Otto interminabili anni di inverno aritmetico possono lasciare sul campo i resti di un olocausto nucleare: eppure sparuti segnali di risveglio per il settore costruzioni sono percepibili all’orizzonte. A confermare questa sensazione sono i dati che affiorano dall’Osservatorio congiunturale dell’ANCE sul 2015, presentato dall’associazione dei costruttori questa settimana.
Il sentiero luminoso per imboccare la corsia della ripresa è semplice quanto dipendente da una serie di variabili. Ad esempio: sarebbe sufficiente che 4 dei 20 miliardi annunciati da Renzi e Delrio negli scorsi giorni (per infrastrutture e manutenzione edifici) venissero effettivamente spesi l’anno prossimo per modificare in maniera decisiva l’inerzia del mercato. Si passerebbe così da un calo dello 0,5% a una crescita capace di giungere anche al 3,2%. Ma quali sono le altre mosse strategiche che possono condurre la locomotiva del comparto costruzioni a riprendere un’andatura fisiologica? Ecco una rapida e puntuale rassegna.
Costruzioni: via dalla crisi
La svolta per il settore delle costruzioni avverrà nel 2016: ma soltanto in presenza dell’intervento pubblico sopra menzionato: “Con un investimento di 10 miliardi da spendere già nel 2016 – spiega il presidente dell’ANCE Paolo Buzzetti – l’effetto sull’economia sarebbe pari a 2 punti di Pil e si creerebbero 170mila nuovi occupati”. L’ANCE ha segnalato al governo 5300 progetti immediatamente cantierabili dalle scuole alle strade fino al rischio idrogeologico.”Il governo ha annunciato un piano da 20 miliardi in 18 mesi per le opere pubbliche”, osserva Buzzetti che vede già nel Def il primo segno positivo per gli investimenti pubblici dopo anni di riduzione.
L’associazione dei costruttori stima che il piano da 20 miliardi potrebbe condurre gli investimenti nelle costruzioni a crescere del 3,2% nel 2016 (+16,9% nelle opere pubbliche e +0,2% nelle abitazioni). Una possibilità concreta per imboccare la strada di uscita dal tunnel della crisi. Tutto ciò può essere raggiunto implementando sinergicamente le seguenti, ulteriori azioni: proroga ed il potenziamento degli incentivi per la ristrutturazione e riqualificazione energetica, parziale detassazione sugli acquisti di nuove abitazioni ad alta efficienza energetica.
“Su questo programma – prosegue Buzzetti – si potrebbero anche anticipare le principali novità della riforma degli appalti che sta prendendo corpo in Parlamento per dimostrare che possiamo tornare a realizzare lavori a tempi e costi predefiniti, dicendo addio alle storture che hanno caratterizzato il settore negli ultimi anni”.
Il ciclo dell’edilizia sta cambiando: per un ulteriore punto di vista in merito ai presagi di ripresa del settore leggi il parere di Lorenzo Bellicini, direttore del CRESME.
Mercato della compravendita case
Le compravendite di case crescono dello 0,8% nei primi mesi del 2015, con un contemporaneo aumento dei mutui del 35% nel primo trimestre dell’anno. Ma le tasse sugli immobili sono ancora troppo ingenti: nel 2014 il gettito sugli immobili è aumentato di 3,8 miliardi ed è più che raddoppiato rispetto al 2011 (+143,5%). “Per tornare a crescere ci vogliono investimenti e una riduzione delle tasse sulla casa”, conclude Buzzetti a riguardo.
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