Secondo i progettisti che hanno fatto ricorso, il progetto di un gruppo concorrente era incompleto perchè non era tutto in BIM e conteneva elementi (la parte degli impianti) in 2D, che non avrebbero dovuto permettere il punteggio aggiuntivo che ha fatto vincere il progetto. Secondo l’Amministrazione, invece, il progetto BIM rispettava le prescrizioni di gara dal momento che il bando non imponeva la tridimensionalità per tutti gli elementi del progetto. Ricordiamo poi che l’introduzione del BIM obbligatorio sarà graduale, come dice il decreto, che è ancora in preparazione.
A che punto è il decreto BIM
Il testo finale del decreto BIM sarà pubblicato nei prossimi mesi. Il comma 13 dell’articolo 23 del Nuovo Codice Appalti stabilisce che un decreto del Ministero delle Infrastrutture dovrà fissare le modalità e i tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà del BIM sia per le amministrazioni sia le imprese.
Non è possibile partire da subito con un obbligo generalizzato all’utilizzo del BIM, sarebbe prevista una prima fase che coinvolgerà le grandi opere (sopra i 100 milioni di euro) e che inizierà nei prossimi 2 anni. La seconda fase, che riguarderà il periodo 2019-2021, prevede l’estensione graduale dell’obbligo anche agli altri soggetti, valutando la complessità delle opere (costruzioni strategiche o con alta frequentazione) e non il loro valore. Infatti, a quanto pare, per gli edifici più semplici (per esempi, palazzi residenziali senza complessi problemi di sicurezza) il BIM non sarà mai obbligatorio.
Una volta concluso il lavoro della Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è previsto un doppio passaggio: la lettura del Consiglio superiore dei lavori pubblici e poi la consultazione pubblica. Una volta completate queste due fasi, il testo potrà essere approvato in via definitiva e pubblicato.
Il BIM sarà quindi obbligatorio dal 2019, ma solo per le opere del valore superiore i 100 milioni. Poi partirà una serie di scadenze progressive, e il sistema entrerà a pieno regime nel 2022, quando cioè il BIM diventerà obbligatorio per tutte le opere, a meno che nel frattempo non intervengano altre modifiche.
Entra nel dettaglio, leggi BIM obbligatorio dal 2019: le fasi di attuazione del decreto (fase 1, fase 2, fase 3)
Il Tar Milano, con la sentenza 1210/2017 del 29 maggio, ha affermato che nel progetto possono essere inseriti anche oggetti bidimensionali: non essendoci ancora l’obbligo neanche per gli appalti e neanche le opere più costose, la sentenza è in linea con il decreto, che comunque non è ancora pronto.
BIM: i motivi della sentenza 1210/2017
Un gruppo di professionisti è stato escluso dalla gara per la progettazione di un complesso scolastico e sorpassato da un altro gruppo che aveva presentato alcuni elaborati in BIM e per questo aveva ottenuto un punteggio aggiuntivo. Il ricorso è stato respinto ed è stata confermata l’aggiudicazione dell’incarico al raggruppamento che aveva presentato il progetto BIM con alcune parti in 2D.
La sentenza sostiene che non necessariamente ogni oggetto deve essere tridimensionale. La cosa importante è che si vada oltre la semplice rappresentazione grafica e che gli oggetti siano funzionali alla sua descrizione, in relazione all’obiettivo per cui viene inserito nel modello.
Il file nativo (Revit 2015) è risultato impostato correttamente per le strutture. Anche se nella parte relativa agli impianti alcuni elementi erano in 2D, la rappresentazione era congruente con il livello di progettazione definitiva.
Il Consiglio di Stato, se coinvolto, confermerà la posizione del TAR?
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento