Consumo di suolo: cosa cambierà nel 2016, con le Regioni protagoniste

Il 2015 è stato un anno importante nell’importante percorso relativo alla lotta contro il consumo di suolo nel nostro Paese: 7 Regioni (a cui va aggiunta la Provincia autonoma di Trento) hanno delineato un nuovo corpus di regole (rinnovando in taluni casi l’apparato normativo esistente) per contrastare il consumo di suolo agricolo destinato alla costruzione di case, capannoni, impianti sportivi, strade e altre infrastrutture.

Tutto va letto nell’ottica di una preparazione degli enti regionali al rinnovamento dell’ambito tematico che dovrebbe avvenire il prossimo anno attraverso l’approvazione della legge nazionale (di marca governativa) in materia di consumo di suolo. “Una riforma indispensabile che dovrebbe in gennaio ricevere l’approvazione dalla Camera dei Deputati” spiega Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario ai Beni culturali: il testo di legge dovrà ricominciare l’iter al Senato nel nuovo anno, dopo diversi “stop and go” procedurali negli ultimi 16 mesi (culminati con il passaggio, a fine ottobre, del primo esame delle commissioni Agricoltura e Ambiente della Camera).

Per un rapido riassunto delle puntate precedenti su disegno di legge in costruzione leggi l’articolo Ddl consumo di suolo, il famigerato: si riparte e ci si riprova.

La legge statale che prenderà vita nel 2016 incarnerà una tappa fondamentale nel percorso di avvicinamento al traguardo dello stop assoluto al consumo di suolo nel 2050 statuito dall’’Unione europea. Per raggiungere tale obiettivo, il disegno di legge delinea una procedura piuttosto complessa: ad un anno dall’entrata in vigore del provvedimento, il ministro dell’Agricoltura, di concerto con altri ministri, dovrà stabilire con decreto la quantità della riduzione del consumo di suolo a livello nazionale, mediante criteri, a loro volta definiti da Stato, Regioni e Comuni in Conferenza unificata.

I 3 punti cardine del provvedimento sono sintetizzati in questo articolo pubblicato sulle nostre pagine il mese scorso.

I parametri in questione verranno elencati nella legge, ma il numero finale dei chilometri quadrati di suolo da sottrarre all’impermealizzazione si modificherà in base al peso attribuito a ognuno di essi; e potrebbe influire anche sulla ripartizione, affidata anch’essa alla Conferenza unificata, tra le Regioni del contenimento complessivo. A tal fine ogni Regione andrà ad attribuire gli obiettivi di consumo ai singoli Comuni del proprio territorio. Gli obiettivi di riduzione avranno un orizzonte quinquennale sarà necessario valutare se potranno essere corretti in corso d’opera.

Il campo delle norme specifiche portare avanti dalla maggior parte delle entità regionali ha un ampio numero di temi: dalla verifica della mancanza di alternative all’utilizzo di nuove aree agricole fino alla quantificazione di quanto nuovo suolo consumare. Proprio questa è l’opzione scelta dalla provincia di Bolzano con le modifiche apportate nel luglio 2013 alla legge urbanistica provinciale: ogni anno deve essere definito un obiettivo quantitativo della superficie agricola che può essere edificabile.

La possibilità di consumare terreno vergine solo dopo aver accertato che non è possibile utilizzare aree già edificate da riqualificare o sulle quali possono essere realizzate operazioni di sostituzione del patrimonio esistente è la strada scelta per conseguire l’obiettivo del contenimento, oltre che dalla Provincia di Trento, anche da Emilia Romagna e Lombardia.

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Redazione Tecnica

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