La valutazione dello stato di degrado parte naturalmente da una valutazione di tipo visivo.
Il metodo di protezione dalla corrosione prescelto in sede progettuale dovrebbe garantire, se correttamente eseguito e nel caso risultino attuate le azioni previste per il processo manutentivo, il mantenimento nel tempo dei livelli prestazionali della protezione e quindi del componente che ne sia stato oggetto: dovrebbe garantirne la “durabilità”.
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L’eventuale manifestarsi di fenomeni di degrado della protezione dalla corrosione non ricompresi nell’ambito dei previsti processi manutentivi pone quindi ed evidentemente la fondamentale questione dell’individuazione delle cause che hanno condotto all’innesco del processo di degrado.
Vediamo le più frequenti, così come descritte nel volume Il degrado della protezione dalla corrosione di componenti strutturali in acciaio in edilizia di Francesco Cavinato e Franco De Pizzol, edito da Maggioli Editore.
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Degrado acciaio. Ecco le principali cause
Il degrado può limitarsi ad un semplice sfogliamento del rivestimento, ma più frequentemente ci troveremo di fronte a una delle varie tipologie di danneggiamento dovute alla corrosione che può essere dovuta:
- ad un progetto non corretto in relazione all’accoppiamento fra metalli (tale da produrre corrosione galvanica);
- ad un progetto non corretto in relazione alla geometria dei componenti (particolari di costruzione non concepiti come funzionali alla successiva fase di applicazione della protezione);
- ad un progetto non corretto in relazione al metodo di protezione prescelto (metodo non idoneo in relazione al tipo e/o grado di corrosività dell’ambiente di esercizio);
- ad una esecuzione non corretta in relazione alla preparazione del supporto (grado di pulizia e profilo di rugosità della superficie non adeguati o sufficienti);
- ad un’esecuzione non corretta in relazione all’applicazione dei prodotti di protezione (mancato rispetto delle indicazioni fornite dalle schede tecniche di prodotto).
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Tra i fattori di degrado non solo ambiente ma anche tempo
Ai fini della valutazione di uno stato di degrado in essere, oltre al già individuato fattore costituito dall’ambiente di esercizio, l’ulteriore fattore fondamentale è senz’altro costituito dal tempo.
È necessario pertanto conoscere da quanto tempo la struttura è stata costruita, come è stata progettata e protetta e come è stata esercita e quindi manutenuta.
Per decidere/scegliere quali passi intraprendere per “sanare” il degrado della struttura, bisogna considerare che tali azioni potrebbero comportare anche la sostituzione dei componenti deteriorati della struttura: potrebbero comportare la manutenzione (totale o parziale), ci aiuteranno a capire quali costi (ad esempio quelli relativi alla chiusura della struttura/impianto, ecc.).
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La misurazione del degrado ha come scopo primario la verifica delle cause dovute alla preparazione del supporto, all’applicazione della pittura, alla pittura e al degrado della stessa.
Anche le saldature, le molature e altri particolari andranno analizzati nel dettaglio, per verificare se il degrado è localizzato o causato dalla stessa lavorazione. Alcune tipologie di corrosione penetrano per il 40% dello spessore del componente di acciaio nei primi 5 anni di vita della struttura.
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Fondamentale quindi la valutazione (visiva) del grado di arrugginimento.
La norma UNI EN ISO 4628, divisa in 10 parti e dal titolo generale “Pitture e vernici – Valutazione della degradazione dei rivestimenti – Designazione della quantità e della dimensione dei difetti e della intensità nelle alterazioni uniformi dell’aspetto”, ci è di aiuto per classificare il degrado relativamente ai difetti riscontrati e in particolare:
- grado di blistering
- grado di arrugginimento
- grado di cracking
- grado di flaking
- grado di chalking
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Foto:iStock.com/Bim
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