero poche risorse in contesti artificiali.

Infine, i tetti verdi possono trasformarsi in spazi fruibili e di valore estetico, offrendo luoghi di relax e socialità, oltre a migliorare l’immagine architettonica degli edifici.

Criticità

Nonostante i numerosi benefici, esistono alcune criticità da considerare. I costi iniziali di realizzazione sono generalmente superiori rispetto a una copertura tradizionale, poiché richiedono materiali specifici e una progettazione accurata. Inoltre, è fondamentale verificare la portata strutturale dell’edificio, per assicurarsi che la copertura possa sostenere il peso aggiuntivo del substrato e della vegetazione.

La manutenzione varia in base alla tipologia: nei tetti estensivi è minima, limitata a controlli periodici, mentre nei tetti intensivi è regolare e più impegnativa, simile a quella di un giardino tradizionale.

Tabella: benefici e criticità dei tetti verdi

CategoriaAspettiDescrizione tecnica e argomentata
Benefici tecnici ed energeticiIsolamento termicoRiduce il flusso di calore fino al 50%, migliorando comfort abitativo e stabilità climatica interna.
Isolamento acusticoAttenua i rumori esterni fino a 10 dB, particolarmente utile in contesti urbani ad alta densità.
Risparmio energeticoMinore uso di climatizzazione, con risparmi annuali significativi sui costi di gestione.
Gestione idricaTrattiene fino al 90% delle precipitazioni, riducendo il carico sulle fognature e prevenendo allagamenti.
Benefici ambientali e socialiMitigazione isola di caloreAbbassa la temperatura locale, contrastando l’accumulo di calore tipico delle città.
Qualità dell’ariaLe piante assorbono polveri sottili e inquinanti, migliorando la salubrità dell’ambiente urbano.
Biodiversità urbanaFavorisce habitat per insetti, uccelli e altre specie, aumentando la resilienza ecologica.
Spazi fruibili ed esteticiPuò trasformarsi in giardino pensile, offrendo luoghi di relax e valore architettonico.
CriticitàCosti inizialiSuperiori rispetto a coperture tradizionali, per materiali e progettazione specializzata.
Portata strutturaleNecessità di verificare la capacità dell’edificio di sostenere il peso aggiuntivo.
ManutenzioneMinima nei tetti estensivi, regolare e più impegnativa nei tetti intensivi.

Normative e incentivi

La realizzazione di un tetto verde o di un giardino pensile non è soltanto una scelta estetica o funzionale, ma comporta anche il rispetto di precise norme tecniche. In questo ambito, un riferimento fondamentale è la DIN 4095, normativa tedesca che disciplina la progettazione e l’esecuzione dei sistemi di drenaggio per le costruzioni. Questa norma stabilisce i criteri per garantire che l’acqua piovana venga correttamente raccolta e smaltita, evitando ristagni e infiltrazioni che potrebbero compromettere la durabilità della copertura e la sicurezza dell’edificio. La DIN 4095, infatti, definisce requisiti specifici per i materiali utilizzati, per la stratigrafia dei sistemi drenanti e per le modalità di posa, assicurando che ogni componente sia idoneo a resistere nel tempo e a svolgere la propria funzione.

Per questo motivo, quando si progettano o si realizzano tetti verdi e giardini a terrazze, è indispensabile verificare che i materiali impiegati siano conformi alla normativa vigente. Membrane impermeabilizzanti, barriere anti-radici, sistemi di drenaggio e substrati devono rispettare standard di qualità e prestazioni, così da garantire non solo l’efficienza del tetto verde, ma anche la sicurezza dell’intero edificio.

In Italia, i tetti verdi rientrano nei bonus edilizi e negli incentivi per l’efficienza energetica. Molti Comuni li promuovono come strumenti di resilienza climatica e gestione sostenibile delle acque. I tetti verdi non sono solo un elemento estetico, ma una tecnologia strategica per città più sostenibili. Offrono comfort, risparmio energetico e un contributo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico.

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Alida Ferreri

Geometra libero professionista, esperta in Edificio Salubre e in interventi di risanamento dal gas Radon. Segretario Generale Associazione Nazionale Donne Geometra.

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