Codice Appalti, riforma: ecco le proposte uscite dalla consultazione Mit

Le tematiche che hanno originato maggiore interesse sono state le modifiche relative a subappalto, criteri di aggiudicazione, disciplina dell’anomalia ecc.

30Durante la consultazione pubblica promossa sul sito ufficiale del Mit, che si è conclusa il 10 settembre ed è riuscita a coinvolgere associazioni di categoria, liberi professionisti, privati e amministrazioni, sono risultate chiare le richieste più gettonate inerenti alla modifica del Codice Appalti. Tra queste proposte troviamo quelle che mirano a garantire l’efficienza del sistema dei contratti pubblici, a semplificare il quadro normativo (con chiarezza), cancellando le criticità sul piano applicativo. La finalità di questa consultazione  è stata quella di dare voce a tutti gli interessati per mediare nel migliore dei modi la riforma del Codice appalti.

Codice Appalti, i contributi portati durante la consultazione

I contributi che sono stati aggiunti sul sito nel mese di consultazione toccano quota 1908. Ciò significa la bellezza di 58 contributi messi quotidianamente. Tra coloro che hanno preso parte alla consultazione, la maggior parte (ben il 56,76%) sono stati imprenditori e dipendenti di aziende private. Per quanto riguarda le amministrazioni, invece, si tocca il 30,08% dei contributi complessivi forniti, soprattutto per determinati temi.

Nello specifico, le tematiche che sono state ritenute più importanti tra coloro che hanno detto la loro durante la consultazione, sono state le richieste di modifica inerenti al subappalto, alla disciplina dell’anomalia, ai criteri di aggiudicazione, ai dati oggetto di pubblicazione e termini di decorrenza ai fini dell’impugnativa, ai motivi di esclusione, alla nomina e i requisiti del RUP ed infine agli incentivi per le funzioni tecniche.

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Oltre a tutto ciò sono giunte anche varie richieste per superare il rito “super speciale” (ritenuto non idoneo sul piano processuale a raggiungere l’obiettivo di deflazionare il contenzioso), l’avvalimento (per evitare che imprese non adeguatamente qualificate partecipino alle gare) e gli istituti del soft law. Inoltre, è stata chiesta anche la modifica inerente all’elenco delle stazioni appaltanti qualificate, al rating d’impresa, ai costi della manodopera e all’appalto integrato. La consultazione, ovviamente, si tratta di un primo inizio, basato sull’ascolto di tutte le istanze presentate. In questo modo è cominciata la strada per arrivare ad una vera modifica del Codice Appalti.

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Redazione Tecnica

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