Gli infissi in commercio possono avere prestazioni che soddisfano le esigenze per cui vengono scelti ed acquistati e dispongono della marcatura CE che è stata introdotta con lo scopo di disciplinare il commercio degli stessi all’interno dell’area economica UE e garantire una serie di standard produttivi e di prestazioni.
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Come ottenere la marcatura CE
Per ottenere la marcatura CE servono una serie di prove iniziali di tipo ITT – Initial Test Type. Sono prove di laboratorio che misurano le prestazioni energetiche e di sicurezza di un infisso e consentono di ottenere rapporti di prova validi ai fini della marcatura CE degli infissi.
Queste prove sono seguite da un disciplinare di produzione che consente l’effettuazione di tutti i controlli di produzione di fabbrica (FPC). La marcatura CE si conclude con una dichiarazione di prestazione che attesta la conformità con il progetto e i test di laboratorio. La documentazione di accompagnamento degli infissi sarà poi l’etichettatura CE con il manuale di uso e manutenzione.
Questa premessa sulla marcatura CE dell’infisso mi serve ad introdurre il tema e a dimostrare che ogni infisso in commercio è dotato di prestazioni specifiche, coerenti con le prove di laboratorio, che possono variare ma non possono scendere sotto i minimi necessari per legge.
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Le predisposizioni del vano dove alloggeranno gli infissi
Le predisposizioni del vano dove alloggeranno gli infissi certificati, sono invece un terreno difficile e complicato da disciplinare. Su questo tema torneremo con novità che ci porteranno ad avere, probabilmente, una normativa specifica su controtelai e monoblocchi.
In cantiere operano diverse maestranze e la predisposizione del vano, alla luce del montaggio di un infisso certificato, diventa determinante per la buona riuscita del lavoro e per la garanzia nel tempo.
In questo articolo approfondiamo il funzionamento del controtelaio, i problemi dei controtelai del passato e i vantaggi dei moderni controtelai monoblocco termici. Teniamo a mente che l’utilizzo del controtelaio ci consente da sempre di ingegnerizzare l’installazione degli infissi in cantiere o nelle case dei clienti.
Il controtelaio si è evoluto nel tempo, passando da strutture rudimentali ad alta conduzione, a prodotti tecnologici, destinati a diventare lo standard per la corretta costruzione dei nuovi edifici a basso consumo.
Ecco i 6 punti che analizziamo di seguito:
1. storia e utilizzo del controtelaio in edilizia;
2. come è cambiato dagli anni 80 ad oggi;
3. caratteristiche del controtelaio termico;
4. caratteristiche del controtelaio monoblocco;
5. vantaggi del monoblocco nell’edilizia moderna;
6. come si installa il monoblocco termico.
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A cosa serve il controtelaio per gli infissi
Il controtelaio funge da alloggio per gli infissi, gli oscuranti e i loro accessori, connette infisso e parete evitando una congiunzione diretta e complessa. Nel processo di costruzione o ristrutturazione importante di un edificio, il controtelaio fa da guida alle diverse maestranze che si occupano del vano murario (impresa edile, intonachino, elettricista, cappottista).
La fase di installazione degli infissi si colloca tra le ultime del cantiere e durante il tempo che intercorre dalle prime lavorazioni, all’installazione degli infissi, il controtelaio consente agli operatori di lavorare con indicazioni e misure chiare. É uno strumento che, se progettato ed installato correttamente, ingegnerizza molto il processo di installazione degli infissi, consentendoci di eseguire lavori più precisi, controllati e performanti.
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Evoluzione del controtelaio criticità del passato
Il tentativo di ingegnerizzare un processo delicato come quello dell’installazione degli infissi ha radici nel nostro passato, con un utilizzo importante proprio nel nostro paese.
Quando sostituiamo vecchi infissi, ci capita spesso di trovare controtelai anche di venti o trenta anni fa, spesso si tratta di prodotti rovinati dal tempo, con legno marcescente e materiali non idonei e hanno un fissaggio al muro poco prestante e fessure chiuse con schiume e fogli di giornale.
