Il Decreto rilancio n. 34/2020 con gli artt. 119-120-121 prevede delle opportunità fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare dal punto di vista energetico e strutturale.
Gran parte del patrimonio immobiliare esistente risulta essere edificato prima degli anni ’80, ma le normative che regolamentano gli aspetti energetici e strutturali, hanno avuto una continua evoluzione dagli anni ’80 ad oggi, in special modo nell’ultimo decennio.
Partendo da questa considerazione è evidente che gran parte degli edifici ad oggi non possono rispettare le normative vigenti, sia per quanto riguarda la parte energetica sia quella strutturale.
Per la parte energetica la prima norma che stabilisce la metodologia risale al 1991 (legge n. 10). Le norme si sviluppano a livello della comunità Europea a partire dal 2002 con la prima direttiva 91/2002 e a seguire nel 2010 con la 31/2010. Quest’ultima viene infine recepita dallo stato Italiano prima dal DL 63/2013 convertito in legge 90/2013 denominato Ecobonus e Sismabonus, fino ad arrivare al Superbonus regolamentato dal c.d. Decreto rilancio n. 34/2020 convertito in Legge con la L. 77/2020.
Dal punto di vista strutturale l’excursus normativo inizia nel 1939 con il Regio Decreto, fino ad arrivare alle NTC 2018 con la circolare del Consiglio dei Lavori Pubblici n. 7 del 21 Gennaio 2019. In quest’ambito ulteriore passo in avanti è stato fatto con il Superbonus prima citato, prevedendo lo sgravio fiscale del 110% in caso di realizzazione di un sistema di monitoraggio strutturale in continuo.
Per accedere a questi finanziamenti, però, è necessario sia soddisfatta la condizione di eseguire almeno uno dei seguenti interventi cosiddetti “trainanti” (cfr. art. 119 c. 4 DL 34/2020) recepiti già dall’art. 16bis all’art. 16septies DL 16/2013:
- interventi antisismici generici;
- con riduzione di una o due classi di rischio sismico;
- con riduzione di una o due classi di rischio per parti comuni di condomini o simili;
- fabbricati demoliti e ricostruiti da imprese costruttrici e venduti entro 18 mesi.
Monitoraggio strutturale in continuo: perchè scegliere il sistema M3S?
La società M3S, leader nel settore in tutto il territorio nazionale, è sempre alla ricerca della costante innovazione tanto da avere stretto collaborazioni con l’Ateneo di Roma Tre ed annoverare clienti di primo livello come enti pubblici Nazionali.
Perché scegliere M3S, sempre a cavallo tra professione e ricerca:
- è presente sul mercato elettronico MePa;
- risponde ai requisiti del preziario DEI;
- acquista il credito direttamente del Superbonus;
- affianca i professionisti in tutte le fasi con un eccellente servizio di customer service.
Perché scegliere un monitoraggio in continuo
Osservare in tempo reale il comportamento di una struttura con un array di sensori opportunamente progettato e realizzato, porta numerosi vantaggi e nel seguito ne elenchiamo solo i più importanti:
- evidenzia in tempo reale movimenti anomali (cedimenti verticali, ribaltamenti, ecc);
- aiuta nell’analizzare le cause delle criticità rilevate;
- aiuta nel capire il modo di comportarsi della struttura;
- individua criticità nel tempo dovute a:
- sopraelevazioni
- perdite del condotto fognario
- cambi di destinazione d’uso dissesti idrogeologici
- umidità di risalita o infiltrazioni copiose (ph pioggia molto acido e quindi corrosivo)
In aggiunta evidenziamo che se applicato alle infrastrutture viarie permette anche il:
- controllo degli attraversamenti e degli eventi eccezionali;
- controllo delle perdite di carico nell’armatura precompressa;
- verificare le fasi realizzative dell’impalcato, seguendo gli stati tensionali nelle armature
delle travi e della pila a valle della realizzazione della soletta e della sovrastruttura.
Da ultimo il monitoraggio strutturale in continuo M3S fornisce sempre una:
- pianificazione economicamente vantaggiosa degli interventi di manutenzione;
- salvaguardia della vita degli utilizzatori di una struttura o infrastruttura.
Qualsiasi intervento di consolidamento, richiederebbe un intervento invasivo dal punto di vista logistico perché per poter eseguire l’analisi dinamica modale di un edificio esistente occorre eseguire una serie di indagini e prove sul posto e in laboratorio, al fine di schematizzare più fedelmente possibile la realtà in un modello di calcolo.
La caratterizzazione geometrica e meccanica delle strutture esistenti richiede tempi lunghi, sforzi economici e soprattutto invasività dal punto di vista logistico. È infatti vero che esistono tecnologie che permettono di eseguire controlli non distruttivi ma è altrettanto vero che sia i controlli distruttivi sono essenziali così come i saggi visivi. Si ricorda da ultimo che anche se la normativa prevede che i controlli non distruttivi possono sostituire quelli distruttivi solo a condizione che le stazioni di prova siano triplicate; il legislatore correttamente ha imposto questo vincolo sia per minimizzare gli errori dovuti dai controlli non distruttivi in se che per minimizzare l’eterogeneità dei materiali da sottoporre a prova che nella maggior parte dei casi si trova sul posto.
Nel caso del monitoraggio strutturale in continuo M3S affinché sia efficiente ed efficace la procedura è molto più veloce e per nulla invasiva in quanto è sufficiente una fase preventiva che includa:
- sopralluogo al visibile;
- termografia ad infrarossi per l’individuazione e caratterizzazione geometrica delle strutture.
Nell’ambito del servizio che la società M3S offre, i professionisti vengono affiancati nella scelta delle fasi che un buon monitoraggio deve avere.
Di seguito elenchiamo in modo sintetico le fasi e alleghiamo alcune immagini che saranno approfondite nel prossimo articolo.
Elenco delle fasi:
- rilevazione
- pre-elaborazione
- trasmissione
- elaborazione
- archiviazione
Per ulteriori informazioni
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