Cosa imparare dai cedimenti strutturali: l’insegna Generali e la complessità della progettazione

In attesa che siano individuate le cause dalle autorità competenti, alcune riflessioni tecniche sul cedimento improvviso della struttura reticolare metallica a sostegno dell’insegna del grattacielo Generali di Milano.

Sul cedimento improvviso della struttura reticolare metallica a sostegno dell’insegna del grattacielo Generali di Milano si è parlato molto in questi giorni.

Dal fatto di cronaca, che per fortuna non ha avuto conseguenze per l’incolumità pubblica, è utile sviluppare alcune riflessioni, in attesa, come sempre, che le cause siano individuate attraverso perizie e approfondimenti tecnici demandati alle autorità competenti che hanno iniziato ad indagare. Ad oggi infatti nessuno ha elementi tecnici certi su cui avallare ipotesi consolidate.

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Indice

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FORMATO CARTACEO

Particolari esecutivi per strutture in cemento armato, muratura, legno e acciaio

Questo manuale raccoglie una serie di lavori relativi all’ingegneria strutturale e antisismica tratti dalla libera professione.L’opera affronta i principali temi della progettazione in zona sismica (scelta della forma strutturale, semplificazioni concesse per fabbricati regolari, gerarchia delle resistenze, differenza tra comportamento fragile e duttile, verifiche agli stati limite, ecc.) e offre al lettore un prezioso repertorio di lavori redatti dall’Autore in diverse parti del territorio italiano.Sono presenti casi concreti di strutture in alluminio, in acciaio, miglioramenti e adeguamenti sismici di fabbricati in muratura, strutture in acciaio con copertura in legno lamellare, opere in conglomerato cementizio armato con copertura in legno, fabbricati inlegno lamellare, particolari interventi con i diversi materiali.Il libro si completa con numerosi approfondimenti, anch’essi tratti dalla esperienza diretta sul campo, utili al progettista: dai particolari costruttivi di strutture in cemento armato, alle relazioni di calcolo.Sono presenti anche due lavori tratti dalla libera professione sull’analisi della vulnerabilità sismica di fabbricati esistenti.Giuseppe AlbanoAmministratore unico della società CalcoloStrutture.com s.r.l. Laureato al Politecnico di Torino nel 1997 in ingegneria civile con indirizzo strutture. Ha maturato elevata esperienza in ingegneria strutturale ed antisismica ed è considerato a livello nazionale unautorevole consulente e professionista. Autore di 59 pubblicazioni, tra libri cartacei, ebook ed articoli a tiratura nazionale. Relatore in diversi convegni e seminari sul tema della sicurezza antisismica, nuove norme, strutture in murature.

 

Giuseppe Albano | Maggioli Editore 2023

La Torre Generali (o Torre Hadid o lo Storto)

Vale la pena ricordare che la struttura collassata su sé stessa appartiene ad un’opera molto complessa e di recente realizzazione, iniziata nel 2014 ed inaugurata nel 2019. Il grattacielo è stato progettato da Zaha Hadid per la sede degli uffici della compagnia assicurativa Generali nel noto quartiere CityLife, con un’altezza di 177 metri, corrispondenti a 44 piani, più la grande insegna che lo porta a 192 metri, come secondo grattacielo più alto nello skyline di Milano.

Il grattacielo è stato subito soprannominato lo Storto per la caratteristica forma torsionale generata dalla variazione di forma ad ogni piano. La struttura è realizzata in cemento armato, con un progetto che nel 2016 ha vinto il secondo premio agli Emporis Skyscraper Award, oltre al premio internazionale Excellence in Concrete Construction Award 2019 dedicato dall’American Concrete Institute alla categoria degli edifici alti in cemento armato  per «la sapienza progettuale e ingegneristica, riconoscendo da un lato l’audacia e le caratteristiche del progetto, dall’altro le metodologie innovative di progettazione che lo hanno reso possibile».

L’insegna Generali e le sollecitazioni del vento

L’insegna del grattacielo Generali poggia su un tamburo centrale in acciaio, vincolato al nucleo centrale in cemento armato. Dal tamburo è vincolata a sbalzo la struttura spaziale reticolare formata da elementi tubolari, alla quale sono ancorati, mediante struttura secondaria, i grandi pannelli pubblicitari caratterizzanti il perimetro sommitale del grattacielo. Dal report fotografico finora disponibile sugli organi di stampa, è rilevabile come il cedimento abbia interessato prevalentemente la struttura reticolare di una sola parte che sosteneva due dei quattro grandi pannelli.

La progettazione di insegne ad alta quota richiede molta attenzione nei confronti delle sollecitazioni del vento, dei conseguenti vortici, fenomeni aeroelastici (interazione tra superfici e flussi d’aria) e oscillazioni che si possono generare per la forma e per l’altezza della struttura sommitale. Il calcolo del carico vento per un grattacielo è operazione molto più complessa di quanto previsto per le tradizionali strutture civili. Le strutture più alte sono soggette a maggiori forze del vento a causa della loro esposizione a velocità più elevate. Tuttavia non è solo l’intensità del vento il parametro caratterizzante il dimensionamento.

Lo studio aereodinamico è parte fondamentale della progettazione di strutture alte. La forma di un edificio può influenzare in modo significativo il flusso del vento intorno ad esso: forme arrotondate o coniche possono per esempio contribuire a minimizzare la resistenza al vento, mentre gli angoli acuti possono creare turbolenze che aumentano la pressione del vento sulla struttura. Architetti e ingegneri che progettano grattacieli collaborano con esperti di aereodinamica per creare forme di edifici esteticamente interessanti, e che nello stesso tempo reagiscano bene anche alle complesse sollecitazioni ventose. Le insegne pubblicitarie, soprattutto se caratterizzanti la sommità di un grattacielo, sono sottoposte ai medesimi studi aereodinamici.

