Come sappiamo, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sul Contenimento del consumo di suolo e il riuso del suolo edificato, ma stiamo ancora aspettando che il Senato dia il suo responso. Come abbiamo visto, i contenuti principali della futura legge riguardano, appunto, la limitazione del consumo di suolo (art. 3), il riuso e la rigenerazione urbana (art. 4), interventi per la r igenerazione di aree urbanizzate degradate (art. 5), il divieto di cambio di destinazione (art. 7).
Dopo l’approvazione alla Camera e dopo una pausa tecnica, prolungata anche a causa della scadenza elettorale delle amministrative, sembra che il disegno di legge possa nuovamente procedere verso il Senato.
I tempi per l’approvazione
A quanto pare, però, i tempi saranno comunque piuttosto lunghi, soprattutto perché dovranno essere affrontate delle questioni complesse come il coordinamento con il nuovo Codice Appalti e l’attivazione di un pacchetto di bonus fiscali per incentivare la rigenerazione urbana, lasciate in sospeso dall’esame della Camera. Ma le Commissioni interessate, Ambiente e Agricoltura, assicurano che faranno riprendere la discussione sul testo entro fine mese, avviando le audizioni necessarie e nominando i relatori.
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A detta di Stefano Vaccari, membro della commissione Ambiente e senatore del PD, c’erano diversi provvedimenti in coda quindi non era stato possibile mettere a calendario il Ddl immediatamente, ma la discussione sarà ripresa “dopo la pausa per i ballottaggi”. La prossima settimana quindi i lavori sul consumo di suolo riprenderanno, e saranno decisi i prossimi step.
I relatori che saranno scelti, continua, saranno “uno della commissione Ambiente e l’altro della commissione Agricoltura. Uno del Pd e l’altro di un partito della maggioranza”. Nominati i relatori si potrà procedere con un ciclo di audizioni e poi si passerà all’esame del testo, che dovrà risolvere le questioni lasciate in sospeso.
Le questioni in esame
Per quanto riguarda il coordinamento con il nuovo Codice Appalti, il riferimento a insediamenti e infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale è stato sostituito con quello a infrastrutture e insediamenti prioritari di cui alla parte V del nuovo Codice. Alcune infrastrutture potrebbero, di conseguenza, rimanere escluse, perché si individua un ambito più ristretto.
Per quanto riguarda invece la questione della rigenerazione urbana, il disegno di legge sembra essere troppo generico per incentivare vere operazioni di recupero delle aree dismesse, quindi andranno potenziati gli incentivi inserendo dei veri e propri bonus fiscali.
Rimangono comunque, soprattutto da parte di Regioni e Comuni, molte perplessità sulla riforma, che potrebbe limitare molto la loro programmazione urbanistica. Attendiamo i prossimi sviluppi.
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