Nel frattempo ecco la bozza complessiva della Legge di Stabilità 2016.
Un segnale concreto che fa tirare un sospiro di sollievo al comparto, dalle imprese ai professionisti, una misura efficace che permette di perseguire davvero la strada della riqualificazione energetica nell’ottica dell’efficienza e del risparmio. La componente della domanda legata a ristrutturazioni e all’efficienza energetica ha fatto da cuscinetto al pesante ridimensionamento del settore immobiliare dopo il “terremoto” del 2008: tanto che, rispetto all’intero valore della produzione del settore nel 2013, circa il 67% è riconducibile a interventi di manutenzione del patrimonio esistente.
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Focalizzandosi rapidamente sul problema energetico in ambito residenziale, e sulle conseguenti opere “globali” su edificio e impianti, risultano interessanti i dati di una recente indagine di Nomisma: per gli investimenti si apre infatti uno spazio d’azione da 13,6 miliardi di euro annui. Incrociando l’ultimo censimento ISTAT disponibile, e i dati di altri organismi quali ENEA, ANCE e CRESME, la società di studi economici ha stimato in Italia 12,2 milioni di edifici a uso residenziale (oltre l’87% di tutti i fabbricati presenti sul territorio nazionale). Edifici che corrispondono a più di 31 milioni di abitazioni, e di cui oltre il 60% supera i 45 anni ed è quindi precedente alla prima legge (del 1976) sull’efficienza energetica in edilizia. Nell’ipotesi di interventi di natura sia globale che parziale, si stima un risparmio potenziale complessivo al 2020 di circa 49mila GWh annui di energia finale. Traguardo che sarà possibile raggiungere riqualificando una superficie di oltre 170 milioni di metri quadri all’anno.
Un tema esplicitato a più riprese nell’edizione 2015 del SAIE, in corso proprio in questi giorni a Bologna (fino a domani). I rappresentanti di Architetti, Ingegneri e Geometri, presenti mercoledì all’inaugurazione hanno sottolineato l’importanza di lavorare verso la direzione del ri-uso e ri-utilizzo dell’esistente tenendo però ben presente che questo lo si può fare se c’è un coordinamento unico e un coinvolgimento attivo da parte delle istituzioni. “Non basta però creare una cassetta degli attrezzi fatta di buone norme, occorre anche una progettualità che abbia una reale visione di ciò che si vuole realizzare sui nostri territori – spiega Leopoldo Freyrie, Presidente CNAPPC – Ma per farlo bisogna coinvolgere tutti a partire dai cittadini che devono diventare persone consapevoli e attente a ciò che li circonda”.
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