Il vento rappresenta la principale sollecitazione per questa struttura, tuttavia il suo cedimento non è avvenuto durante forti tempeste di vento, come siamo oramai abituati a ricevere durante temporali dalle intensità sempre più tropicali. Tutt’altro, è avvenuto all’alba di una calda estate, dopo una giornata da bollino rosso per le alte temperature in un clima di “calma piatta” riguardo le azioni ventose. Molti commenti rimandano le cause alle alte temperature e addirittura al cambiamento climatico.

Variazioni termiche e strutture iperstatiche

Il vento sicuramente non è l’unica azione, oltre al peso proprio, a sollecitare questa struttura in vetta al grattacielo. Anche le variazioni termiche possono esercitare stati tensionali a seguito delle fisiologiche dilatazioni e contrazioni termiche a cui le strutture metalliche sono soggette nel corso del loro servizio, per effetto delle variazioni giornaliere e stagionali, anche con escursioni modeste dell’ordine di 20-25 °C. Queste deformazioni devono essere libere di esercitarsi, altrimenti se i vincoli sono molto rigidi si tramutano in tensioni interne che, a seconda del grado di iperstaticità, possono raggiungere valori elevati.

Ciò infatti ha implicazioni soprattutto nelle strutture iperstatiche, che possiedono gradi di vincolo superiori a quelli necessari a garantirne l’equilibrio, dove gli effetti delle distorsioni termiche si traducono sempre in un regime di sollecitazioni interne. La progettazione deve tenere in conto degli effetti di queste distorsioni termiche, ed in particolare il sistema di vincoli deve essere progettato per assecondare questi spostamenti.

Quanto accaduto, tuttavia, non può essere attribuito al cambiamento climatico e all’ondata di caldo che sta interessando l’Italia in questo periodo, con temperature superiori alla media stagionale: altrimenti, se si trattasse di un problema generale, non avremmo assistito al solo cedimento della struttura dell’insegna Generali. Esistono tante strutture metalliche posizionate all’aperto in giro per il mondo soggette a climi più torridi dei nostri che non hanno mai manifestato criticità riguardo le variazioni termiche o i valori elevati di temperatura esterna. Non è il valore assoluto della temperatura, quanto il grado di iperstaticità della struttura che può determinare il valore degli stati di coazione termica.

Inoltre, sia il vento che le distorsioni termiche, anche se entro i limiti di resistenza, possono col tempo innescare fenomeni di fatica ciclica all’interno delle strutture metalliche, tali da portare ad un collasso (parziale o totale) anche con carichi distanti dai limiti di resistenza. La struttura oggetto del cedimento risulta di recente realizzazione, in esercizio da pochi anni, per cui fenomeni di fatica potrebbero essere indotti non da assenza di manutenzione ma eventualmente da vizi di costruzione o di progettazione.

Complessità progettuale e margine di rischio

Inutile al momento sostenere tesi senza rilievi tecnici e prove, che richiederanno probabilmente molto tempo di indagine. La progettazione della struttura di sostegno delle grandi insegne Generali, considerata anche la posizione in sommità ad un grattacielo, si svolge in un contesto dominato da una complessità computazionale. Tale complessità non deve rappresentare una giustificazione a quanto accaduto, perché sicuramente saranno accertate delle responsabilità tecniche, tuttavia deve rappresentare un freno alle conclusioni immediate di fronte ad un solo report fotografico riportato dalla stampa. In attesa degli esiti delle perizie tecniche, occorre ricordare come la complessità della struttura possa aver indotto eventualmente più cause tra esse correlate.

Preme sottolineare come i grattacieli moderni siano vere e proprie sfide ingegneristiche, che come ovvio non perdono mai di vista la priorità della sicurezza richiesta dalle norme tecniche, senza tuttavia dimenticare che la sicurezza è un concetto semiprobabilistico che accetta un limitatissimo ma esistente margine di errore. Il rischio zero non esiste in nessun campo scientifico e tecnico.

Come ripetuto più volte in questi giorni da diversi tecnici, «fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce». A fronte dei limitati casi di crolli, esistono milioni di strutture analoghe che svolgono egregiamente il loro esercizio garantendo sicurezza alle persone. Un concetto analogo alle tragedie aeree: malgrado ogni tanto si verifichi un incidente aereo (dalle conseguenze quasi sempre fatali), le statistiche dimostrano che il trasporto aereo sia tra i più sicuri. L’ingegneria, come la medicina, è una scienza affidabile ma pur sempre affetta da un minimo margine di errore umano. Come ci possono essere rischi, seppur minimi, derivanti da un’operazione in sala operatoria, possono esistere analoghi rischi, sempre limitati, anche nella progettazione di strutture molto complesse.

I passi avanti in termini di sicurezza e affidabilità sono maturati nel tempo anche grazie alla comprensione degli errori. Dai crolli si impara per evitarne altri in futuro. Così è anche progredita l’ingegneria nel tempo. Purtroppo in questi ultimi tempi abbiamo assistito più frequentemente a crolli per assenza di manutenzione: anche se non è il caso del fatto di cronaca dell’insegna Generali, quella della manutenzione è al contrario una lezione che si stenta ad imparare.

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Alessandro Grazzini

Ingegnere edile, dottore di ricerca in Ingegneria delle Strutture, è stato per diversi anni assegnista e ricercatore (a tempo determinato) presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica (DISEG) del Politecnico di Torino, dove continua a collaborare come doc…Continua a leggere

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