L’Agenzia delle Entrate ha interrotto l’archiviazione cartacea degli atti di aggiornamento catastale dei terreni e dei fabbricati e l’ha sostituita con il catasto digitale, cioè con l’archiviazione informatica, nell’ambito del Sistema di Conservazione dei Documenti digitali SCD. La novità attua il Codice dell’amministrazione digitale e porterà vantaggi sia per l’Agenzia che per le categorie professionali e i cittadini: più trasparenza, efficienza e meno spese.
Sono conservati in digitale gli atti di aggiornamento redatti con la procedura Pregeo, insieme all’eventuale documentazione integrativa, e gli attestati di approvazione e di annullamento degli stessi, firmati dal direttore dell’ufficio o da un suo delegato.
La conservazione digitale per gli atti del catasto fabbricati, redatti con la procedura Docfa, viene effettuata dalle applicazioni informatiche che gestiscono i documenti firmati digitalmente. Gli uffici provvederanno a effettuare i successivi controlli entro i termini previsti.
Ma a proposito.. cosa succede invece alla Riforma del Catasto?
Riforma del Catasto: il punto della situazione
Il Def varato la prima settimana di aprile 2016 dal Consiglio dei ministri menziona in maniera esplicita la revisione dei valori catastali, avvertendo tuttavia che l’operazione “sarà oggetto di interventi più generali e organici” da effettuare “al termine di complesse operazioni di allineamento delle basi dati”.
Il Governo rimane convinto della necessità di riformare un catasto ormai vecchio di decenni, ma è anche consapevole della delicatezza della revisione. L’allineamento delle banche dati è necessaria per “valutare in modo accurato gli effetti di gettito e distributivi sui contribuenti”. Ciò significa che con la riforma alcuni proprietari vedranno crescere parecchio il valore catastale della propria casa, e pagheranno più imposte.
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