Domenica, 26 gennaio, si voterà per l’elezione del Governatore della Calabria e dei Consiglieri Regionali. In tema di risparmio, efficienza energetica ed energie rinnovabili, che si ricorda essere materie concorrenti tra Stato e Regioni, abbiamo analizzato i programmi dei candidati. Di seguito si riporta tale l’analisi in rigoroso ordine alfabetico e a margine alcune proposte.
Francesco Aiello (M5S). Si suggerisce l’abbandono graduale dell’utilizzo dei combustili fossili, la riduzione dei consumi e una maggiore efficienza energetica, l’incoraggiamento dell’autoproduzione da fonti rinnovabili, esclusivamente attraverso il reddito energetico regionale e sull’istituzione di una “oil free zone” regionale dove poter sperimentare le cosiddette comunità dell’energia.
A margine viene proposta l’idea di rivedere il Piano Energetico Regionale (in realtà si tratta del Piano Energetico Ambientale Regionale – PEAR) prevedendo:
1) una forte riduzione dei consumi energetici complessivi;
2) il passaggio graduale al vettore energia elettrica in diversi settori e usi finali;
3) un notevole incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Premesso che la Calabria, in percentuale, è tra le maggiori fornitrici di energia rinnovabile in Italia (vedi decreto Burden Sharing – non citato) non è spiegato come raggiungere tali obiettivi. Si punta molto alla lotta alla selvaggia installazione di impianti eolici (ma anche fotovoltaici – non citati). Secondo l’alleanza civica, con l’aumento dell’efficienza energetica e dell’approvvigionamento da fonti rinnovabili, la Regione Calabria beneficerà di un notevole risparmio economico. Ma non è proprio così, a meno che la Regione non metti in campo politiche specifiche, ad esempio attraverso i fonti POR (non citati).
Pippo Callipo (Centrosinistra). La materia energetica è quasi del tutto assente. Si cita genericamente l’autosufficienza energetica nel capitolo del programma “Sviluppo e occupazione: due obiettivi fondamentali”, e di energia nel sistema di trasporti equo-sostenibile.
Jole Santelli (Centrodestra). Il tema “energia” viene citato parlando di bioeconomia che, secondo tale coalizione, significa analizzare la dinamica di quell’insieme di attività e comparti che utilizzano bio-risorse rinnovabili del suolo e del mare per produrre cibo, materiali ed energia o che riescono, attraverso l’applicazione di tecnologie inedite, a ridurre sempre più i residui e gli scarti di produzione.
E ancora un altro passaggio viene fatto nel paragrafo “Gestione sostenibile delle risorse ambientali” in cui si sostiene che si tratta di trasferire nella nostra regione il «Green Deal europeo» da poco varato dalla nuova Commissione, per costruire un sistema di policy “che si parlano tra di loro” sui temi di energia pulita, industria sostenibile, costruire e ristrutturare, mobilità sostenibile, biodiversità, catena alimentare più sostenibile dal produttore al consumatore, eliminare l’inquinamento in modo rapido ed efficace.
Infine, ultimo passaggio viene fatto riguardo il recupero energetico da rifiuti urbani, alludendo forse in questo caso all’utilizzo di termovalorizzatori.
Carlo Tansi (Tesoro Calabria, Calabria Pulita e Calabria Libera). La parola energia viene citata esclusivamente nel capitolo dl programma “Trasferimento dell’innovazione alla PA e alla imprese e professionalizzazione del personale” parlando di misuratori di successo che contemplino l’impatto su vari settori, tra i quali l’energia.
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Energia, cosa serve davvero in Calabria?
Necessario il nuovo Piano Energetico Ambientale Regionale
Al netto di quanto letto sui programmi elettorali dei candidati Presidenti, un buon Governo regionale non può prescindere da politiche energetiche attive, cui eppure la legislazione nazionale inserisce nelle materie concorrenti tra Stato e Regione. In Calabria, l’ultimo PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) è stato approvato nel 2005 con dati di analisi risalenti al 1999.
Lo scenario sia regionale, ma anche nazionale e internazionale, in questi ultimi 14 anni sia profondamente cambiato e come sia pertanto urgente aggiornare questo strumento. Inutile parlare di sostenibilità ambientale se non si delineano degli indirizzi di carattere energetico, quando per energia non si intende soltanto la produzione, ma anche il risparmio e soprattutto l’efficientamento, transizione da green economy a blue economy, alla quale proprio a livello urbanistico negli ultimi anni si è arrivati proponendo un nuovo modello di città, la smart city.
Il nuovo PEAR, pertanto, dovrebbe proporre dei nuovi scenari evolutivi dello sviluppo energetico regionale, gli obiettivi e gli strumenti della politica energetica regionale, la formulazione di indirizzi generali, delle proposte volte a incentivare il ricorso alle energie rinnovabili ed al risparmio e all’efficientamento energetico e la definizione di un programma dettagliato delle azioni da realizzare, riferite sia ad interventi correttivi immediati, sia a soluzioni di medio e lungo termine, ma anche la formulazione delle proposte di Piani d’Azione (come ad esempio i PEASC comunali nell’ambito dell’iniziativa europea del Patto dei Sindaci) con l’individuazione di interventi di settore (enti locali, primario, civile, industriale, dei trasporti, fonti rinnovabili ed idrogeno), finalizzati all’efficienza energetica, all’innovazione tecnologica, alla diffusione delle fonti rinnovabili.
Dovrebbe fornire indicazioni di tipo normativo per l’efficace conseguimento degli obiettivi perseguiti e l’attivazione di azioni relative all’informazione e alla formazione mirata, alle incentivazioni di carattere finanziario e agli strumenti per l’accesso al credito. Dovrebbe indicare le aree esigibili e quelle non esigibili alla installazione di nuovi impianti di produzione di energia (eolici e fotovoltaici), mettendo fine alla installazione selvaggia fin oggi perseguita. Dovrebbe, ancora, formulare gli strumenti politico organizzativi per l’attuazione di tale Piano e una proposta di struttura di collegamento per far ricerca ed impresa per agevolare la formazione di filiere produttive e lo sviluppo dell’occupazione in campo energetico e di supporto agli enti locali nella gestione del proprio territorio.
Potenziamento della struttura dedicata alle politiche energetiche
Quanto auspicato non può che essere conseguito attraverso una seria programmazione in materia di tutela, uso e governo del territorio da parte dell’amministrazione regionale, magari potenziando la struttura regionale dedicata alle politiche energetiche e a ulteriore supporto disponendo l’assunzione di un energy manager regionale.
In conclusione, sono urgenti:
1) Elaborazione di un nuovo PEAR, all’interno del quale saranno individuate le azioni in campo energetico che la Regione dovrà e potrà adottare, anche in materia urbanistica;
2) Sostegno agli enti locali nello sviluppo di politiche energetiche in campo urbanistico, attraverso la redazione dei piani energetici regionali da inserire nei PSC, come obbligatorio per legge;
3) Una politica di incentivazione e di finanziamento più incisiva, non solo attraverso i fonti POR-FESR, ma anche attraverso la valutazione della fattibilità dell’istituzione di fondi rotativi, per il sostegno delle azioni di audit energetici, promozione delle fonti rinnovabili, di riqualificazione energetica e di ricerca sia per le pubbliche amministrazioni che per il settore privato, con particolare attenzione allo sviluppo sostenibile delle aree urbane favorendo la transizione verso le smart cities.
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