Alla luce delle conoscenze di oggi, è un modo primitivo di installare gli infissi, a cui riconosciamo comunque un valore. Il principio alla base dei vecchi controtelai è valido, abbiamo una struttura che fa da guida e che contiene le scanalature per installare gli infissi. Capita di incontrare anche controtelai monoblocco in ferro che anticipano il monoblocco termico di cui parleremo a breve.
Questo tentativo di ingegnerizzazione, per quanto valido per la sua epoca, ha delle criticità importanti si tratta di problemi che ci aiutano a capire come l’edilizia è cambiata in tempi relativamente brevi. I vecchi controtelai in ferro sono uno dei principali ponti termici delle abitazioni del passato: il fatto che siano costituiti prevalentemente da un materiale conduttore, come l’acciaio, nei mesi invernali tende a raffreddare l’area che circonda l’infisso e creare problemi non di poco conto.
>> Collegamento infissi e cappotto. Attenzione ai dettagli di progetto e di posa
Quando l’aria calda e umida della casa entra in contatto con questa zona più fredda, potrebbe innescarsi la fase di condensazione, con il rischio che il perdurare di situazioni critiche possa portare anche problemi di muffa.
Capita che nelle vecchie abitazioni con infissi disperdenti, questa criticità si noti meno, sono case costruite senza un progetto energetico specifico e con equilibri diversi, dove la parola ponte termico non era nemmeno contemplata.
Quando installiamo infissi moderni dotati di tenute importanti, qualora non si vada a curare attentamente la predisposizione muraria con materiali isolanti ed efficienti, la situazione potrebbe portare criticità e discomfort.
Immaginiamo l’installazione di un serramento ad alte prestazioni su un vano non curato, e con un vecchio controtelaio in ferro:
- la nuova tenuta impedisce all’aria di circolare, quantomeno ne frena una parte importante;
- l’umidità non ha più la scappatoia creata dai vecchi spifferi, il sistema prevede la sigillatura;
- l’aria calda e umida entra in contatto con il punto più vicino al telaio, dove abbiamo il controtelaio in ferro;
- il punto più vicino al telaio risulta disomogeneo a causa di un ponte termico importante e si carica di criticità.
Sarai d’accordo con me! Oggi risulta impensabile il fatto che controtelai di questo tipo fossero progettati, prodotti, acquistati e installati. Le esigenze temoacustiche, i materiali e le prestazioni di oggi hanno portato a un’evoluzione dell’edilizia senza precedenti e questi nuovi equilibri richiedono molta progettazione, personale formato alla mansione e prodotti di posa all’altezza.
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Che cos’è un controtelaio termico di tipo semplice
Il controtelaio di oggi è sempre termico ed è costruito per creare un alloggio isolato a infissi, oscuranti e accessori.
Principali caratteristiche di un controtelaio termico:
- è costruito con materiali termici come XPS, multistrato marino, OSB, PVC, legno;
- ha 4 lati (non più 3) perché comprende un distanziale inferiore isolante;
- potrebbe essere dotato anche di un sottobancale isolante, impermeabilizzabile;
- si installa con una cura specifica del giunto primario che deve garantire uno specifico fissaggio meccanico e tutte le tenute: termica, acustica, acqua, aria e vento,
- è utilissimo anche per gestire barriere o freni vapore.
Il controtelaio termico è un valido strumento di lavoro: offre i vantaggi dei vecchi controtelai, senza le criticità dei prodotti del passato.
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Che cos’è un controtelaio monoblocco termico
Il monoblocco termico è la naturale evoluzione del controtelaio termico. Questo strumento porta ad un livello di ingegnerizzazione superiore e offre più garanzie.
Caratteristiche del controtelaio monoblocco termico:
- è costruito su quattro lati in materiale isolante e, una volta assemblato, diventa un elemento unico senza punti deboli;
- può essere costruito con le scanalature che ospiteranno oscuranti e accessori e quando previsto, contiene un cassonetto coibentato per gli avvolgibili;
- permette un raccordo perfetto tra parete e infissi, che deve essere curato dal posatore;
- ha le spalle predisposte per essere connesse con il cappotto termico, un punto molto critico che può creare problemi di infiltrazioni d’acqua e dispersioni;
- si adatta meglio al vano murario, semplificando il lavoro di installazione.
