Legambiente: in Italia 4 reati ambientali all’ora, tutti soldi alla Mala organizzata

Legambiente ha pubblicato un Dossier dedicato ai reati ambientali, all’interno del quale troviamo alcune informazioni molto interessanti. Ogni anno in Italia si accertano più di 30mila reati ambientali, quasi 4 ogni ora. Si parla di discariche abusive e cave illegali, inquinamento dell’aria e scarichi fuorilegge nei corsi d’acqua. Crimini che fruttano alla malavita organizzata e alle ecomafie circa 16,7 miliardi l’anno. L’associazione continua a ribadire l’urgenza di approvare in tempi rapidi il Ddl sui delitti ambientali, anche per inasprire le sanzioni.

Il problema, sostiene Legambiente nel Dossier “Disastri impuniti. La mappa dell’Italia ferita e bloccata dagli ecocriminali e dalla giustizia negata”, è che in Italia in materia ambientale ci sono processi lunghi, prescrizioni brevissime e pene esigue, dal momento che in questo campo i reati contestabili sono ancora oggi di mera natura contravvenzionale. Quasi sempre i reati ambientali vengono sanzionati in maniera assolutamente inefficace (proprio per il fatto che sono contravvenzionali e non delitti).

La prescrizione interrompe le ricerche e le indagini sui processi ambientali, perché sono i più complessi e difficili da fare e dimostrare, come nel caso del disastro ambientale. E questo la malavita organizzata e l’ecomafia lo sanno.

Ecco alcuni dei reati ambientali prescritti in Italia, per i quali le ecomafie c’hanno guadagnato tanto.. L’ecoprocesso relativo a “Crotone Pertusola sud” è prescritto, come quello sui “Mercanti dei rifiuti” e quello relativo all’operazione Agricoltura biologica. Sono a rischio prescrizione quello riguardante la Bonifica di Santa Giulia e il processo Poseidon. Va a rilento il processo che riguarda l’inchiesta sulla presunta gestione illegale dell’impianto a biomassa gestito dalla Riso Scotti Energia (è in corso il dibattimento di primo grado, quindi è già a rischio prescrizione). Infine c’è stata l’archiviazione da parte del Gip in merito all’Operazione Mar Rosso in provincia di Siracusa, che portò all’arresto tra l’altro 17 dirigenti e operatori dell’impianto ex Enichem (ora Syndial) con l’accusa di aver versato in mare attraverso la rete fognaria il mercurio delle lavorazioni industriali che avvenivano nel famigerato impianto Cloro-Soda.

Legambiente continua a ribadire l’urgenza di approvare in tempi rapidi il Ddl sui reati ambientali, che dopo il via libera unanime della Camera a febbraio scorso, è ancora fermo nelle Commissioni Ambiente e Giustizia del Senato. L’associazione ha scritto ai senatori delle Commissioni in questione chiedendo l’approvazione del testo entro l’anno e lanciato una mobilitazione on line “Chi inquina paghi”, chiedendo ai cittadini di inviare volta un’email ai senatori dal sito di Legambiente.

Redazione Tecnica

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