Aggiornamento direttiva Case Green: rinviato al 2040 lo stop caldaie a gas

Le caldaie a gas non si toccano fino al 2040, con il nuovo accordo viene previsto un nuovo termine che sancirà lo stop agli impianti di riscaldamento a combustibili fossili

Simona Conte 11/12/23
Novità sul fronte europeo, si torna sulla Direttiva Case Green (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive) per la quale è stato trovato un accordo tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea.

Il timore manifestato, fin dall’inizio, dagli stati membri stava nelle regole che sarebbero potute essere fin troppo stringenti, tali da non tenere conto della diversità dei patrimoni immobiliari europei. Con l’ultimo aggiornamento vengono rivisti tempi, scadenze e obblighi.

Ad essere in ballo era soprattutto lo stop agli impianti di riscaldamento a combustibili fossili, quindi la sorte delle caldaie a gas per le quali era stato previsto inizialmente uno stop al 2035, slittato ora al 2040.

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Dunque, più flessibilità agli Stati membri europei su tempi e target così come era stato deciso nel confronto che si era tenuto ad ottobre scorso. A tal proposito Ansa.it riporta le parole di Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia, che ha dichiarato: “dovremo verificare i testi, ma sembra confermato l’approccio di buon senso che ha prevalso nella riunione del 12 ottobre un approccio che elimina gli obblighi diretti per i proprietari, lasciando agli Stati maggiori libertà d’azione”.

Vediamo nel dettaglio quali sono le ultime novità sulla Direttiva Case Green.

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Caldaie a gas: confermato lo stop agli incentivi dal 2025

Le caldaie a gas non si toccano fino al 2040, con il nuovo accordo viene previsto un nuovo termine che sancirà lo stop agli impianti di riscaldamento a combustibili fossili. Dal 2025 però salteranno tutti gli incentivi per le caldaie a gas previste per le nuove costruzioni e per gli immobili in ristrutturazione. Resteranno invece valide le agevolazioni a favore di sistemi di riscaldamento ibridi.

Gli impianti di riscaldamento a combustibili fossili utilizzano fonti come il gas naturale, il petrolio o il carbone per generare calore destinato al riscaldamento degli edifici o di altri ambienti. Tali impianti sono oggetto di attenzione a causa delle preoccupazioni legate all’inquinamento atmosferico e al contributo ai cambiamenti climatici, da qui la spinta alla transizione verso fonti di energia più sostenibili e a basso impatto ambientale.

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Pannelli solari e classi energetiche

Probabilmente ad essere rivisto sarà anche l’obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici. Ma per le nuove costruzioni e gli edifici pubblici l’obbligo di dotazione potrà essere confermato.

Con l’aggiornamento direttiva Case Green ciascuno Stato membro potrà definire il tipo di approccio in base al proprio patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alla propria strategia nazionale di ristrutturazione. L’obiettivo è una riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030, del 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il limite è del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

La massima ambizione dell’Unione Europea è quella di avere edifici a emissioni zero (zero-emission building – ZEB), ovvero “edifici ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I, nel quale il fabbisogno molto basso di energia è interamente coperto da fonti rinnovabili generate in loco da una comunità di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o da un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento”.

Ricordiamo tuttavia che per avere maggiori certezze sul contenuto della Direttiva Case Green occorre attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione, che ne convaliderà l’entrata in vigore.

Simona Conte

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