È indicato in modo particolare per le abitazioni con cappotto termico, ma sono convinto che diventerà uno standard di costruzione, almeno fino a quando non arriverà una tecnologia ancora più performante.
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Come ci aiuta ad ottenere prestazioni migliori e a lavorare in modo precauzionale
Il controtelaio di tipo monoblocco termico crea un alloggio isolato e predisposto per infissi, oscuranti e accessori, facilitando il lavoro di installazione e offrendo più garanzie, evita una serie di lavorazioni critiche che potrebbero incidere sul risultato finale e causare 3 problemi di difficile risoluzione:
- muffa dovuta a ponti termici come davanzali passanti, longherine in metallo, controtelai non isolati;
- dispersione termoacustica dovuta a fessure nel giunto primario e nei raccordi con il cappotto termico;
- infiltrazioni d’acqua dovute a fessure nel vano murario o discontinuità nel cappotto.
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Senza il monoblocco, il muratore dovrebbe:
- installare il controtelaio;
- preparare le spallette;
- ricavare gli incassi per le guide dell’avvolgibile;
- preparare un cavedio per l’avvolgibile;
- isolare il sotto soglia.
Il più piccolo errore in una di queste fasi può causare criticità che influiscono sulle prestazioni del vano murario e degli infissi. Conoscendo queste debolezze date dalle diverse fasi, il controtelaio monoblocco ci aiuta a lavorare in modo precauzionale, non risolve tutte le criticità, ma offre uno strumento utile a prevenirle.
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Come deve essere installato il controtelaio monoblocco termico
Da solo il controtelaio monoblocco non basta a garantire un giunto primario performante, ogni discontinuità sarà esasperata, proprio per le alte prestazioni che offre questo prodotto. Il rischio più grande è quello di avere un monoblocco installato in un contesto non predisposto in modo accurato.
Ti faccio l’esempio di un monoblocco installato in un contesto murario che non prevede il cappotto termico. Mettiamo che il vano sia stato dimensionato in modo approssimativo e che le tolleranze di posa da 10 mm perimetrali, vadano ad essere 40 mm.
Già questa situazione, se non corretta con l’ausilio di materiali termo-acustici specifici, potrebbe portare ad avere un ponte termico lineare perimetrale al monoblocco. Qualora venisse riempita con malta o cemento, non avrebbe una logica termica con quelli che sono i due elementi da coniugare: spalla del monoblocco e parete. Proprio per questo serve un processo di verifica e predisposizione del vano murario, con attenzione a eventuali ponti termici e fessure che possono presentarsi nell’area che circonda il monoblocco.
L’installazione va progettata ed eseguita correttamente, con prodotti e metodologie in grado di garantire ottime prestazioni termo-acustiche, ma soprattutto dobbiamo riuscire a rimanere conformi alle prestazioni di progetto.
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Conclusioni
L’edilizia è cambiata tantissimo: siamo passati dai vecchi controtelai metallici fino ad arrivare ai moderni controtelai monoblocco termici. Anche se rudimentali, i vecchi controtelai erano comunque un tentativo di ingegnerizzare l’installazione degli infissi.
Oggi abbiamo a disposizione prodotti performanti, assieme a materiali utili per realizzare installazioni efficaci, sono evoluti i materiali, le tecniche, ma anche le normative che ci guidano verso installazioni sempre più performanti e precauzionali, prima tra tutte la UNI 11673.
Se ieri vivevamo nell’era delle installazioni “a piacere”, oggi ci sono criteri specifici da rispettare ed esigenze importanti che portano a buone pratiche, anche in ottica di sostenibilità. Nell’edilizia di oggi si evolve formandosi e conseguendo le qualifiche necessarie per rispondere alle nuove esigenze del cantiere.
Le norme, da sole, non bastano. La posa in opera dovrà essere progettata da tecnici esperti, condivisa con la Direzione Lavori e affidata a posatori esperti e formati, in grado di eseguire quanto indicato nel progetto/disposizione di posa.
L’articolo è di Daniele Cagnoni (Diemme Infissi®), docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie- infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi e professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima.
Per saperne di più guarda la video lezione gratuita sui danni e difetti dei serramenti e come correggerli.
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Foto:iStock.com/DuxX
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