Appena nato, è già finito. No, non è l’amore cantato da Mina in Se telefonando, ma il fotovoltaico in Italia colpito dal provvedimento Spalma Incentivi e, in particolare, dalla norma retroattiva (con buona pace della certezza del diritto) che ridimensiona le agevolazioni economiche per gli impianti di taglia superiore ai 200 kWp (recentemente sono stati pubblicati anche i decreti attuativi al decreto Spalma Incentivi).
Le stime di crescita del fotovoltaico in Italia per il 2014 sembrano confermare un trend in discesa. Quest’anno la potenza installata sarà circa la metà di quella registrata nel 2013: 800 MW contro 1.700 MW. Insomma, un destino crepuscolare per un settore che, solo fino a pochi anni fa, sembrava poter rappresentare un eccezionale volano per la ripresa economica del Paese.
Vero è che la manna degli incentivi a pioggia al settore ha contribuito a creare diverse zone d’ombra, dando spazio, accanto a imprenditori onesti ed entusiasti, anche a figure decisamente poco trasparenti, come ha puntualmente denunciato con inchieste coraggiose la nostra Lucia Navone, su queste pagine.
Resta il fatto che il fotovoltaico, alfiere della Green Economy, pare essere consegnato a un triste destino, tanto più difficile da accettare se si ha l’accortezza di guardare appena fuori dai confini europei e vedere come il 2014 registrerà un altro +20% mondiale, soprattutto grazie agli investimenti cinesi e americani.
Confini europei, abbiamo detto, perché se l’Italia sta male, pure la Germania non se la passa troppo bene. Fatte le debite proporzioni, anche il colosso tedesco subirà una frenata quest’anno, fermandosi a 2,1 GW di potenza installata contro le 3,3 GW del 2013.
Le ragioni dell’uno e le ragioni dell’altro
Per lo Stato, lo Spalma Incentivi significa un risparmio di oltre mezzo miliardo di euro, che dovrebbe essere impiegato per alleggerire le bollette energetiche degli italiani, su cui si riversa l’onere del finanziamento degli incentivi del Conto Energia.
Non è d’accordo il settore che, con Agostino Re Rebaudengo, presidente di AssoRinnovabili, ha già chiesto al TAR di dichiarare incostituzionale la norma dello Spalma Incentivi.
“È in gioco la credibilità del Paese, non solo quella di questo Governo. – dice Re Rebaudengo, – Per attrarre gli investimenti bisogna garantire norme certe nel tempo, mentre si sta verificando l’esatto opposto”.
… e su questo è difficile dargli torto.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento