L’unica cosa certa della vicenda TARES è la confusione che sembra regnare nel Parlamento e nel Governo dimissionario. Tullio Fanelli, sottosegretario del Ministero dell’ambiente ha dichiarato la scorsa settimana che il Governo sta lavorando per “rivedere il calendario dei pagamenti”, la cui prima rata è slittata a luglio 2013 con la conversione in legge del Decreto Rifiuti, dopo un estenuante “tira e molla” tra i fautori della proroga e l’Esecutivo, che aveva espresso parere negativo.
Pare dunque, a dare credito alle parole del sottosegretario, che il Governo sia pronto a emanare in extremis un decreto legge per scongiurare il pericolo in cui si troverebbero le imprese d’igiene ambientale, costrette a incassare i primi proventi della nuova TARES non prima della pausa agostana.
In questo senso sono comprensibili i segnali di “soddisfazione” che si registrano da Federambiente e dall’ANCI, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, alla dichiarazione di Fanelli. Si tratta però, fanno sapere da Federambiente di un plauso vigile, un modo come un altro per dire: “l’impegno del Governo per risolvere il pasticcio TARES è condivisibile, però vediamo se alle parole seguiranno i fatti”.
A prescindere da ogni considerazione, resta comunque da vedere come l’Esecutivo riuscirà a mantenere l’impegno preso dal sottosegretario del Ministero dell’ambiente, poiché i tempi, anche per un provvedimento d’urgenza, paiono davvero strettissimi. Il decreto legge che dovrebbe anticipare lil pagamento della prima rata della TARES a primavera (aprile o maggio 2013) va prima pubblicato in Gazzetta Ufficiale e poi, ovviamente, dovrà essere convertito in legge. Quest’ultimo passaggio sarà senz’altro un affare del prossimo Parlamento, che difficilmente sarà operativo prima di primavera.
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