Crediti edilizi incagliati: un problema irrisolto che preoccupa il settore

Le associazioni si stanno muovendo e le principali questioni, finite sotto la lente, sono tre (le spieghiamo nell’articolo). Intanto i commercialisti, in Commissione Finanza e Tesoro, hanno presentato alcune proposte sblocca crediti

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ANCE, l’associazione dei costruttori, stima che per ogni miliardo di crediti edilizi incagliati si bloccano circa 6 mila cantieri e rischiano il fallimento circa 1.700 imprese con un conseguenziale aumento della disoccupazione.

Il problema dei crediti edilizi incagliati resta irrisolto nonostante i correttivi governativi, e preoccupa il settore e l’intera filiera edile.

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Il Sole 24 Ore rende noto che le associazioni di categoria si stanno muovendo (ABI, ANCE, Consiglio nazionale dei commercialisti, Confedilizia) e le principali questioni, finite sotto la lente, sono tre. Intanto il Consiglio nazionale dei commercialisti, in Commissione Finanza e Tesoro, ha presentato alcune proposte per sbloccare i numerosi crediti incagliati.

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Crediti edilizi incagliati: le tre questioni sotto la lente

La prima questione interessa gli effetti dei procedimenti in ambito penale per chi acquista crediti fiscali. Ricordiamo che la Cassazione, attraverso alcune pronunce, si è espressa precisando che l’acquirente anche se in buona fede subisce gli effetti dei sequestri cautelari. Il rischio è quello di tenere fermo per anni il credito fiscale sequestrato. Per evitare ciò, tra le proposte presentate, c’è quella di eliminare gli effetti per chi acquista in buona fede.

La seconda questione riguarda la possibilità di replicare un caso pilota, ovvero il “modello Treviso”. In tal caso la provincia ha acquistato da due banche crediti di imposta per 14,5 milioni di euro derivanti da Superbonus ed altri bonus edilizi, da utilizzare in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni.

Si tratta di un’operazione che, se riprodotta anche in altri Enti, Province, Città Metropolitane e Comuni, potrebbe garantire uno sblocco dei crediti e smuovere le situazioni di stallo. Per la Provincia di Treviso, tale operazione finanziaria, consentirà di ottenere un risparmio in termini di spesa corrente pari a quasi 1 milione di euro, che potrà essere destinato nel corso degli anni a finanziare altre voci di spesa del bilancio.

L’ultima questione riguarda la possibilità di un rinnovato e maggiore coinvolgimento degli operatori finanziari, tra i quali Poste Italiane, che hanno reso possibile inizialmente la volata del sistema di cessione dei crediti da bonus edilizi.

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Le proposte dei commercialisti

Per il Consiglio nazionale dei Commercialisti, è urgente e necessaria una modifica all’attuale quadro normativo per porre fine alla grave crisi di liquidità che sta colpendo il settore dell’edilizia e l’intera filiera delle costruzioni, mettendo a rischio cantieri già aperti e interventi pianificati da tempo.

Il CNDCEC, attraverso un documento presentato il 17 gennaio 2023 in Commissione Finanza e Tesoro, propone di:

  • riportare “a nuovo” i crediti d’imposta fino al sesto periodo successivo a quello di competenza,
  • ampliare la capacità di acquisizione da parte degli operatori finanziari,
  • eliminare il limite al numero di cessioni possibili.

Inoltre, l’auspicio del Consiglio nazionale è che si possa rendere strutturale il Superbonus e preservare l’indispensabile strumento della monetizzazione dei crediti d’imposta, senza sacrificare le esigenze di contrasto alle frodi.

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