Gli Architetti chiedono che all’interno del decreto legge sulla Protezione Civile sia inserito l’obbligo di un tagliando dei fabbricati (da fare ogni dieci anni) per certificarne le condizioni statiche, la sicurezza degli impianti, le condizioni energetiche e di inquinamento. In questo modo si potrebbe monitorare sempre il patrimonio edilizio delle città. Questo il nocciolo della richiesta del Consiglio nazionale degli Architetti in merito alla riforma della Protezione Civile.
Il nuovo decreto legge sulla Protezione civile secondo il quale non sarà più lo Stato a pagare i danni causati agli edifici privati dalle calamità naturali rende ormai improcrastinabile l’obbligatorietà di un tagliando decennale dei fabbricati che ne certifichi:
– le condizioni statiche;
– la sicurezza degli impianti;
– le condizioni energetiche;
– le condizioni di inquinamento.
In questo modo si riuscirebbe, attraverso un monitoraggio costante, a “tenere sempre alta la vigilanza e l’attività di prevenzione sul patrimonio edilizio delle nostre città. Basti pensare che entro i prossimi 10 anni l’85% dell’edificato urbano avrà più di 40 anni e che oltre 6 milioni di edifici sono esposti a gravi rischi sismici, 1 milione e trecento a quelli idrogeologici”.
Questa l’opinione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulla normativa introdotta dal Governo in tema di Protezione civile.
È necessario poi, “prevedere, come fa il decreto, l’estensione ai rischi derivanti da calamità naturali di tutte le polizze assicurative (che sono su base volontaria) a qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati, oltre a creare, di fatto, condizioni di disparità tra cittadini, conferma ancora una volta, la scelta di una politica della emergenza rispetto a quella della prevenzione e della manutenzione del nostro patrimonio edilizio”.
“Occorre proteggere la vita dei cittadini – continuano ancora gli architetti – e le tragedie che hanno colpito il nostro Paese devono essere un monito per tutti – e renderli consapevoli delle condizione del loro habitat e di quelle idrogeologiche del nostro Paese che rappresentano un altissimo rischio per la loro sicurezza”.
Contestualmente a tali proposte, il Consiglio Nazionale degli Architetti offre la sua completa disponibilità a Comuni, Province e Regioni “affinché l’istituzione del fascicolo del fabbricato possa rappresentare l’opportunità per una concreta diagnosi dello stato degli edifici utile a migliorare concretamente le condizioni del patrimonio edilizio nazionale, attraverso programmi come la Rigenerazione Urbana Sostenibile”.
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