Gaetano Stella, in un incontro con il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi, ha sollevato tre problematiche inerenti al Jobs Act Autonomi: contratti di rete, centri per l’impiego e deducibilità dei contributi. Il Ddl sul lavoro autonomo è attualmente all’esame di Palazzo Madama.
Nonostante il clima di collaborazione generale con la Commissione, Confprofessioni auspica un coinvolgimento delle rappresentanze del mondo professionale nella fase di attuazione degli interventi da parte del Governo.
Quali emendamenti sono stati presentati al Jobs Act Autonomi?
Deducibilità dei contributi
Una proposta lanciata da Confprofessioni è prevedere nel Jobs Act Autonomi la deducibilità nel limite di 250 euro annui dei contributi volontari versati per gli enti bilaterali previsti dal Ccnl di settore o altre forme mutualistiche che erogano prestazioni di assistenza sanitaria.
Contratto di rete
Il presidente di Confprofessioni ha inoltre sottolineato la necessità, attraverso il Jobs Act Autonomi, di «includere i liberi professionisti nel sistema del contratto di rete per dotare la categoria di uno strumento agile e dinamico, utile soprattutto per intercettare le occasioni dischiuse dalla apertura ai bandi europei e nazionali». In questa direzione va anche un emendamento di Sacconi.
Centri per l’impiego
Allo stesso modo, Stella ha ricordato l’esigenza di coinvolgere le associazioni delle professioni ordinistiche tra i soggetti che possono stipulare convenzioni con gli sportelli del lavoro autonomo che verranno costituiti nell’ambito dei centri per l’impiego.
Leggi anche Jobs Act Autonomi, il testo in Commissione Lavoro: cosa cambia ora?
Sintonia tra Sacconi e Stella anche sulla necessità di una vera semplificazione per gli studi professionali e sul tema della sussidiarietà e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro all’interno del Jobs Act Autonomi.
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L. De Simone | 2016 Maggioli Editore
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